
GATTI VITTIME DELLA STORIA?
Il gatto, creatura dalle mille sfaccettature e dotato di una certa indolenza, oggi decisamente di moda, tanto da aprire caffè dove poter accarezzare gatti che fanno le fusa per lavoro o mettere centinaia di foto sui social network, è un animale che non è stato sempre amato.
Di certo quelli dal manto nero (si parla di 22 razze diverse che geneticamente avrebbero questo colore) hanno avuto più problemi: sono diventati con il tempo gli animali nei quali le streghe si trasformavano e nel Medioevo venivano sfregiati, per verificare il giorno seguente se quelle stesse ferite erano sul volto delle donne di casa, un segno che avrebbe identificato la loro appartenenza alla stirpe del diavolo e avrebbe giustificato, grazie alla testimonianza di colui che stava facendo la denuncia, condanne pesanti, se non la tortura e la morte sul rogo.
Nell’Antico Egitto invece il gatto nero era un amuleto porta fortuna, d’altro canto una divinità egizia, la dea Bastet, (che rappresentava l’amore, la sensualità, la fertilità e la preveggenza), era raffigurata con corpo di donna e testa di gatto. E’ proprio in quel periodo che il gatto, tutelato per legge, ha iniziato ad essere considerato magico, idea che si è poi diffusa nel mondo greco prima e poi in quello romano.
Anche in quel periodo non tutti erano d’accordo su come usare il potere che derivava dallo scaltro animale, spesso i contadini sotterravano vivo un gatto per ingraziarsi il raccolto e la loro nomea si deve anche a intellettuali del passato, come nel caso di Erodoto, che scrisse: “Quando, poi, scoppia un incendio, i gatti sono presi da fenomeni strani. Gli Egiziani, infatti, disponendosi a regolare distanza, fanno loro la guardia, trascurando, perfino, di spegnere il fuoco; ma i gatti sgusciando tra uomo e uomo, o, magari, saltandoli via, si gettano nel fuoco. Quando ciò avviene, è grande il dispiacere che prende gli Egiziani. Se in una casa un gatto viene a morire di morte naturale, tutti quelli che vi abitano si radono le sopracciglia. […] I gatti vengono portati nella città di Bubasti in locali sacri e ivi vengono sepolti, dopo essere stati imbalsamati”, ma in linea di massima il gatto era sacro e non si poteva toccare.
Un periodo davvero difficile per i gatti neri fu quello tra il XVI e XVII secolo, un esempio ci viene da un processo, quello legato alla vicenda di Loudun, in Francia, dove un intero convento delle Orsoline fu preda di una possessione diabolica o meglio, tutto nacque da una infatuazione di una delle monache per un curato particolarmente prestante che visitava il convento e che non aveva voluto saperne di lei. La donna, in preda all’isteria lo denunciò, insieme a tutte le sorelle, per essere un emissario del diavolo. Per lui finì molto male. Negli atti del processo si insiste sul fatto che a seguito di un esorcismo dalle narici del curato era uscito proprio un gatto nero.
I poveri gatti neri attraversarono davvero in quegli anni un rovescio di fortuna: Anna Winkelzipfel, strega alsaziana, fu bruciata sul rogo perché si era introdotta, vestita di pelli di gatto nero, nella stanza di un giovane del quale era innamorata. Lui si spaventò moltissimo e denunciò l’accaduto, perché era convinto che il diavolo volesse la sua anima.
Nel 1233 papa Gregorio IX aveva emesso una bolla contro i Luciferani, un movimento eretico nel quale si riteneva che si compisse una ritualità legata alla presenza di gatti neri, ma spesso nel Medioevo il gatto era, come per noi, un animale da compagnia da tenere in casa e che poteva cacciare i topi, aiutando a tenere integre le scorte di cibo.
A Ypres, in Belgio, si teneva il “mercoledì dei gatti”, giornata nella quale venivano gettati gatti dalla cima di una torre, per propiziare la sorte. Ancora in questi anni si sono tenute delle rievocazioni storiche dove, invece di gettare gatti vivi, vengono defenestrati dei pupazzi a forma di gatto.
Da poco tempo l’Associazione per la difesa dell’ambiente e degli animali ha denunciato che durante le festività legate ad Halloween verrebbero sacrificati gatti dal manto scuro durante le messe nere. Si stima che solo nel 2021 siano stati torturati e uccisi 35.000 gatti, cifra che corrisponde a un gatto ogni 17 minuti. Molti sono anche usati per i colli di pelliccia e i guanti a basso prezzo e anzi, verrebbero proprio allevati per questo motivo. In molte zone d’Italia alcuni cittadini si sono organizzati per fare ronde e proteggere i gatti sia selvatici che casalinghi.
In un articolo de “Il Messaggero” del 2020 si segnalava che in Vietnam i gatti neri venivano bolliti e usati come rimedio per il Corona Virus, questo dopo che per mesi si era invece pensato che causassero il contagio.
Ci riteniamo superiori a tutto questo? E come mai ancora oggi molte persone cambiano strada se si trovano davanti un gatto nero, oppure si prodigano in gesti scaramantici?
Il 17 di novembre è stato istituito il “gatto nero day”, giornata che servirebbe per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto continua ad accadere nei confronti degli animali da compagnia più amati e forse odiati e a Triora, paese delle streghe per eccellenza, stanno per installare una statua di tre metri che rappresenta un gatto, dell’artista Elena Rede, a commemorazione di tutti i felini uccisi dall’Inquisizione.
Le iniziative si moltiplicano e speriamo che all’ombra del 2024, con tutti i problemi che ci affliggono, nessuno pensi che seppellire un gatto serva ad allontanare, ad esempio, il riscaldamento globale…