Il tempo nel quale viviamo è particolarmente interessante nella misura in cui, dalla sera alla mattina, ogni opinione assunta può essere modificata da cima a fondo. L’apparenza di tutto quello al quale siamo legati si può offuscare improvvisamente, screpolarsi e sparire. Dietro all’apparenza c’è semplicemente il niente. Così, per non cadere nell’abisso e nella vacuità, ci aggrappiamo ad una nuova apparenza che, nel tempo, ci toglierà anch’essa il suo sostegno.
L’incertezza ci attanaglia, ma noi ci aggrappiamo all’incertezza. Dove sono i valori assodati sui quali abbiamo confidato per molto tempo? I valori che reggevano la nostra visione del mondo sono dunque una grande illusione?
Le ore, i giorni e gli anni scivolano tra le nostre dita come la sabbia, e non possiamo trattenere nulla. Ecco perché le persone ritornano così volentieri al passato, o vanno avanti brancolando nella nebbia incerta dell’avvenire. Non percepiscono il momento prezioso del presente, l’istante nel quale tutto va nel senso giusto. Corrono, senza vederlo.
Chi possiede il coraggio di riconoscere l’aspetto fragile delle cose, prendendo sul serio la volatilità del tempo, e osa affrontare le fantasie presenti in sé, rompe l’illusione e riporta il tutto alle sue reali proporzioni.
Ma che cos’è l’essenziale? La saggezza occidentale ce lo dimostra chiaramente mediante il linguaggio simbolico iniziatico delle fiabe, per esempio Cenerentola. Il fondamentale, l’essenziale in noi è piccolo, fragile e insignificante. È come una povera ragazza addetta al focolare che cerca, per la sua sussistenza, le “lenticchie nelle ceneri del fuoco” che si gli sono state lasciate.
Ricordate la poesia di Camphuysen, di alcuni secoli fa:
Là molte lotte devono essere condotte,
molte croci e mali patiti,
là ci devono essere delle virtù sacre,
un sentiero stretto deve essere seguito
e molte preghiere invocate;
fintantoché siamo quaggiù,
così la pace dopo di noi sarà.
Sì, in primo luogo si devono avere molte esperienze in una vita. Bisognerà subire molte amare delusioni, principalmente nei confronti di se stessi, prima di trovare il coraggio e l’onestà per fare un passo indietro e divenire modesto. Talmente modesto che l’uomo ritorna all’essenziale e si rende conto che ha messo in gioco la cosa più preziosa che possiede, come un figlio illegittimo, per raggiungere degli obiettivi che riconosce adesso come illusori.
Quest’essere prezioso e misterioso, non trova la sua origine nella materia grossolana che ritorna sempre in polvere, sebbene sia dissimulata nella materia delle cose. La sua origine è infinitamente più grande. Sembra sia necessario un principe per vederlo di nuovo: un messaggero, un emissario di una coscienza superiore. E la scarpetta di cristallo, la più umile prova della vera origine di Cenerentola, è il passaporto per mezzo del quale l’anima può ottenere delle “nozze” migliori, reali e maestose. Questa coscienza superiore ingloba la coscienza vecchia e limitata, e vuole penetrarla interamente. Non per accaparrarsene, ma per realizzarla e renderla infinitamente felice.
Hansel e Gretel è probabilmente la fiaba più adatta ai nostri tempi. Non solo gli eroi si perdono, ma l’est e l’ovest sono sempre in movimento e le strade piene di viandanti. Nella sua marcia verso il sole e il mare, il viaggiatore occidentale ha bisogno di un biglietto di ritorno. Ma quanto è lungo il cammino quando non si ha un posto dove andare? Non tutti possono seminare piccoli ciottoli per ritrovare la via del ritorno. Questo è valido nel mondo esteriore come nel nostro interiore. E quante vie sono accidentate o bloccate?
I primi cristiani erano chiamati “il popolo in cammino”. Questa è la chiave che apre il racconto e la coscienza: la via della Verità, così leggera che non ha bisogno di prendere posizione; la via dell’Amore, così grande che non esclude nulla, e la via della Vita, in cui ogni essere è alla ricerca della propria realizzazione.
