Ne consegue che si investe in questa attività, perché con ciò si può ottenere un guadagno molto elevato.
Un esempio di come il mondo ci può scioccare: lento e soffocante, con la sua perfida morale che si mostra ineluttabile alla coscienza. Si approfitta di ciò, accettando la morte degli altri, spesso ancor giovani, così che si possa vivere bene, perché ogni pallottola è un promettente volume d’affari.
Possono tali scioccanti esperienze contribuire a una presa di coscienza? O non si osa affidarsi a queste conclusioni, così che si possa dire: ma questo io proprio non lo sapevo? Si può essere ritenuti responsabili per ciò che alcuni fanno con questo strumento di guerra? Osiamo guardare in faccia la realtà di questo mondo caduto così in basso?
Possiamo ammettere che noi siamo vittime e carnefici e non abbiamo né la forza né la possibilità di imporre al mondo e alla società un altro corso? Siamo coscienti che tutto quanto ci circonda ci separa dalla conoscenza interiore e ci impedisce di percepire con serenità il mondo, la società, noi stessi e la nostra vita interiore?
I giovani aspirano ad essere autentici, a fare esperienze autentiche e a condividerle. Non è forse questa la loro ricerca collettiva? Non è forse il loro desiderio inconscio, per il quale si incontrano alle feste e nei gruppi?
I giovani percepiscono qualcosa delle grandi possibilità e dell’elevato scopo, che è in loro come addormentato, ma non vi è in loro la conoscenza di come ciò si potrebbe risvegliare. Sperano di trovarla in se stessi. Ma la strada è piena di ostacoli. Ne consegue ancora che, passando da un ostacolo all’altro, il tutto conduca a una via faticosa, della quale ci si stanca facilmente.
È il cammino estremamente amaro, ma necessario, delle esperienze, sia per i giovani sia per gli anziani. Gli anziani hanno la responsabilità collettiva dello stato della nostra società, la res publica, il bene pubblico. Ma pure loro, quando erano giovani, avevano iniziato e contribuito, pieni di speranza, al proprio futuro in questo mondo – sulla stretta via aperta da chi li aveva preceduti.
Una speranza che si trasforma nel crudele staccato (musicale) dei fucili mitragliatori, nel lampo e nel fumo delle cinture esplosive, nell’orrore delle decapitazioni. Tutto questo lo vediamo molto chiaramente, aspramente acuito dagli eventi vissuti collettivamente.
Si può però sperare e chiedere che le esperienze portino a un punto di svolta nella ricerca: trovare un cammino verticale, trovare l’irradiazione della salutare comprensione di una luce che doni fiducia, che raggiunga il cuore e che provveda a un nuovo inizio, che porti in equilibrio la vita esteriore e la crescente consapevolezza interiore.
La parola “verticalità” è usata dagli scienziati, i quali fanno del loro meglio per evitare le parole Dio e fede; ci fanno capire tuttavia l’enorme bisogno di religiosità. C’è un desiderio crescente di esperienze religiose in un mondo secolarizzato. Molti studi sottolineano l’incapacità dell’uomo moderno a credere. Ma nel contempo sottolineano come gli uomini soffrano di ciò, poiché avvertono il bisogno di religiosità.
Finché gli uomini saranno mortali o limitati – in riferimento al loro intelletto – si può supporre che molti (indipendentemente dalla loro incapacità a credere in senso tradizionale) aspirino ancora a qualcosa di più della realtà conosciuta e sognino una condizione in cui – da un punto di vista scientifico – l’impossibile sia possibile.
L’impossibile è possibile, perché nulla è più forte della forza del cuore umano.
Il cuore attira ciò che desidera, malgrado le limitazioni e le resistenze, attraverso i campi astrali. Ciò che attrae, è da lui nutrito. Chi aspira all’impossibile, attira l’impossibile. Vibrazioni luminose affluiscono verso di noi, ciò è innegabile. Il cuore trova consolazione e illuminazione, e la testa impara a discernere. Questo essere non è né vittima né carnefice, è libero. Egli porta tutto in sé, nel grande spazio interiore dell’uomo libero, dell’uomo-spirito. Ciò significa ricevere un legame con la Luce, con la Gnosi, con il sapere interiore, con la saggezza-amore.
In questo spazio interiore, in questo spazio-senza-giudizio, la nostra compassione può fare qualcosa in questa straziante realtà. Tenendosi al centro, silenziosi e con l’aiuto della Luce, il pensiero illuminato e il cuore purificato irradiano un raggio di luce e contribuiscono così alla neutralizzazione della polarità, originata da un lato dalla violenza acuta e, dall’altro, dal cinismo strisciante.
Il primo uomo, Adamo, ha ricevuto un tempo il suo magnifico Corpo di Luce dalla forza-luce concentrata e dalla forza degli elementi, laddove gli elementi non erano ancora stati strappati e isolati l’uno dall’altro dalla maledizione, in quanto a parlare in questo modo era un unico elemento di forza. Con la caduta l’uomo ha perso questo Corpo di Luce ed è comparso il grossolano, il tangibile; l’Essere di Luce si è diretto all’interno e si è nascosto in una piccola scintilla. La capacità di riottenere questo Corpo di Luce è chiusa dentro l’uomo come un seme. Egli ha la certa speranza di riacquistare in futuro questo magnifico Corpo di Luce, purificato dalla combustione e dalla trasformazione di tutte le cose per mezzo dell’alchimia divina.
Karl von Eckartshausen
Articolo tratto dalla rivista Pentagramma – Edizioni Lectorium Rosicrucianum
Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro
https://www.lectoriumrosicrucianum.it/
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