
I Carabinieri di Bra, comandati dal Tenente Colonnello Lorenzo Repetto, mettono fine all’ennesima organizzazione criminale albanese impegnata nello spaccio di droga.
Come spesso ci siamo trovati a narrare, l’immigrazione criminale, specificamente quella albanese, trova facile libertà di azione sul territorio italiano.

Questa volta, però, sulla sua strada ha trovato i militari della Compagnia Carabinieri di Bra, magistralmente comandata dal Tenente Colonnello Lorenzo Repetto, che hanno dato esecuzione a sette ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Asti.
Ad essere arrestati sei soggetti di nazionalità albanese e uno di nazionalità italiana.
Stando a quanto comunicato dal Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, nella persona del Tenente Colonnello Daniele Riva, gli arrestati sarebbero “ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina”.
“Civico 20 News”, da anni, porta avanti un’azione di inchiesta al fine di sensibilizzare i suoi lettori sui gravi problemi che nascono e scaturiscono dal consumo delle sostanze stupefacenti. I giornali, per loro natura, hanno il dovere morale e deontologico di sposare la legalità e l’adesione alla legge.
Grazie alle complesse indagini portate avanti dai militari dell’Arma “è stato possibile analizzare il modus-operandi del sodalizio e ricostruire l’intero processo criminale: dalle fasi organizzative a quelle ultime di realizzazione del profitto illecito”.
Il lavoro della Compagnia Carabinieri di Bra “ha permesso di ricostruire l’operatività di un consolidato network criminale dedito allo spaccio di cocaina, attivo nel territorio cuneese-astigiano e caratterizzato da un allarmante contesto operativo, dimostrando ancora una volta come il fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti sia capace di produrre un mercato in perenne crescita, costantemente approvvigionato e rinnovato nei suoi principali protagonisti”.
Se da un lato si deve fare un elogio all’Arma dei Carabinieri per quanto fatto, dall’altra si deve fare “una tirata d’orecchie” alla politica che sul tema del contrasto alle droghe è tiepida, quando non assente.
Quanto scoperto dal Tenente Colonnello Repetto è simile a ciò che accadeva nel territorio albese e che venne portato alla luce dalla Compagnia Carabinieri di Alba, alle dipendenze del Capitano Giuseppe Santoro.
Stiamo parlando del fatto che “l’organizzazione, sfruttando il visto turistico di 90 giorni, reclutava uomini provenienti dall’Albania a cui, una volta giunti nel territorio cuneese veniva attribuito il ruolo di “djali”, letteralmente “ragazzo” in lingua albanese e cioè di soggetto deputato alle cessioni di cocaina e ai quali veniva attribuito uno stipendio mensile di tremila euro, comprensivo di vitto e alloggio”.
Il Tenente Colonnello Riva tiene a sottolineare come “il meccanismo di turn-over, alla base delle fasi esecutive del disegno criminoso, rendeva complesse le operazioni di identificazione dei pusher, mirando a garantirne la loro impunità”.
C’è da dire che le organizzazioni criminali ne sanno una più del diavolo e sono diventate abilissime a porre in essere comportamenti utili a sviare le indagini, e a rendere difficoltoso il lavoro degli inquirenti.
I Carabinieri, dopo moltissime ore di appostamento, sono riusciti a capire che “i “djali”, dotati di autovettura, di smartphone e di telefoni criptati comunicavano tramite WhatsApp con i clienti, ritirando lo stupefacente confezionato in dosi e collocato in appositi nascondigli ricavati nel terreno, per poi consegnarlo”.
Se tale intelligenza ed ingegno fossero posti al servizio del bene e della tecnica si vivrebbe senz’altro in una società migliore e maggiormente sicura.
Il problema, bisogna dirlo senza paura di smentita, sta nel fatto che tutta questa offerta esiste perché ci sono moltissimi italiani che ne fanno domanda. Grazie alle politiche radicali, che fanno dei drogati delle persone libere di fare ciò che vogliono, il mercato degli stupefacenti non conosce battute d’arresto.
Nel corso dell’attività inquirente, infatti, gli uomini del Comandante Repetto hanno arrestato in flagranza di reato “un soggetto albanese trovato in possesso di circa 265 grammi di cocaina, denaro contante e materiale per il confezionamento” e, come dicevamo, “sono stati segnalati in Prefettura, quali assuntori 5 cittadini italiani con il recupero di 7 grammi di cocaina”.
Ovviamente, è doveroso dirlo, tutti sono innocenti sino a sentenza definitiva ed, infatti, dall’Arma precisano come “la posizione degli arrestati è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria che ne accerterà le responsabilità o meno nel corso del successivo processo”.
“Civico 20 News” coglie la propizia occasione per ringraziare il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cuneo, Colonnello Marco Piras, e tutto il suo personale sottoposto, per quanto svolge con competenza, professionalità e abnegazione.
Invece di sanzionare maggiormente gli automobilisti si dovrebbero perseguire gli spacciatori che fanno tranquillamente il loro lavoro danneggiando i nostri giovani…o quei pochi che ne restano.