
Tra i suoi fondatori illustri Quintino Sella, Bettino Ricasoli, Giovanni Battista Schiapparelli
Il 23 ottobre 1863, a Torino, in una sala del Castello del Valentino, viene fondato il Club Alpino Italiano. In questo prestigioso ambiente si sono riuniti in assemblea una quarantina di soci che approvano lo statuto del CAI e votano il primo consiglio di direzione. Si tratta, come scriverà Massimo Mila, di «un piccolo mondo cittadino di personaggi autorevoli, gentiluomini, studiosi, professionisti, benestanti, che evadevano dalle costrizioni della vita di città percorrendo le Alpi, per lo più col pretesto di compiere studi geologici» (1).
All’atto di fondazione sono presenti, fra gli altri, il chimico Giovanni Battista Schiapparelli e l’uomo politico ed economista Bettino Ricasoli.
In una seconda seduta, il 30 ottobre, la direzione del CAI elegge presidente Ferdinando Perrone di San Martino, che morirà l’anno successivo, lasciando la guida a Bartolomeo Gastaldi (2), amico e compagno di studi di Quintino Sella.
Il CAI rimane al castello del Valentino per due anni, quindi compie numerosi spostamenti: nel 1865 si trasferisce in via Bogino 10, nel 1866 a Palazzo Carignano, nel 1873 in via Carlo Alberto 43, nel 1873 in via Po 19, nel 1877 in via Carlo Alberto 21, nel 1880 in via Lagrange 13, nel 1885 in via Alfieri 9, nel 1903 in via Monte di Pietà 28, nel 1929 in via San Quintino 14. Il 5 marzo 1933 viene inaugurata la nuova sede di via Barbaroux 1, dove si trova ancora oggi il CAI.
Il CAI al Monte dei Cappuccini
Il 9 agosto 1874 la Sezione di Torino del CAI inaugura un chiosco al Monte dei Cappuccini, costruito dal Municipio di Torino e battezzato “Vedetta Alpina” per la vista sulle Alpi, che costituirà il nucleo del futuro Museo della Montagna.
Nel 1877, grazie a una nuova intesa tra Città e CAI di Torino, nasce la Stazione Alpina; la Vedetta e le prime sale per le collezioni trovano collocazione nelle sale dell’ex convento divenute di proprietà civica. Già nel 1880 la struttura può essere considerata un vero e proprio museo con tanto di sale espositive, biblioteca e, naturalmente, la “vedetta” con il suo cannocchiale per scrutare l’arco alpino.
L’epopea della montagna è in corso, fra sfide eroiche a scalare le cime più alte e le descrizioni di valenti narratori ed esploratori. Nel 1885 viene pubblicato Tartarin sur les Alpes di Alphonse Daudet, mentre nella cultura italiana il libro più significativo è Alpinisti ciabattoni dello scapigliato Giovanni Cagna, che risale al 1888. Nello stesso anno, mentre è iniziata la crisi dell’alpinismo eroico, John Ruskin si reca per l’ultima volta a Chamonix. L’autore dei Modern Painters, che aveva condannato come funamboli profanatori gli alpinisti impegnati a scalare quelle che lui stesso aveva definito le «cattedrali della terra», si trova di fronte ai primi segnali di un’invasione di massa della montagna. Il turismo alpino inizia a presentare il conto e fra le vette fanno la loro comparsa le prime tracce di inquinamento. Al proposito, scrive Ruskin: «La società moderna, poi, va in montagna non per digiunare, ma per festeggiare, e, abbandonando i ghiacciai, li lascia coperti di ossa di pollo e gusci d’uovo».
E nel luglio del 1890, durante un soggiorno al Grand Hotel di Ceresole Reale, Giosuè Carducci compone l’ode al Piemonte e ai suoi monti: “Su le dentate scintillanti vette salta il camoscio, tuona la valanga da’ ghiacci immani rotolando per le selve croscianti: ma da i silenzi de l’effuso azzurro esce nel sole l’aquila, e distende in tarde ruote digradanti il nero volo solenne. Salve, Piemonte! (…)”.
Torniamo a Torino e al CAI. Il 17 maggio 1891 viene inaugurata la Palestra Ginnastico-ricreativa della Sezione di Torino, collegata con il Museo: vi si trovano sale per attività sportive e d’incontro e un ristorante. I lavori vengono completati nel 1893: il 15 giugno viene aperta l’Aula Maxima della Palestra, poi nota come Sala degli Stemmi, affrescata dal pittore Ernesto Smeriglio.
Nel 1898 la Stazione diventa Museo Alpino: le raccolte e le attività si arricchiscono fino al 1939, quando la struttura viene chiusa per lavori.
Nel 1942, l’edificio del Monte dei Cappuccini, ristrutturato dalla Città di Torino, accoglie il rinnovato Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”; la struttura del CAI di Torino, nonostante gli anni difficili e i danni della guerra, è diventata un’istituzione di valenza nazionale. L’edificio viene ristrutturato nuovamente nel 1978 e ancora nel 2005, in vista delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, con un importante intervento di riallestimento del Museo Nazionale della Montagna. La vecchia Palestra attualmente ospita tutti i corsi di formazione e le attività del CAI di Torino.
Note
1.Massimo Mila, Scritti di montagna, Einaudi, Torino 1992.
2.Bartolomeo Gastaldi (Torino, 10 febbraio 1818 – Torino, 5 gennaio 1879). Geologo, archeologo e paleontologo italiano, uno tra i pionieri nello studio della geologia delle Alpi (a lui si deve la prima mappatura delle montagne intorno Torino) e della glaciologia del territorio piemontese.
La foto di copertina è tratta da wikimedia commons.
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