
Andrea Joly è stato aggredito. “Civico 20 News” esprime doverosa solidarietà.
In questa afosa domenica di luglio non si può non farsi prossimi al giornalista Andrea Joly, aggredito nelle vicinanze del Circolo Sociale “Asso di Bastoni” di Via Benvenuto Cellini, nella Città Metropolitana di Torino.
La testata giornalistica “La Stampa”, parte del Gruppo Editoriale “GEDI”, presso la quale Joly svolge la sua attività professionale così spiega i fatti: “Il giornalista si trova a passare di lì per caso. Assiste alla scena con fumogeni e fuochi d’artificio e gli viene istintivo documentarla”.
Nulla di strano dal momento che “l’attività del giornalista, attraverso qualunque strumento di comunicazione svolta, si ispira alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione italiana ed è regolamentata dall’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963”.
Secondo “La Stampa” ad aggredire il collega Joly sarebbero stati “simpatizzanti di estrema destra” presenti in strada per un “raduno di Casa Pound”.
Sul suo profilo ufficiale di “X” il giornale “La Stampa” scrive: “Due militanti notano la sua presenza [di Andrea Joly] e gli si fanno sotto: “Sei dei nostri? Cosa filmi?”. Mettono la mano sul cellulare e pretendono che venga cancellato tutto”.
Questo fatto è molto grave visto che la legge italiana sostiene che “è possibile filmare persone in luogo pubblico o aperte al pubblico, anche senza il loro consenso, tramite fotografie o videoriprese”.
Impedire a qualcuno di svolgere la propria professione, ledendo il diritto di cronaca, è un fatto davvero grave che richiama tempi non troppo floridi. L’Italia è una Repubblica democratica dove vi sono delle norme che vanno rispettate.
Nonostante fosse pienamente legittimato a fare ciò che stava facendo, Andrea Joly “capisce che la cosa potrebbe diventare sgradevole e si allontana, ma i militanti chiamano altri militanti, lo inseguono, lo atterrano e lo prendono a calci”.
“Civico 20 News”, non essendo presente al momento dei fatti, non può e non vuole accusare nessuno. Per questo vi sono la DIGOS della Questura e la Procura della Repubblica di Torino che, al netto degli elementi in loro possesso, dovranno pronunciarsi in merito.
La redazione torinese de “La Stampa” precisa che ci si è trovati dinanzi a “scene che a Torino non si sono mai viste per “festeggiare” i 16 anni del circolo. Alla consolle dj Bonny, direttamente da Casa Pound di Roma. Una “festa”, è stato detto dal palco, ‘per una Torino nera, di chi non si pente e di chi non deve chiedere scusa’”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, “Partito Democratico”: “Esprimiamo solidarietà al giornalista del quotidiano La Stampa che stanotte è stato aggredito da alcune persone vicine a Casa Pound mentre cercava di documentare un evento che le vedeva protagoniste”.
Il Primo Cittadino di Torino ha poi aggiunto “Episodi di violenza e vile aggressione come questo, di cui mi auguro vengano accertate al più presto le responsabilità, non devono avere spazio nella nostra città. Non possono essere assolutamente tollerati e vanno condannati con fermezza, da tutte le forze politiche”.
Difficilmente si può essere d’accordo con le posizioni ideologiche del Sindaco Lo Russo – quello che ha in qualche modo legalizzato “Askatasuna” – ma quando afferma che “la libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia e ogni attacco a chi esercita il diritto di informare è un attacco ai valori democratici stessi” non si può che essergli sodali.
Sul tema è intervenuto anche il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, “Lega”, che ha dichiarato: “La violenza va condannata con assoluta fermezza. Mi auguro che i responsabili siano presto individuati e puniti”.

Dello stesso avviso il Governatore del Piemonte, Alberto Cirio, “Forza Italia”, che – in un comunicato ufficiale – ha scritto: “Desidero esprimere piena solidarietà al giornalista e a tutta la redazione per l’aggressione subita. La violenza è inaccettabile e va condannata sempre e in maniera netta, da qualsiasi parte provenga, e mi auguro che vengano presto accertate le responsabilità”.
La politica non ha taciuto e si è schierata, senza ideologia, dalla parte della categoria dei giornalisti che ha una sola ed unica colpa: raccontare i fatti, informare i cittadini, compartire con tutti ciò che avviene, quando avviene.
In conclusione facciamo nostre le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che solo ieri, parlando della Strage di Via D’Amelio, ha detto: “Il bisogno di verità è insopprimibile in una democrazia e dare ad esso una risposta positiva resta un dovere irrinunciabile”.
I giornalisti dovrebbero avere ufficialmente “ l’ immunità giornalistica “; dovrebbe essere voluta e sostenuta da destra e da sinistra, sempre!