Nessuno può negare che il santuario del cuore sia impastato con l’argilla, con la materia della natura. Esso potrà essere utile al cercatore solo se egli colmerà lo spazio vuoto del vaso con lo spazio invisibile, lo spazio vuoto della Gnosi. Questo potrà avvenire solo quando il cuore sarà purificato. (Jan van Rijckenborgh, La Gnosi cinese)
Nell’universo tutto è sottoposto a un moto rotatorio: la Via Lattea, le galassie, il sole e i pianeti. Il piccolo sistema vitale umano temporale è collegato a questo grande sistema.
Noi ci muoviamo all’interno del cerchio dell’esistenza, al ritmo dei giorni, delle stagioni e degli anni che ci sono stati destinati. Ogni essere umano deve prima di tutto improntare la propria vita a una veloce collezione di esperienze, divenendo così “pieno” di vita; proprio come il vasaio che spinge con il piede la sua ruota per avviare la rotazione del piatto. Solo allora è in grado di dare una forma a un pezzo d’argilla, solo allora è in grado di animarla.
L’ARGILLA
Tutto ha inizio quando l’attenzione si indirizza sull’immutabile centro del cuore, adattando la propria intera vita a questo centro. Imparare a consacrarsi al centro senza tempo prende all’uomo molte, molte vite e richiede un’attenzione continua.
L’ACQUA
Immaginate la quantità di acqua necessaria per poter modellare l’argilla. Il lavoro interiore è possibile solo grazie all’opera incessante dell’acqua di vita, esattamente nella quantità necessaria. La base di questo lavoro deve essere solida, radicata nella realtà, mentre il vasaio è allo stesso tempo consapevole di essere parte di un processo di ordine superiore.
Egli modella il vaso, ma non deve lavorare troppo intensamente per raggiungere lo scopo, spinto dal desiderio di elevarsi troppo in fretta, dal desiderio di essere liberato. Se lo fa, diverrà preda dell’orgoglio che dilata l’ego, e il vaso crollerà. Infine, il vaso rimane eretto grazie alla costante dedizione, del vasaio, al centro senza tempo.
Noi vediamo solo l’esterno, e pensiamo che quella forma nasca dall’esterno, ma il vaso può prendere forma solo partendo dall’interno. Il centro del cuore umano è stato risvegliato alla vita e fornisce tutta la forza necessaria.
IL FUOCO
Poi c’è il fuoco in cui il vaso si solidifica. Un fuoco troppo alto o troppo basso danneggia il processo alchemico. Se il vasaio è consapevole del grandioso lavoro che sta facendo, è anche in grado di contribuire affinché ciò avvenga in modo corretto.
Ciò è possibile solo se egli comprende il proprio ruolo: da un lato fa ciò che deve fare, e dall’altro deve ritirarsi al momento giusto, cedendo alla forza del fuoco.
L’UOMO
Quando alla fine il forno viene aperto, il risultato di un immenso processo appare: l’acqua e l’argilla, il fuoco e l’aria della natura temporale sono state composte in una nuova materia mediante l’acqua, l’aria e il fuoco dello Spirito.
La morbida argilla si è trasformata in un solido vaso. Il vasaio può rilasciare allora la sua opera e versare la vita senza tempo all’interno del vaso, dove sarà protetta, avvolta e portata avanti. L’eternità senza tempo riempirà l’ampio spazio libero del cuore dell’uomo.
Così opera il vasaio:
Il vasaio si siede dietro alla sua ruota. Con il piede spinge il volano verso il basso, in modo da farlo ruotare. Il volano è collegato con un piccolo disco rotondo che gira insieme alla ruota grande. Il vasaio pone sul disco una palla d’argilla, utilizzandone una quantità leggermente superiore rispetto a quella che ritiene gli sia necessaria per poter fare un grande vaso. Tenendo le mani all’esterno dell’argilla, il piede del vasaio spinge il volano fino a raggiungere la velocità adeguata.