Il mondo continua a girare e le fiabe ritornano alla vita. Hansel e Gretel si sono persi e arrivano alla casa di zucchero della strega. Degustano la sua abitazione che è fatta di caramelle e biscotti. Hansel, che rappresenta la massa umana, diventa obeso e lento. Ma Gretel è cosciente del pericolo, e non vuole essere messa all’ingrasso per servire da cena ed essere sacrificata al ragno nella tela.
Il fuoco del focolare è alimentato, e la strega verifica ogni tanto se i bambini sono sufficientemente grassi. Gretel inganna la strega porgendo un bastoncino attraverso le sbarre della prigione. Quando il momento è giunto e il braciere è abbastanza caldo, i bambini sono portati; la strega toglie loro tutta la loro energia per utilizzarla ai suoi fini. Ma Gretel, in quanto “spirito”, è vigile e spinge la strega nel fuoco, affinché sia lei a bruciare. Adesso ci sono due focolari accesi, quello della strega e quello dello spirito. Il racconto pone i bambini – noi tutti – sul sentiero che riconduce a casa, ed è ciò che ha sempre fatto.
Un fuoco spirituale indica la strada del ritorno. Mai come ora tanti libri per bambini sono comparsi, ed è un bene che le fiabe attirino di nuovo l’attenzione. Tutti si possono riconoscere, sia a livello individuale sia collettivo. Le fiabe ci rivelano molto più di quel che non si sospetta, e possono essere vivificate in caso di necessità. Abbiamo solamente bisogno di comprenderle di nuovo, di interpretare il loro linguaggio per il nostro tempo e di concepire in modo ludico ciò che significano. L’uomo è una creatura di carne che può essere messa in movimento; il sangue scorre nelle sue vene. Con un vigore quasi incomprensibile, il cuore trasporta il sangue attraverso il corpo. Anche la terra possiede un cuore, un nucleo animatore centrale.
E l’aria – l’ossigeno, l’azoto e il diossido di carbonio di cui abbiamo bisogno per vivere – ci è profusa continuamente da così tanto tempo che non siamo neppure in grado di immaginare; elaborata molte e molte volte da Gaia (la Terra), questo organismo incredibilmente sofisticato, in collaborazione col sole (Zeus o Giove), lo spirito della vita, purificato, conservato e messo a nostra disposizione. Proprio per essere al servizio dell’uomo e del suo sviluppo. Non per provocarne la sua distruzione, giacché altre forme di vita inferiori lo spogliano delle sue energie vitali.
La terra e l’umanità sono legate per l’eternità, ma adesso, sembra che qualche volta lei, la “bestia”, il “drago dei miti” sia liberato per divorare tutto ciò che è delicato, raffinato e nobile. Dove sono il fiero Michele o Giorgio per abbatterlo? La terra “suda”, l’uomo soffoca, delle energie cercano ad ogni costo un’uscita.
Perché il modo più intelligente è di ridivenire “padroni” del proprio sistema. Al fine di riportare lo spirito nella sua vita, e agire di conseguenza. Guardate di nuovo i vostri simili con gli occhi dello spirito, distogliete i vostri occhi dalla faccia pietrificante della Medusa, lasciatevi guidare dal filo di Arianna. Voi avete il potere di togliere al Minotauro la sua influenza sui vostri atti o di gettare la strega nel fuoco, perché essa vive solamente nella misura in cui la vostra coscienza glielo permette. Per il filo di Arianna, ciò che era un labirinto un tempo è diventato un corridoio a spirale settemplice. Teseo vince il mostro. Gretel spinge la strega nel fuoco. La fiducia nello spirito, qualunque cosa succeda, è la cosa più importante della vostra vita.
Non lasciate il filo! Il “fuoco dello Spirito” non si spegne mai; è ciò che suggerisce il messaggio di speranza che traspare in tante fiabe, miti e scritti sacri, sotto differenti angolazioni. Tutto è come nella storia di Biancaneve, con quel pezzo di mela inghiottita, i sette gradini del servizio che bisogna compiere nella casa dei nani; il sonno profondo causato dalla mela, il principe, lo spirito che con il suo bacio risveglia l’essenza del regno trascendente della coscienza superiore. Il bacio dello spirito è destinato a tutti; tutti sono toccati. Svegliatevi, fate presto, è ciò che rivela il messaggio.
Articolo tratto dalla rivista Pentagramma – Edizioni Lectorium Rosicrucianum
Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro
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