“Salute renale per tutti: Promuovere un accesso equo alle cure e una pratica terapeutica ottimale”
Come ogni anno, la Giornata Mondiale del Rene si svolge in tutto il mondo, il secondo giovedì del mese di marzo. In Italia, la Fondazione Italiana del Rene, FIR unitamente alla SIN, Società Italiana di Nefrologia, celebrano sotto l’egida della cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la giornata mondiale del rene dal 2006 e quest’anno, si celebra il 14 marzo.
Come si presenta anche quest’anno l’avanzamento delle nefropatie?
Il 10% circa della popolazione è affetta da un danno renale, e spesso non lo sa: per attirare l’attenzione su questo problema il 14 marzo viene celebrata la Giornata Mondiale del Rene, iniziativa promossa in Italia, come già enunciato, dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN) e dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR Onlus) in accordo con le Kidney Foundations nazionali ( sono attualmente 88) e regionali nate, ormai in molti Paesi nel mondo da 19 anni proprio per contribuire alla lotta alle malattie renali, così importante sul piano clinico e sociale.
Le malattie renali sono subdole, e tanto diffuse quanto pericolose. Colpiscono i reni in modo silenzioso e spesso progressivo, sino a provocare l’insufficienza renale cronica terminale, di fronte alla quale non resta che far ricorso alla dialisi o al trapianto. Oltre 2 milioni di persone a livello mondiale sono sottoposte a dialisi o ricevono un trapianto di rene.
In Italia la MRC interessa circa il 7% della popolazione mentre sono circa 50.000 i pazienti in dialisi e altrettanti quelli che hanno ricevuto un trapianto di rene e sono in follow-up clinico nefrologico. Il loro costo in termini umani – la MRC è associata ad un elevato rischio di morbilità e mortalità e si stima che entro il 2040 diventerà la quinta causa più frequente di morte nel mondo – ed economici è elevatissimo (circa il 3% della spesa sanitaria italiana). Ma le malattie renali, pur diffuse, sono spesso prevenibili e, anche se progressive, sono trattabili, soprattutto se si interviene precocemente.
Tutte le malattie che colpiscono i vasi, possono colpire anche i reni, ed è per questo che diabete, ipertensione arteriosa, obesità, malattie epidemiche della società industrializzata, sono le cause più comuni di danno renale cronico. Il numero di persone affette da queste patologie è impressionante, si tratta di una percentuale che aumenta con l’età, si avvicina al 15% oltre i 65 anni, ed è cresciuta in vent’anni del 40%.
A questi gruppi di soggetti a rischio di sviluppare una malattia renale cronica, e che possono beneficiare di un intervento precoce, si aggiungono le persone con una familiarità positiva per nefropatie, quelle con aterosclerosi mono o polidistrettuale, con malattie immunologiche (ad es lupus, artrite reumatoide), le persone che fanno consumo elevato di farmaci antiinfiammatori, specialmente senza controllo medico, i fumatori e in genere quelle che hanno un’età superiore a sessantacinque anni.
Prioritarie sono dunque le azioni di contrasto alla malattia renale cronica come la prevenzione attraverso corretti stili di vita (dieta ricca di frutta e verdura con riduzione dell’apporto di sale, attenzione al sovrappeso, attività fisica regolare), astensione dal fumo e dall’abuso di alcol.
Circa il messaggio insito alla GMR 2024, ne parliamo con la dottoressa Franca Giacchino (foto a sinistra), presidente della Fondazione Italiana del Rene, sezione del Piemonte e della Valle d’Aosta: ”Ci teniamo comunque a ribadire il nostro messaggio. Le malattie renali sono subdole, e tanto diffuse quanto pericolose. Colpiscono i reni in modo silenzioso e spesso progressivo, sino a provocare l’insufficienza renale cronica terminale, di fronte alla quale non resta che far ricorso alla dialisi o al trapianto”.
“Il Piemonte, ci precisa la dottoressa Giacchino, è sempre stato all’avanguardia nella cura delle Malattie renali, dalla prevenzione, alla Dialisi, sino al trapianto sotto l’impulso e la tenace volontà dei pionieri della nostra nefrologia succeduti negli ultimi cinquant’anni, i professori Vercellone, Piccoli, Segoloni, Stratta ed oggi Biancone e Cantaluppi”.
