
Una visita consigliata a chi abiti in Liguria è quella del Santuario Nostra Signora del Santo Sepolcro di Rezzo (IM).
In questo febbraio, che in Riviera sembra aver dimenticato i consueti rigori della stagione invernale, grazie al suggerimento e in compagnia di carissimi amici, abbiamo visitato uno splendido edificio sacro situato nell’entroterra di quella Liguria, che spesso regala delle autentiche sorprese.
Il santuario di Nostra Signora del Santo Sepolcro e di Maria Bambina è un luogo di culto cattolico particolarmente suggestivo. Si trova nel comune di Rezzo, a circa due km dall’abitato, in una posizione veramente suggestiva.
L’8 settembre si celebra la Natività della Beata Vergine Maria, e proprio a Maria bambina è dedicato il Santuario.
L’interno si presenta a tre navate, divise da colonne con capitelli scolpiti, sui quali sono presenti decorazioni a forma di conchiglia di San Giacomo (Pecten jacobeus).
Molti gli affreschi sulla parete destra del santuario, opere di un anonimo pittore francese della fine del XV secolo e di Pietro Guido da Ranzo, questi ultimi databili al 1515.
Particolarmente interessanti le immagini di una rappresentazione infernale dove vengono presentate le pene inflitte ai dannati, colpevoli di aver praticato alcuni peccati capitali.
In una nicchia del santuario è presente una statua della Madonna con il Bambino del XVII secolo, opera dello scultore Filippo Parodi allievo di Gian Lorenzo Bernini.
l’edificio fu edificato nel corso del XV secolo da maestranze e artigiani del luogo. Lo stile appartiene ad una transizione romanico-gotica e venne consacrato e aperto al culto religioso nel 1492 dal vescovo Leonardo Marchesi della diocesi di Albenga, diventando uno dei riferimenti religiosi più importanti della valle Arroscia.
Al fondo della navata di destra, guardando l’Altare Maggiore, una scala in pietra conduce ad una nicchia ove è custodita una struttura, forse riconducibile ad un mensa sacra, ricca di simboli di difficile interpretazione.
Alcuni elementi potrebbero riprendere forme tipiche delle antiche maestranze muratorie, riprese in tempi più recenti dalle Corporazioni massoniche. Il gallo, arnesi da lavoro come martello e tenaglie, un uccello simile ad un fenicottero e altre forme misteriose emergono dal bassorilievo della facciata del curioso altare in ardesia. Sono presenti, ai lati della Mensa una lanterna e una brocca, elementi tipici del “Gabinetto di Riflessione”, presente nei rituali d’Iniziazione latomistica.
Sarebbe molto interessante decodificare queste sculture per trovare il nesso logico che mette in relazione i vari elementi del bassorilievo.
Presentiamo alcune immagini con i dettagli dell’ara.
Fotografie di Giancarlo Guerreri
Bravo! Lo conosco.Ottimo il far conoscere le bellezze che abbiamo!
ottimo suggerimento…belle anche le foto
Grazie, è stata una sorpresa anche per me, un regalo di cari amici che abitano in zona…