Allora il vasaio toglie il piede dal volano, controlla di essere seduto esattamente al centro e si concentra sul lavoro che deve fare. Appoggia la mano intorno alla massa d’argilla tenendo immobile il resto del corpo. Ora comincia la parte più importante dell’intero processo: egli deve fare in modo che l’argilla stia nel centro esatto del disco che ruota; questa operazione è chiamata centratura. La centratura è il compito più difficile. Il vasaio deve dedicarsi completamente ad essa.
Sono necessarie molte ore, giorni, sì, anni, prima di avere la padronanza di quest’atto. Se egli usa troppa acqua l’argilla diviene una massa molle che perde forma e crolla. Nondimeno, se usa poca acqua l’argilla rimane dura ed egli non può farne nulla. Il vasaio si abbandona al processo che avviene davanti a lui sul disco che ruota.
Ha bisogno di tutto il suo corpo, e usa alternativamente il piede e le mani. Concentrandosi su ciò che il vaso richiede nel corso di ogni fase, egli assume di conseguenza un ruolo ora attivo, ora di servizio. La mano che sta all’interno spinge la forma verso l’esterno. La mano che sta all’esterno oppone la stessa quantità di resistenza in modo che sia mantenuta la forma corretta.
È il lavoro all’interno che dà forma all’esterno. Non il contrario!
Il vasaio mette tutto il suo corpo al servizio del processo: il suo piede mantiene la giusta velocità del volano e le sue mani danno forma alla parete del vaso, sia all’interno sia all’esterno. Poiché egli siede nel centro perfetto, l’argilla rimane centrata. L’acqua mantiene l’argilla malleabile.
Anche badare al fuoco nel forno esige attenzione, poiché richiede un attento controllo del processo di riscaldamento. Se il vasaio attizza il fuoco troppo velocemente, il vaso brucerà. Se lo attizza troppo lentamente, allora utilizzerà più energia del necessario. Se il fuoco è troppo basso, il vaso diverrà fragile e inutilizzabile. Se il fuoco è troppo forte, il vaso diverrà un’informe sostanza simile al vetro.
Una volta che il vaso ha raggiunto la giusta temperatura, allora può tranquillamente raffreddarsi. Durante il processo di raffreddamento, la zona intorno al forno viene riscaldata molto dolcemente e in modo omogeneo: un calore simile a quello del sole.
Solo quando l’uomo dimentica se stesso,
e apre gli occhi al mondo,
vede ciò che è reale e vero,
e chi conduce e sostiene la sua vita.
Vede colui che impregna i mondi
col soffio benigno del suo respiro.
Ovunque vai, ovunque sei,
di te, o uomo, l’immagine crea.
Egli è l’inizio e la fine del mondo.
È il re degli spiriti gioiosi.
E si rivolge a te, o uomo, e ti tende la mano,
Lui, l’eterno creatore dell’universo.
A Lui dedico questa canzone,
e piego i miei versi e la metrica al suo respiro,
affinché nulla rimanga, se non Lui,
nell’ora in cui mi perderò.
O uomo, solo in Lui è la tua libertà
quando, nell’Altro, Egli si mostra
quale tuo fratello nella rossa aurora
del sole di Cristo: quale beatitudine!
Una corrente silenziosa di mille colori
fluisce dalla terra, e illumina di pace e di saggezza
coloro che hanno conosciuto le pene più profonde,
e che ora scoprono lo Spirito all’orizzonte.
Nel rosso delle nubi divenute l’oro della Rosa,
nel cuore della terra,
un uomo nuovo colmo d’amore
si alza e dice: «Tutto è compiuto».
L’architetto dell’universo – poesia di John Wolfgang Busch, Norimberga, Germania.
Articolo tratto dalla rivista Pentagramma – Edizioni Lectorium Rosicrucianum
Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro
https://www.lectoriumrosicrucianum.it/
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