Di origini genovesi, la nostra Città gli ha dedicato una chiesa, una via e una piazza
La Città di Torino ha dedicato, nel quartiere Aurora, una via e un giardino al Cardinale Gaetano Alimonda, torinese di adozione, che ne è stato Arcivescovo dal 1883 al 1891. L’intitolazione della via risale al 27 ottobre 1930, con una delibera del Podestà di Torino, Ugo Sartirana (1).
Gaetano Alimonda nasce a Genova il 23 ottobre 1818, studia nel Seminario di Genova, si laurea in teologia nella locale Università. Ottiene il suddiaconato il 17 dicembre 1842, diventa diacono l’11 marzo 1843 ed è ordinato sacerdote il 10 giugno dello stesso anno.
Per molti anni sarà Rettore del Seminario genovese, durante i quali è nominato Prelato Domestico di Sua Santità.
Si dedica con fervore allo sviluppo della stampa e delle associazioni cattoliche. Nell’estate del 1848 è fra i promotori de L’Armonia; fonda, con don Antonio Campanella, Il Cattolico di Genova, foglio intransigente che sarà pubblicato dal 26 luglio 1849 al 31 dicembre 1850.
Candidato politico, per il collegio Genova V nel 1853, e di Cicagna nel 1857, ma non verrà eletto.
Nel 1864 inizia, su richiesta di Mons. Charvaz, quelle conferenze che, più dei molti e pregevoli suoi panegiricì, discorsi e lettere pastorali, gli daranno fama di grande oratore. Queste prediche, da lui pronunciate in S. Lorenzo, fino al 1876, sono state raccolte in alcuni volumi editi a Genova: L’uomo sotto la legge del sovrannaturale (I e II 1866, III e IV 1868), Il sovrannaturale nell’uomo (I e II 1870, III e IV 1872), Problemi del secolo XIX (I e II 1874, III e IV 1876), valgono a introdurre, con successo, un genere oratorio che si è affermato in Francia con Lacordaire, ma incontra in Italia opposizioni e resistenze.
Il 21 settembre 1877 è nominato Vescovo di Albenga; il 12 maggio 1879 è elevato al rango cardinalizio, nel Concistoro indetto da Papa Leone XIII, con il titolo di S. Maria in Traspontina.
Il 9 agosto 1883 è nominato Arcivescovo di Torino.
Il Card. Alimonda è un amico di don Bosco (che va a visitare a Valdocco) e vede il ritorno alla chiesa di Carlo Passaglia (2) e di Cristoforo Bonavino (Ausonio Franchi) (3).
Nel 1887, su invito di Papa Leone XIII, scrive un importante opuscolo conciliatorista, I voti degli italiani per la pace religiosa.
Muore a Genova – Albaro il 30 maggio 1891, le sue spoglie riposano nel Cimitero Monumentale di Torino, nella cappella degli Arcivescovi.
Tra i molti suoi scritti sono da ricordare: Ragionamenti sul dogma dell’Immacolata Concezione, Genova 1856; Dio e i popoli nella guerra del 1870 e 1871, Genova 1871; Il Papa in Italia, Genova 1871; La Chiesa nella morte di Pio IX, Genova 1878; Il mio episcopato, Genova 1879; Lutero e l’Italia, Torino 1888; Quattro anni in Roma, Torino 1889; Lettere al canonico Fortunato Vinelli, Genova 1892 (postumo).
La chiesa di S. Gaetano da Thiene, in Torino, è così intitolata in suo onore. Entriamo negli antefatti e nella storia di questa chiesa. Nell’Ottocento la popolazione del borgo Regio Parco usufruisce per i servizi religiosi della chiesa dedicata al Beato Amedeo IX di Savoia, edificata nel 1765 all’interno della Regia Manifattura Tabacchi. Nel 1883 la Direzione della Manifattura segnala alla Curia che non intende più consentire l’ingresso agli estranei e quindi non è più possibile l’uso della cappella. Viene allora deciso di costruire una nuova chiesa, dedicata a San Gaetano da Thiene in onore dell’Arcivescovo di Torino. Il progetto è affidato al Marchese Ferdinando Scarampi di Villanova, insieme all’ingegner Lorenzo Rivetti. I lavori, seguiti personalmente dal parroco don Michele Mossotto, cappellano della Manifattura Tabacchi, iniziano nell’agosto del 1887; la chiesa è consacrata il 6 agosto 1889 e inaugurata dal Cardinale il 7 agosto 1889: lunga 54 metri, larga 22 e alta 18, con un campanile alto 40 metri, è un esempio di architettura eclettica di fine Ottocento.
Pochi sanno, fra quanti transitano ogni giorno per il Regio Parco, e passano di fronte a questa chiesa dall’aspetto eccentrico, le sue origini e nemmeno che sia la prima memoria del Cardinale Gaetano Alimonda, pensata quando lui era ancora in vita e pastore della Diocesi torinese.
Note
1.Ugo Sartirana (Torino, 20 giugno 1901 – Monte Carlo, 23 giugno 1965), Podestà di Torino dal 4 febbraio 1935 al 25 giugno 1938.
2.Carlo Passaglia (Lucca, 12 maggio 1812 – Torino, 12 marzo 1887), è stato uno dei più noti esponenti del clero schierati a favore dell’Unità d’Italia. Fonda una Società ecclesiastica, unione privata di sacerdoti estranea alla giurisdizione della gerarchia, che raccoglie poche adesioni, che si colloca in atteggiamento di opposizione verso la linea adottata dal Pontefice. Sospeso “a divinis” per le sue azioni, nell’ultima parte della vita cerca la riconciliazione con la Santa Sede, prima con Pio IX e poi con Leone XIII. Sotto quest’ultimo ottiene la riammissione allo stato clericale l’8 marzo 1887, dopo aver firmato davanti all’Arcivescovo di Torino, Gaetano Alimonda, un documento di riprovazione delle proprie posizioni.
3.Cristoforo Bonavino, noto anche con lo pseudonimo di Ausonio Franchi (Pegli, 27 febbraio 1821 – Genova, 12 settembre 1895). Dopo il seminario, nel 1840, a Bobbio, entra nella congregazione degli Oblati di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondata in quella città, nel 1838, dal Vescovo Antonio Maria Gianelli. Nel 1849 è sospeso “a divinis” per la difesa degli “errori” del suo Corso di religione alle Figlie di S. Bernardo, e lascia il ministero sacerdotale. Da questo anno (e fino al 1889) usa lo pseudonimo di Ausonio Franchi, cioè “italiano libero”. Tra il 1889 e il 1893 scrive Ultima critica, con la quale ritratta le posizioni della maturità e torna alla fede degli anni giovanili.