La leggenda del Paladino Orlando e un grande masso erratico
Il complesso è un’antica casa-forte ubicata in Val Susa, testimone di storia e leggenda; Cascina Roland deve il suo nome ad un grande masso erratico situato accanto alle sue mura.
E’ spaccato di netto in due parti; la leggenda narra che sia stato tagliato dalla spada Durlindana del paladino Orlando, furioso per la perdita della donna amata. Secondo la tradizione del cosiddetto ciclo carolingio, la spada di Orlando, paladino del re dei franchi, aveva poteri magici.
Le origini dell’arma non sono chiare, lo stesso ciclo carolingio propone diverse ipotesi, anche se la più conosciuta è che a forgiare la spada sia stato Galan il fabbro. La Chanson de Roland vuole, invece, che la spada sia stata donata a Orlando da Carlo Magno, che l’avrebbe a sua volta ricevuta in dono da un angelo; il poema Orlando Furioso di Ludovico Ariosto sostiene che la spada sia stata donata al cavaliere da Malagigi. Secondo l’Orlando innamorato è un tempo appartenuta a Ettore di Troia (tuttavia non c’è nessuna menzione della spada nella Iliade).
Un masso erratico, spesso appellato “masso delle streghe” è un grande blocco di roccia, sulla cui natura si è a lungo discusso fra gli scienziati, probabile traccia dell’antica posizione di un ghiacciaio. Altri due massi erratici famosi, in provincia di Torino, si trovano a Moncalieri (Roc di Santa Brigida) e a Rosta (Torino), nei pressi della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, luogo di sosta sulla Via Francigena.
La planimetria della Cascina Roland è assimilabile ad un recinto quadrato mancante di una porzione nello spigolo sud-est.
L’accesso principale avviene al centro del fronte nord, prospiciente la S.S. 24, in corrispondenza di un tratto di cinta merlato che separa due corpi di fabbrica. Quello a sinistra, preceduto dal citato e leggendario “masso di Rolando”, ha caratteri di edificio residenziale ed è caratterizzato da due finestre ad arco acuto, databili tra il XIV ed il XV secolo.
Sull’intonaco residuo si leggono ancora poche tracce di figurazioni affrescate, in cattivo stato di conservazione, di cui è ormai impossibile identificare il soggetto decorativo. Una porta, recentemente riaperta, permette l’accesso diretto al fabbricato, probabile sede di soste temporanee dei feudatari o degli ospiti illustri.
I rimanenti fabbricati denunciano la destinazione rurale cui sono stati adibiti, con successivi riadattamenti, per lungo tempo.
Nel secolo XI il territorio di Vllar Focchiardo appartiene alla chiesa di San Giusto di Susa e, per un breve periodo, vi ha giurisdizione l’antica certosa di Montebenedetto. Tra il XII ed il XIII secolo lo governano i Visconti di Baratonia (il cui predicato deriva da un piccolo Comune, autonomo fino al 1870 ed oggi frazione di Varisella), fedeli sudditi sabaudi, che cedono il dominio valligiano ai nobili Bertrandi: a questi ultimi si devono, probabilmente, le opere di ampliamento e rinforzo di una struttura già esistente.
In epoca napoleonica la Cascina Roland diventa azienda agricola e tale rimane, con frazionamenti progressivi di proprietà fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, quando viene acquistata dalla Provincia di Torino.
Nel 2012 è stata riaperta e adibita a ristorante, grazie alla gestione della Cooperativa Gaia.
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