Berlusconi si spegneva il 12 giugno 2023. A una decina di mesi di distanza, la figlia Marina ha condiviso le ultime parole del padre
La nostalgia è prerogativa delle persone di una certa età e oggi, dopo oltre due anni di carneficina in terra ucraina, di fronte alle minacce di Vladimir Putin nei confronti dell’Occidente, il ricordo scivola all’indietro, verso lo “spirito di Pratica di Mare” e verso un trapassato Cavaliere.
Al vertice del G7 del 2001 che si svolse a Genova, Silvio Berlusconi incrociava per la prima volta i leader delle potenze mondiali: George Bush e Vladimir Putin inclusi. Un incontro orchestrato dalla coinvolgente schiettezza di Berlusconi che, come riportato da più storici analisti, sorprese tutti gli invitati, soprattutto il leader del Cremlino, al quale Berlusconi propose una cooperazione in molti interessi comuni, quali: lotta al terrorismo, scambi energetici e tecnologici, e soprattutto, la ricerca di un’atmosfera pacifica tra Mosca e l’Occidente.
Il clima distensivo e collaborativo, l’anno seguente portò agli accordi di Pratica di Mare e alla genesi del Consiglio NATO–Russia suggellato dalla tripla stretta di mano tra Bush, Putin e Berlusconi in quello che fu definito: “un clamoroso successo di politica estera soprattutto per ciò che rappresentava nei futuri rapporti con la Russia”.
È una nostalgia sepolta dagli eventi del tempo, dalla pioggia di missili sulle città dell’Ucraina e dai folli presagi nucleari di Putin verso l’Occidente. Lo Zar del Cremlino non intende più alcuni interlocutori e per troppo tempo la politica estera dell’Italia è stata gestita da soggetti inadeguati. Dunque, per gente di una certa età memore di quei tempi, il ricordo è spontaneo. Come andarono le cose lo sappiamo, e il Cavaliere non c’è più.
Silvio Berlusconi ha abbandonato il palco della vita il 12 giugno 2023, lasciando dietro sé una striscia di dissapori tra odio & amore intrisa di tutti gli elementi di una tragedia shakespeariana. Oggi, tentando di sorvolare sulle più fatue conflittualità, anche alla luce dei venti di guerra che soffiano dal Cremlino, è interessante soffermarsi sulla memoria scritta da Berlusconi due giorni prima di morire e riportata il 24 marzo 2024 dalla figlia Marina sul Corriere della Sera.
È un testamento ideologico e politico scritto con la spossata e incerta calligrafia di un uomo molto provato. Un ultimo e accorato sforzo che invita a meditare sull’essenza dell’uomo sia i suoi estimatori che i detrattori e gli avversari politici.
Il metodo scelto da un Silvio Berlusconi, lucido, cupo e consapevole, per l’ultima volta poggiato a un tavolino d’ospedale è di certo originale: un’intervista a se stesso. Il tema: i contenuti del suo amato partito politico, ma anche altro tra le tremolanti righe.
Prima domanda: “Presidente, che partito è Forza Italia?”
Risposta: “Forza Italia è il partito del cuore, Forza Italia è il Partito dell’amore, per i propri figli, per i propri nipoti, per tutti. Forza Italia è il partito che crede in Dio e nel suo amore per tutti noi. Forza Italia è il partito che aiuta chi ha bisogno. Forza Italia è il partito che dà a chi non ha.
Forza Italia è il partito della casa che dovremmo avere tutti. Forza Italia è il partito del mondo senza frontiere, del mondo che si ama, del mondo unito e rispettoso di tutti gli Stati. Forza Italia è il partito del mondo che ama la pace, del mondo che considera la guerra la follia delle follie, dove si uccidono degli altri che nemmeno si conoscono, Forza Italia è il partito del mondo senza frontiere, degli Stati che si aiutano l’un l’altro.
Forza Italia è il partito della libertà della democrazia, del cristianesimo, è il partito della dignità, del rispetto di tutte le persone, è il partito del garantismo della giustizia giusta, Ripeto, Forza Italia è il partito della libertà. Forza Italia è il partito per me, per te, per tutti noi”.
Seconda domanda: Ah, dimenticavo. Ma lei di che partito è?
Risposta: “Sono di Forza Italia, del partito che ho fondato io, che vorrei possa essere così, convincendo tutti i cittadini dell’Italia e del mondo”.
E prima di coricarsi per l’ultima volta, una frase riportata dalla figlia, un democratico aforisma che include tutti noi: “vedi Marina, la vita è così: vieni, fai, fai, fai… E poi te ne vai”.
Nel rendere pubblico l’ultimo scritto del padre, poi riportato da tutti i media, Marina Berlusconi ha precisato: “sono un ricordo molto privato, ma credo sia giusto non rimanga soltanto tale. Sono parole che non contengono nulla di inedito, ma mi piace condividerle con quanti hanno voluto bene a mio padre, con quelli che hanno creduto in lui e continuano a credere nelle sue idee. E non soltanto con loro”.
“Sentire” la morte accanto crea uno stato intimo in cui ogni coscienza non mente. Lo so bene per plurima e finora “rimandata esperienza”. Capita una sola volta di morire veramente. C’è chi inveisce, chi si chiude e prega, e c’è chi saluta con consapevole lucidità e una certa eleganza. Il susseguirsi di richiami ad amore, pace, libertà e giustizia che si rincorrono nel testamento del fondatore di FI suonano autocelebrativi, quanto potenti.
Infine, dal 2002 a oggi, il susseguirsi degli eventi ha bruciato nel calderone della guerra quello “spirito di Pratica di Mare”, quanto la meno nota telefonata di cinque ore effettuata da Berlusconi nel 2009 con Vladimir Putin, nel corso della seconda guerra in Georgia, quando i carri armati russi erano in vista della capitale Tbilisi, poi ritirati. La storica stretta di mano e la visione geopolitica di Berlusconi, ispirata da una remota tradizione di rapporti tra Russia e Italia, oggi è giunta ai minimi storici per aggressiva e forzata realtà. Il futuro non è migliore.
Resta il fatto che, nel pieno della guerra in Ucraina, Vladimir Putin, nell’apprendere la notizia della morte di Berlusconi, ha rilasciato in più occasioni intensi messaggi di commiato rintracciabili su YouTube, che meritano di essere rivisitati e riascoltati con libera attenzione: