
L’esperienza umana è condizionata o libera in relazione ai programmi di vita in cui si svolge.
Le convinzioni continuamente riproposte diventano facilmente limiti autoimposti entro i quali ci si rinchiude fino ad esserne soffocati.
Una delle principali convinzioni è che la nostra esperienza di vita non abbia alternative. Ciò è vero solo parzialmente e dipende da quanto ci sforziamo di accettare l’esistenza di altre possibilità. Infatti la coscienza individuale può costituire il fattore di chiusura o apertura nei loro confronti.
Qualunque sia la nostra convinzione di partenza, non è detto che debba per forza restare tale. Quindi ecco alcune suggestioni che possiamo prendere in considerazione per pensarci su.
Sappiamo bene che tra il dire e il fare esiste sempre una differenza, così come tra il pensiero e la sua realizzazione. Anzi spesso accade che il pensiero resti sterile, ovvero non produca alcun fatto. Siamo quindi abbastanza certi che esistano vari livelli di espressioni delle nostre possibilità, alcuni dei quali si realizzano mentre altri non sempre. Tuttavia, indipendentemente dal successivo sviluppo, non vi sono dubbi che esistano.
Lo stesso accade per i diversi piani sui quali la vita si esprime: alcuni, quelli più comuni, sono condivisi da tutti, mentre altri, meno usuali, sono accessibili solo attraverso condizioni particolari.
Condividiamo naturalmente, per esperienza diretta, il piano di vita in cui la nostra esistenza individuale ha una certa durata temporale; più difficilmente possiamo farlo per il piano di vita in cui il tempo cessa di esistere come entità misurabile.
Al solo fine di stimolare la nostra capacità di andare oltre un punto prestabilito, prendiamo in esame il diagramma inserito nell’articolo. In esso sono rappresentati ipoteticamente alcuni aspetti dell’espressione vitale sui quali potremo riflettere individualmente.
Partendo da un impulso vitale originale possiamo dividere l’area del diagramma in due zone: una superiore relativa ad una espressione di vita eterna ed una inferiore relativa ad una espressione di vita transitoria, temporanea.
La linea orizzontale 1, che divide le due aree, costituisce la traccia di un tipo di vita in cui ogni entità deve fare ciò che gli compete, senza possibilità di variazioni. Tutto è perfetto ma prevedibile. Ciò significa che la caratteristica di tale stato è la PREVEDIBILITÀ. In una condizione come questa sono poste le esistenze di quelle entità che tutte le filosofie e religioni individuano come superiori all’essere umano, deputate al suo mantenimento e aiuto. Su queste entità, proprio per la loro caratteristica di perfetta ed assoluta prevedibilità, è basata la sicurezza del funzionamento di default di ogni cosa. In termini quasi scientifici potremo dire che sono esseri viventi caratterizzati da campi morfogenetici di frequenza e ampiezza vibratoria atomica costante e conosciuta per ognuno di loro. Di conseguenza espletano funzioni aventi le medesime caratteristiche.
Al di sotto di queste frequenze vibratorie si strutturano campi morfogenetici di caratteristica parzialmente variabile ed imprevedibile. In queste condizioni tutte le entità esistenti sono dotate di almeno due sistemi operativi per espletare le proprie funzioni in vista del conseguimento dello scopo per cui esistono. Uno dei sistemi, completamente automatico, serve a gestire tutte le funzioni biologiche, l’altro, completamente autonomo, è presente solo a livello potenziale fino alla sua attivazione attraverso un processo cosciente.
Questa condizione permette che il sistema possa essere gestito in modo totalmente automatico per un tempo indefinito. È il caso delle specie animali, essere umano biologico compreso.
Essa nasce dal taglio del cordone ombelicale con l’impulso originale che ha generato tale entità e appare come manifestazione materiale, si materializza, in seguito alla continua diminuzione di frequenza conseguente.
Se, come indicato dalla linea 2, tale diminuzione prosegue senza interferenze oltre il limite di non ritorno, dopo un certo tempo il processo termina. Durante tale periodo ciò che resta della parte originale è sia rintracciabile che recuperabile. Caratteristica di tale stato è l’ INVECCHIAMENTO.
Quando invece, come indicato dalla linea 3, interviene l’azione della volontà umana, stimolata dai desideri e slegata dall’intelligenza che deriva dalle suggestioni originali, interagendo incoerentemente con il piano originale, le cose si complicano. Ogni cosa richiede, per potersi manifestare materialmente, un grande e sproporzionato fabbisogno energetico che esaurisce rapidamente l’energia a disposizione. Caratteristica di tale stato è la LIMITAZIONE (imperfezione o incompletezza da cui scaturiscono malattia e disordine).
Questo stato è quello sperimentato dall’essere umano biologico comune in cui il programma automatico è giunto al suo limite di capacità e chiama in causa il programma autonomo che entra in funzione in una modalità di autoapprendimento. L’interazione tra i due è ancora imperfetta e da ciò si generano alcuni “malfunzionamenti” apparenti.
Se i tentativi di funzionamento coerente non danno esito sufficiente, raggiunto un punto di non ritorno, la manifestazione materiale si disgrega e l’energia residua torna nello stato non manifestato. Ciò che rimane potrà nuovamente essere utilizzato attraverso nuovi processi esistenziali.
Quando, come indicato dalla linea 4, l’interazione tra i due programmi risulta coerente, le cose possono, raggiunto un punto di massa critica, cambiare istantaneamente. Discendere nella materia diventa per quelle entità un lavoro necessario ad acquisire la consapevolezza, la coscienza, e permette loro di partecipare nuovamente al Piano Originale in modo interattivo, contribuendo a creare energia per espanderlo, anziché consumarla.
Caratteristica di tale stato è l‘ETERNO DIVENIRE. È la modalità di vita a cui aspira ogni particella vivente di tutto ciò che esiste, della quale, in condizioni particolari, sono permessi “alcuni assaggi“ agli “esseri umani che hanno accettato il processo di integrazione dei due programmi e le relative conseguenze“.
L’ignoranza fondamentale di quanto descritto ha scatenato le contrapposizioni tra convinzioni di ogni genere da cui sono scaturiti gli scontri e le guerre che caratterizzano le relazioni tra gli esseri viventi.
Tuttavia anche questa situazione è destinata a cessare poichè tutto scorre, nulla si crea, nulla si distrugge, e tutto si trasforma continuamente. Ed esistono piani di vita che neppure possiamo immaginare ai quali partecipiamo senza saperlo.
Per questo tutti possiamo esistere, e, nonostante noi e le nostre diverse convinzioni, c’è posto per tutti.
Schema e testo
Pietro Cartella
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