Dottoressa Giacchino, Qual è la situazione che si presenta all’inizio del 2024:” Pensiamo come le recenti scoperte terapeutiche offrono opportunità senza precedenti per prevenire o ritardare le malattie renali e mitigarne le complicanze, come le malattie cardiovascolari e l’insufficienza renale, prolungando la qualità e la quantità della vita delle persone affette da un danno renale. ma solo una parte delle persone affette da queste patologie, nel mondo, giunge ad una diagnosi o viene trattato in modo adeguato. Allo stesso modo, la grande maggioranza di coloro che convivono con una malattia renale non ne è consapevole , perché , come dicevamo, nelle fasi iniziali essa è spesso silenziosa. Ne deriva la necessità di rimuovere le barriere che non permettono di usufruire di queste opportunità , legate a varie cause quali la scarsa conoscenza e fiducia nelle nuove strategie terapeutiche , i costi, la carenza di specialisti, come anche riportato nel recente Editoriale, uscito su Kidney International , del Prof Balducci e del Comitato Direttivo WKD che sottolinea come generalmente siano necessari in media 17 anni per trasferirei nuovi trattamenti dall’evidenza clinica alla pratica quotidiana”.
Come verrà celebrata la GMR 2024 in Piemonte e nella valle d’Aosta?
“In ogni unità nefrologica ci saranno manifestazioni ed iniziative aperte alla cittadinanza. Sono cinquanta i momenti di sensibilizzazione in Piemonte e Valle d’Aosta, come Porte aperte in Nefrologia con possibilità di effettuare visite gratuite in 13 Ospedali, presenza di un punto informativo dove ricevere informazioni sulla malattia renale, effettuare un controllo di valori pressori, dell’esame dell’urina ed eventualmente un dosaggio della creatinina ematica in 15 Ospedali, in un centro commerciale e in 8 piazze durante il mercato , incontri divulgativi in istituti scolastici, ludoteche , 2 camminate di salute a Torino e a Collegno per sottolineare l’importanza dell’attività fisica e degli stili di vita nella prevenzione del danno renale; verranno illuminati alcuni monumenti come il Comune di Vercelli e la Mole Antonelliana di Torino per accendere una luce su questa patologia”
“A Cuneo, conclude la dottoressa Giacchino, nel pomeriggio di giovedì 14 marzo di terrà, presso l’auditorium della Confindustria, una convention ove verranno affrontati argomenti riguardanti il trapianto renale, i piani riguardanti la gestione della MRC, gli aspetti psicologici della malattia e le possibilità di prevenzione.
Anche quest’anno le nostre due regioni si caratterizzano, fra le regioni italiane, per molteplicità e costanza di iniziative”.
Per partecipare è necessario prenotare, sino a esaurimento posti al 0171616852 della Formazione aziendale dalle 15,30 alle 17,30.
Tra le iniziative che si svolgono in Piemonte vorremo segnalare quella organizzata mercoledì 13 marzo dalla Dott.ssa Giuliana Tognarelli, (Direttore S.C. Nefrologia e Dialisi ASL TO3), che si svolgerà a partire dalle ore 12 Presso “VILLA ROSA” Via Torino, 1 – COLLEGNO (Torino) con il ritrovo nella zona antistante l’AULA GRANDE.
Il programma prevede dalle ore 12:15 – 13:30 CAMMINATA COLLETTIVA
(Necessario abbigliamento comodo)
Dalle ore 13:30 RINFRESCO c/o Atrio e Sala D’attesa del Centro Dialisi in Villa Rosa (2°piano)
Ore 14:00 EVENTO DIVULGATIVO e presentazione del corso formativo «Promozione dei sani stili di vita nella persona affetta da malattia renale cronica».
Moderatrice: Dott.ssa Giuliana Tognarelli, (Direttore S.C. Nefrologia e Dialisi ASL TO3).
Interverranno: Dott.ssa Franca Dall’Occo (Direttore Generale ASLTO3), Dott.ssa Franca Giacchino (Presidente FIR Piemonte e Valle d’Aosta), Paolo Nenci (Segretario Generale ANED), Dott.ssa Alda Cosola (Referente Promozione della Salute, ASLTO3), Dott.ssa Eugenia Pignone (Nefrologa, Ospedale Rivoli), Dott.ssa Martina Ferraresi (Nefrologa, Ospedale Pinerolo), Dott.ssa Giovanna Bonardi (Dietista, Ospedale Rivoli), Paola Scalerandi (Infermiera, Ospedale Pinerolo), Margherita Tissino (Infermiera, Ospedale Rivoli), Daniela Songia (rappresentante gruppi AMA).
