Siamo al termine di una settimana, o meglio di un lungo periodo caratterizzato da violenze di piazza contro le Istituzioni, le forze dell’Ordine e i cittadini inermi, da parte di eterogenei soggetti, abilmente manovrati.
Con i tanti protagonisti: le femministe che nascondendosi dietro alla deprecazione della volenza contro le donne, attaccano con violenza la polizia.
Il meticciato imperante e l’immigrazione incontrollata, purtroppo a lungo tollerati che hanno messo a ferro e fuoco interi quartieri delle città, Milano in primis.
Il segretario della CGIL che, dietro al paravento della dichiarazione dello sciopero generale, incita alla rivolta popolare e ricalca le sue affermazione per incitare le masse in manifestazioni scomposte. Torino pare sia la meta preferita.
Senza tralasciare il mancato rispetto del cittadino da parte di chi protesta, con scioperi striscianti che colpiscono settori vitali.
Siamo stufi di subire questi modelli culturali, con eroi negativi ostentati. Cerchiamo di ritornare ai valori positivi della nostra tradizione e civiltà.
Rileggiamo una toccante poesia di Francesco Pastonchi, indimenticabile poeta e docente alla nostra Università, che ci riporta al valore ed al significato della maternità da più parti negata e osteggiata.
Che cosa è una mamma
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti dà:
per quanti gliene domandi,
sempre uno ne troverà.
Ti dà il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia;
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande.
Una mamma è come il mare.
Non c’è tesoro che non nasconda.
Continuamente con l’onda
ti culla e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farla sanguinare:
Subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero.
Tutto comprende, tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la tua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
poi calpestarla in tutta la persona:
ti dirà: “Buon cammin, bel cavaliero!”.
Una mamma è questo mistero.
Francesco Pastonchi
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