Jacopo Coghe, “Pro Vita & Famiglia”, parla del Ministro Giuli e dello scandalo legato a Francesco Spano.
In questi giorni si è fatto un gran parlare della situazione del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, subentrato a Gennaro Sangiuliano, e al fatto che ha defenestrato il Capo di Gabinetto, Francesco Spano, su pressioni dei movimenti prolife.
Sul tema è intervenuto il Vicepresidente di “Pro Vita & Famiglia”, Jacopo Coghe, che ha detto: “Quando non sanno più come difendere qualcuno del sistema giocano la carta “omofobia”, una specie di asso piglia tutto”.
Parole molto dirette che sono di risposta a Lilly Gruber, conduttrice di “Otto e Mezzo”, su La7, e a Massimo Giannini, giornalista anti-Meloni, che hanno accusato “Fratelli d’Italia” di essere un soggetto politico omofobo, ribattezzandolo “Fratelli Coltelli”.
Coghe non ci sta e insiste: “A noi dell’orientamento sessuale di Spano non importa nulla, non siamo stati noi a tirare in ballo la consulenza al compagno unito civilmente ma “Report” (Rai3)”.
Queste affermazioni si riferiscono al fatto che il conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, ha montato una puntata sul “Caso Spano” ed ha annunciato: “Domenica sera forse chi non ama Giuli in Fratelli d’Italia lo amerà ancora meno: la storia del Capo di Gabinetto del Dicastero è una piccola parte di quello che racconteremo, c’è altro ancora”.
A Sinistra continua e imperversa la strategia di demonizzare l’avversario per detronizzarlo. Non c’è rispetto per la persona ma solo desiderio di distruggerla per prendere il suo posto. Un copione già visto con Bettino Craxi prima e Silvio Berlusconi poi.
Ecco perché Jacopo Coghe sottolinea: “A noi importa solo che un Governo che si presenta come promotore politico di certi valori non promuova in ruoli cruciali della Pubblica Amministrazione funzionari di area politica progressista: che siano etero, omo, bi, trans, cis, tris, o quater non cambia assolutamente niente”.
La bagarre promette di tenere banco e di dare spunto al “Partito Democratico” per attaccare Giorgia Meloni e il suo Esecutivo. I risultati del bilancio, il crollo del cuneo fiscale, gli investimenti in sanità pubblica, evidentemente non piacciono al mainstream giornalistico di sinistra.
Certamente torneremo a trattare questo tema perché, ormai, è chiaro che la sconfitta della Destra non deve avvenire alle urne ma nei palinsesti televisivi.