Nel mese di marzo si ricordano tre vittime del terrorismo: oltre al maresciallo Berardi, il brigadiere Giuseppe Ciotta e lo studente Emanuele Iurilli
A Torino, sabato 9 marzo 2024, si terrà la cerimonia di commemorazione del maresciallo della Polizia di Stato Rosario Berardi, Medaglia d’Oro, ucciso dalle Brigate Rosse nel mattino del 10 marzo 1978 in largo Belgio, oggi a lui intitolato, in Vanchiglietta.
Nella ricorrenza del quarantaseiesimo anniversario del suo sacrificio, alle ore 10:30 a cura dell’ASEVIT (Associazione Europea Vittime del Terrorismo) sarà celebrata una S. Messa di suffragio presso l’Istituto delle Suore Carmelitane di Santa Teresa in corso Farini 26. Seguirà la tradizionale deposizione di una corona d’alloro presso la lapide che ne ricorda il sacrificio.
Dopo aver ricordato nel mese di gennaio due vittime del terrorismo, Giuseppe Lorusso e Carlo Ala, assassinati rispettivamente il 19 gennaio 1979 a Torino e il 31 gennaio 1980 a Settimo Torinese, rileviamo che nel mese di marzo sono ben tre le ricorrenze: quella del brigadiere Giuseppe Ciotta, ucciso il 12 marzo 1977, del maresciallo Rosario Berardi, ucciso il 10 marzo 1978, e dello studente Emanuele Iurilli, il 9 marzo 1979.
Giuseppe Ciotta, nato ad Ascoli Satriano (Foggia), il 13 novembre 1947, arruolatosi nella Polizia, nel 1974 è giunto a Torino dove, col grado di brigadiere, in forza all’Ufficio Politico della Questura, è incaricato della sorveglianza esterna del Politecnico, dell’Istituto Galileo Ferraris e della Facoltà di architettura.
Alle 8 del mattino del sabato 12 marzo 1977, Ciotta esce dalla sua casa di via Gorizia e sale sulla sua auto utilitaria, parcheggiata davanti al civico 67. Un giovane si avvicinava all’auto, sfonda il finestrino e gli spara tre colpi di pistola: uno colpisce Ciotta al cuore. La moglie, che si è affacciata per salutarlo, assiste dal balcone all’uccisione. I coniugi Ciotta si sono sposati di recente ed hanno una figlia di due anni.
L’uccisione del brigadiere Giuseppe Ciotta è rivendicata dalle Brigate Comuniste Combattenti, da cui nascerà Prima Linea.
Ciotta è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile nel maggio 2004 e della Medaglia d’Oro “Vittime del terrorismo”, nel maggio 2010.
Rosario Berardi, nato a Bari il 17 novembre 1926, ha vissuto gli ultimi periodi della Seconda guerra mondiale nel sud d’Italia e ha partecipato alla battaglia di Cassino, ottenendo la medaglia d’argento al valor militare. Nel marzo 1946, è entrato nella Polizia. Fino al 1969, ha prestato servizio presso la Questura di Bari, dove ha conseguito il grado di brigadiere. Nel 1970 raggiunge Torino, dove opera all’Ufficio Politico della Questura. Dà prova d notevoli capacità professionali che nel 1974 gli valgono la promozione a comandante della squadra di polizia giudiziaria. Fa parte del nucleo dell’Antiterrorismo, dal 1974 al 1976, e quando l’Antiterrorismo è sciolto, dal 31 luglio del 1976 diviene comandante dei servizi di sicurezza. Partecipa a numerose azioni contro le Brigate Rosse.
Nel 1978, gli viene assegnato il comando del posto fisso di Porta Palazzo, zona sempre afflitta dalla malavita. Quando poteva pensare di concludere la sua prestigiosa carriera e di dedicarsi alla famiglia, venerdì 10 marzo 1978 viene ucciso dalla Brigate Rosse. Ha compiuto 32 anni di servizio nella Polizia: investigatore di grande professionalità e con notevole preparazione, era autorevole, ma benevolo e comprensivo. Si preoccupava anche della formazione professionale dei colleghi più giovani, ai quali forniva consigli nati dalla sua lunga esperienza.
Berardi è insignito della Medaglia d’oro al merito civile (1979) e di Medaglia d’oro di vittima del terrorismo (2014).
Emanuele Iurilli, studente di 18 anni a differenza di Ciotta e Berardi, è stato coinvolto accidentalmente in uno scontro a fuoco avvenuto a Torino il 9 marzo 1979. In quel giorno, in una bottiglieria di via Millio 64/A, un commando di terroristi di Prima Linea tende un agguato agli agenti di polizia di una volante, dopo averli attirati con una telefonata dove si parla della cattura di un ladro d’auto. Nello scontro a fuoco tra i poliziotti e i terroristi, avvenuto all’interno e nei pressi della bottiglieria, Emanuele Iurilli, che sta rincasando, muore perché raggiunto da pallottole vaganti esplose dai componenti del commando.
Lo ricorda una targa, collocata dall’Associazione italiana vittime del terrorismo, il 6 giugno 2014.
Queste tre vittime del terrorismo sono ricordate, con altre, da Claudio Giacchino nel suo libro “Venti di terrorismo. La Torino del sangue innocente” (Graphot, 2023). L’autore dà voce alle vittime e attribuisce a Emanuele Iurilli, a proposito della targa collocata in suo ricordo, queste dolorosa domanda: «Dirà qualcosa a chi passando sul marciapiede per caso alza la testa e la legge?». Si percepisce il forte pericolo che col trascorrere del tempo tutti questi episodi vengano dimenticati e il «dovere di non dimenticare e tener viva la memoria» di tutti «coloro che a costo di sopportare infinite difficoltà, anche contro il personale interesse, scelsero di servire un ideale di giustizia ed un’etica convinzione» è un tema molto caro a Giovanni Berardi, figlio del maresciallo assassinato e Presidente dell’Associazione Europea Vittime del Terrorismo (ASEVIT), il quale, nella commemorazione del 2023, ha detto di temere l’oblio di coloro che «vollero semplicemente opporsi alla violenza vile e assassina e alla farneticante illegalità terroristica».