
Ne rimangono tracce fra i Giardini Cavour e l’Aiuola Balbo
I Giardini Cavour e l’Aiuola Balbo sono quanto resta dell’antico Giardino dei Ripari, con i suoi viali che correvano sulla linea dei terrapieni sorti dove si trovavano in origine i baluardi di San Giovanni e di Sant’Andrea.
I Giardini Cavour sono una delle poche aree verdi torinesi, oltre ai Giardini Reali, la cui articolazione risente tuttora in maniera evidente della presenza della struttura degli scomparsi bastioni.
La loro origine, al pari di quella della vicina Aiuola Balbo, si colloca nel quadro del piano di ampliamento della città del 1817, disegnato da Gaetano Lombardi, che prevede di realizzare un quartiere residenziale nell’area: il progetto è di forma triangolare, compresa tra il fronte difensivo sud, il Po e il Viale del Re che lo smantellamento delle mura, avvenuto in epoca napoleonica, ha reso disponibile.
Avviate le operazioni di lottizzazione nel 1821, affidate allo stesso Lombardi, è subito chiaro che sarebbe difficile e oneroso superare il dislivello tra il livello precedente della città sotto l’ancien régime e quella dell’area oggetto di ampliamento. Si realizzano, quindi, nel 1825, i Giardini dei Ripari, che sarebbero durati fino al 1872, quando erano ormai in stato di abbandono.
Tutto intorno nasce il Borgo Nuovo, un quartiere destinato a residenze signorili per la nobiltà, con un’area verde ad abbellire tutta la zona. Dotato di viali e collinette, esso si estende da piazza Bodoni a piazza Maria Teresa.
Progettato da Giovanni Barone, il Giardino dei Ripari rappresenta una vera attrazione nella città dell’epoca. Al centro viene installata una fontana, ma il luogo principale di ritrovo è il Caffè La Rotonda, progettato da Barnaba Panizza: ha pianta circolare, è alto due piani ed ha una terrazza dalla quale un’orchestrina allieta i passanti e i clienti con musica e concerti.
In breve tempo il Giardino dei Ripari diventa una delle mete urbane preferite dei torinesi. In seguito, l’esigenza di ricavare spazi per l’edilizia e l’apertura del Parco del Valentino nel 1858 portano al declino del Giardino.
Le attuali piazza Cavour e l’omonimo Giardino sono ambienti caratteristici che ricordano l’antico Giardino dei Ripari. La piazza, dedicata a Camillo Cavour dal 1861, anno della sua morte, sarà risistemata nella versione odierna, nel 1872, dall’architetto Ernesto Balbo Bertone di Sambuy. Il Giardino Cavour custodisce due alberi monumentali: un platano di oltre 33 metri ed un ginko biloba di circa 27 metri. Tra i monumenti presenti nel Giardino ricordiamo quelli dedicati a Re Carlo Felice e al Conte Nicolis di Robilant; un busto del Mahatma Gandhi e un’opera a memoria del poeta piemontese Pinin Pacòt.
L’Aiuola Balbo, nonostante il nome, misura oltre 11.000 metri quadrati di superficie; risistemata nel 1874 da Edoardo Pecco, è poco distante dai Giardini Cavour e si affaccia su via dei Mille ed è compresa fra via Cavour, via San Massimo e via Accademia Albertina: essa è costituita da una grande vasca centrale con fontana attorniata da alcuni monumenti di personaggi illustri. Il più importante è dedicato a Cesare Balbo di Vinadio (sepolto nella cripta del Duomo di Chieri), opera di Vincenzo Vela; qui sono stati immortalati anche anche Daniele Manin e Gustavo Modena. Vi si trova anche il busto di Salvatore Pes di Villamarina.
Nella Aiuola Balbo è stato girato il film Robinet troppo amato da sua moglie, del 1912.
La piazzetta, vista al tramonto, fra gli zampilli d’acqua e il profilo dei palazzi, assume un aspetto assai romantico, che a qualcuno ricorda un angolo parigino, ma noi siamo campanilisti, e crediamo che Torino non abbia nulla da invidiare alla capitale francese, in quanto a gusto rétro e fascino senza tempo.
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