La storia infinita…
Le puntate di questa storia sembrano essere senza fine. Colpi di scena inaspettati come quello dell’arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ora agli arresti domiciliari, si intrecciano con le forme sempre più marcate di protesta che stanno interessando i Comuni di Altare, Bergeggi, Quiliano, Vado Ligure e Savona.
Per il 27 luglio è prevista una mobilitazione che interesserà migliaia di persone che formeranno una simbolica catena umana per manifestare contro il progetto del Rigassificatore, che sta subendo attacchi da ogni parte.
Significativa e sicuramente inaspettata la “mossa” del Presidente Toti che consiste in una presa di distanza dalla vexata quaestio che, tradotta in poche parole, risulta così: “Il rigassificatore è un problema del Governo… noi non c’entriamo…”. Una posizione a dir poco pilatesca che mette in evidenza quanto stiano cambiando le carte i tavola.
Scivolato ad altra data anche l’incontro tra il presidente della Regione pro tempore, Alessandro Piana, e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Piccoli grandi segnali che, se letti con attenzione, rivelano la sensazione che quello del rigassificatore a Savona-Vado sarebbe un pericoloso autogol per il centrodestra.
Senza contare che la Liguria è seriamente a rischio di elezioni anticipate.
A spostare il baricentro delle scelte politiche sul contestatissimo rigassificatore ha sicuramente contribuito anche l’incontro romano tra il sindaco di Savona, Marco Russo, e il capo di Gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputi.
L’oggetto dell’incontro è stata la richiesta ufficiale di Russo di richiedere lo stopo definitivo al trasferimento del rigassificatore da Piombino a Savona-Vado.
Russo, dopo l’incontro, ha dichiarato di essere soddisfatto dell’apertura al dialogo con il Governo:
“Il Governo è disponibile al dialogo e a valutare tutte le possibilità…”
“Ho trovato grande attenzione e disponibilità a esaminare la situazione anche alla luce delle nostre considerazioni, in un colloquio approfondito…”
Quella del rigassificatore si è trasformata in una vera “patata bollente”, un pericoloso accidente politico che potrebbe far perdere molti voti al centrodestra.
Da ricordare che proprio il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, durante il periodo in cui Toti si scagliava con veemenza contro i “terrapiattisti” contrari al suo progetto, diede le dimissioni lasciando la lista Toti, di cui era capogruppo, per tornare a Forza Italia.
Evidentemente Vaccarezza valutò seriamente il rischio di creare una pericolosissima impopolarità in un territorio che si è dimostrato compatto contro la collocazione della Golar Tundra.
Visti i risultati positivi ottenuti alle elezioni europee, evidentemente, prendere le distanze dal suo ex presidente si è rivelata una mossa vincente.
Potremmo usare una metafora ed affermare che si tratti di una situazione molto liquida, dove le precedenti posizioni potrebbero lasciare il posto a nuove ipotesi e nuove soluzioni.
A volte, quando una conclamata opportunità si trasforma in un pericoloso problema, si adotta la strategia di cambiare il suo nome, come per scaricare su quello precedente tutte le evidenti negatività…
E’ il caso, si fa per dire, della Golar Tundra? Il nome del sopracitato rigassificatore recentemente ribattezzato Italis LNG?
Leggiamo in un comunicato ufficiale annunciato da Snam: “Italis LNG è il nuovo nome – approvato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – della nave rigassificatrice di Snam operativa dal luglio 2023 nel porto toscano di Piombino, che con l’iscrizione nel registro navale italiano batte anche la bandiera tricolore al posto della precedente, appartenente alle Isole Marshall.”
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Ogni commento sarà sempre gradito…
Spero che questa storia si ricordi quale significativa per come la destra affronti le problematiche ambientaliste. Non è certo infatti questo un caso isolato ma può servire a molte persone per aprire gli occhi.