
Letizia Maria Ferraris, Presidente CSI Piemonte
A cura dell’avvocato Letizia Maria Ferraris, Presidente CSI Piemonte
Presidente, come possiamo raccontare questa iniziativa?
L’iniziativa nasce dall’esperienza maturata con la rassegna di webinar “Sicuri di essere sicuri? Privacy e cybersecurity per gli Enti locali”, iniziata nel febbraio 2021. Organizzata dal CSI in collaborazione con Regione Piemonte, ANCI Piemonte e UNCEM Piemonte, gli incontri sono rivolti all’intera cittadinanza e hanno riscosso notevole successo. Siamo nel pieno della terza edizione.
Il CSI Piemonte, che presiedo dal 2019, è una delle più grandi aziende informatiche italiane che realizza servizi digitali per la PA, quelli che le imprese e, appunto, i cittadini utilizzano quotidianamente. È la tipologia di servizi, sempre più digitali, a dover aumentare l’attenzione ai numerosi profili riguardanti la protezione dei dati.
Gli ambiti della vita quotidiana lambiti dalla circolazione del dato possono oggi diventare presidio di tutti gli attori che partecipano alla catena della gestione delle informazioni, per non rimanere appannaggio dei soli “addetti ai lavori”. Per questa ragione abbiamo voluto dare continuità al titolo e con un appuntamento al mese provare a semplificare – laddove possibile – una materia tecnica e specialistica.
Come si può riassumere ruolo e missione del CSI?
L’Ente ha un’esperienza di oltre 45 anni nella gestione dei sistemi informativi della pubblica amministrazione. È una realtà che gestisce tutta la filiera dell’informazione, dalla costruzione dell’infrastruttura all’elaborazione finale del dato. Raccoglie inoltre una varietà diversificata di enti pubblici (Regione, Comuni, ASL, Partecipate, Università…).
Poiché nessuna realtà contemporanea può affrontare da sola le minacce informatiche sempre più sofisticate, quale fornitore di ‘informazione’ il CSI da tempo fa la sua parte nella formazione, per creare quella consapevolezza idonea a non lasciare indietro nessuno, per conoscere e capire, per accompagnare il cambiamento informatico con responsabilità. Solo la conoscenza – che è anche competenza – favorisce l’uso corretto, cioè consapevole e responsabile delle tecnologie.
Cosa si può aspettare il lettore da questa rubrica?
Ogni innovazione porta con sé opportunità e rischi. In una società in cui la riservatezza è a rischio ogni giorno, dove le persone interagiscono inevitabilmente con la macchina e la rete, si deve riscoprire la ‘privacy’, come un diritto e un dovere fondamentale.
Educarci e sensibilizzarci alla cultura della percezione del rischio e alle problematiche legate agli attacchi esterni rispetto al trattamento dei dati personali è dunque un’urgenza.
Come noto, ogni informazione immessa sui social network diventa un dato di cui si perde il controllo, perché viene trasformato e qualcuno potrebbe persino farne un uso illecito.
Questo porta a riflettere su altro tema centrale: non basta definire processi e tecnologie, appare piuttosto decisivo un approccio culturale sulla sicurezza informatica e sulle modalità per affrontarlo, accompagnati da senso critico per valutare comportamenti e situazioni in una realtà tecnologia che si evolve sempre più velocemente.
È anche per questi motivi che le aziende, pubbliche e private, investono nelle migliori pratiche di formazione continua del personale e nella promozione di una cultura sull’uso dei dati.
Di cosa si parlerà nella rubrica?
Affronteremo molti temi, tra cui: cybersecurity, la pietra miliare dell’accountability, la cosiddetta privacy by design, la valutazione di impatto, risk assesment, data breach, dispersione o divulgazione a terzi non autorizzati, il ‘presidio’ del dato, la portabilità, il diritto all’oblio. Si tratta di termini con cui in futuro dovremo sempre più familiarizzare; essi sono solo declinazioni di un tema più ampio: quello dei diritti della persona. La profilazione, l’ingerenza e l’uso irresponsabile costituiscono rischi connessi e conseguenti al commercio di dati che possono rendere “non sicura” la navigazione.
Essere al servizio degli enti con la produzione di piattaforme tecnologiche e servizi digitali, missione principale del CSI, non è quindi sufficiente se non si ha a cuore l’impegno di porre al centro l’essere umano.
Questo non significa solo semplificare la vita di una famiglia, di un lavoratore, di uno studente e farlo dal punto di vista economico. Ciò comporta tutelare la finalità della ‘circolazione’ del suo patrimonio identitario: in breve, proteggere la sua dignità e i suoi diritti inalienabili. Anche questo è competenza consapevole ed è salvaguardare la libertà.
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