Nel merito di quest’iniziativa che già negli scorsi anni ha ottenuto un consistente partecipazione di pubblico, chiediamo alla dottoressa Giuliana Tognarelli, come si presenta la situazione delle nefropatie all’ASL TO3: “
Dottoressa Tognarelli (foto a sinistra), quanti sono i pazienti in dialisi nelle sedi ospedaliere di sua competenza:
“L’ASLTO3 rappresenta una delle ASL più grandi in Piemonte con un’utenza di circa 600.000 abitanti. In questo contesto i pazienti sottoposti a trattamento dialitico sostitutivo sono circa 330. La maggior parte di questi pazienti viene sottoposta a dialisi in ambito ospedaliero (sedi di Rivoli e Pinerolo) poiché l’età media di questa popolazione è in progressiva crescita così come le plurime comorbidità da cui sono affetti, rispecchiando i dati e l’andamento della popolazione generale. Questi fattori in associazione alla carenza di caregiver rendono sempre più difficoltoso l’avvio dei pazienti affetti da malattia renale cronica terminale a metodiche di trattamento sostitutivo renale domiciliari quali la dialisi peritoneale o l’emodialisi domiciliare, metodiche che permettono una migliore qualità di vita dei pazienti, permettendo di de-ospedalizzarli e riducendo i costi di gestione della dialisi. Proprio nell’ottica di cercare di incrementare questi trattamenti domiciliari stiamo cercando di sviluppare presso le nostre sedi la “telemedicina” (televisita, teleassistenza, telemonitoraggio) che permette di seguire il paziente al proprio domicilio aumentando potenzialmente il numero di pazienti avviati a questa metodica, riduce il numero di telefonate e di visite in Centro non programmate, migliora la qualità di vita dei pazienti e fornisce loro una percezione di miglior assistenza e sicurezza, riducendo anche i costi”
Quanti pazienti portatori di trapianto di rene sono seguiti presso i suoi Centri?:
”Presso gli Ambulatori post-trapianto dei presidi Ospedalieri di Rivoli e Pinerolo sono seguiti circa 170 pazienti portatori di trapianto renale. Bisogna ricordare che il trapianto renale è il miglior trattamento sostitutivo che noi possiamo offrire ai nostri pazienti sia in termini di qualità che di quantità di vita. I pazienti affetti da malattia renale cronica terminale possono essere inseriti in lista d’attesa per trapianto renale anche prima dell’inizio della dialisi (quando la funzione renale risulta essere molto ridotta, parliamo di pazienti con filtrato glomerulare inferiore a 15 ml/min – trapianto pre-emptive) e si può essere inseriti in lista trapianto sino all’età di 80 anni se le condizioni cliniche lo permettono. Infatti purtroppo non tutti i pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale in dialisi sono idonei al trapianto, si stima però che circa il 25 – 30% della popolazione dialitica potrebbe beneficiare di un trapianto. Ricordiamo inoltre il trapianto renale da donatore vivente, opzione ancora poco sviluppata, presso la nostra Regione ed in Italia (6.3 donatori per milione di popolazione) probabilmente per carenza di informazione, rispetto ad altre Nazioni quali i Paesi Scandinavi o la Spagna o l’Olanda che detiene il primato ( 29.3 trapianti renali da donatore vivente per milioni di abitanti). Pertanto speriamo che il numero di pazienti trapiantati seguiti presso i nostri sia destinato ad un continuo incremento e che arrivi a superare il numero di pazienti in dialisi”.
Com’è svolta ed organizzata l’attività di prevenzione?
“Penso che questo sia il nodo cruciale ed il punto più difficile da sviluppare. La prevenzione necessita di una azione congiunta su diversi fronti: 1) informazione e formazione della popolazione affinchè comprenda l’importanza della dieta, dell’attività fisica e dell’adozione di corretti stili di vita come si parla da anni durante le campagne della Giornata Mondiale del rene, al fine di prevenire l’insorgenza di malattie quali il diabete mellito, l’ipertensione, le cardiopatie, l’obesità che inevitabilmente conducono ad un danno renale cronico progressivo; 2) coinvolgimento dei medici di medicina generale in modo tale che promuovano questi stili di vita, cooperino strettamente con gli specialisti (diabetologi, cardiologi, nefrologi) per poter avviare percorsi di cura adeguati il prima possibile; 3) coinvolgimento delle istituzioni perché si facciano partecipi nella diffusione delle informative sull’adozione dei corretti stili di vita stressandone l’importanza.
Riguardo alla prevenzione, presso l’ASLTO3 quest’anno è stato accreditato un corso che ha come obiettivo la formazione di operatori volontari e successivamente il coinvolgimento di pazienti per promuovere l’attività fisica per tutti, vista non come attività in palestra , ma come semplici “camminate”, poiché è stato scientificamente documentato che anche l’attività fisica non strutturata è utile nel ridurre l’insorgenza di comorbidità e la mortalità”.