Sempre più organismi sfuggono ai loro compiti e se ne prendono di nuovi
Da qualche anno a questa parte stiamo assistendo a un fenomeno singolare: prima la deviazione e poi l’esondazione di dichiarazioni, attribuzioni, scelte e sopratutto attività di alcuni organismi nazionali e internazionali rispetto ai compiti loro originariamente affidati.
Sembra che questi organismi dal grandissimo potere e dall’enorme capacità di impatto sulle nostre vite di cittadini qualunque, approfittando della loro autonomia e della loro fondamentale irresponsabilità verso chiunque, abbiano deciso di accaparrarsi una fetta sempre crescente di decisionismo politico, economico, sociale e perfino culturale.
Si tratta di organismi lontanissimi dalla gente, inarrivabili, incontrollabili e spesso anche inconoscibili che, dall’alto dei loro palazzi e grattacieli direzionali, decidono le sorti dei popoli a livello mondiale, continentale, nazionale. E questo fatto potrebbe anche rientrare, al limite, in una cinica e realistica normalità, essendo risaputo che da sempre chi detiene un qualche potere tende a consolidarlo, potenziarlo, espanderlo se non trova adeguati limiti normativi e politici.
Ma il problema sta proprio qui: quei limiti ci sono, o meglio, ci sarebbero, essendo anche previsti descritti e normati, ma sono disattesi e ignorati non solo da chi dovrebbe rispettarli, ma anche da chi dovrebbe farli rispettare.
Facciamo alcuni esempi per chiarire questo concetto.
Partiamo dall’Italia. Tutti noi abbiamo letto qualche mese fa le esternazioni di Silvana Sciarra, presidente della Corte costituzionale, in cui la signora si lasciava andare a opinabilissime considerazioni circa i rapporti tra scienza e ordinamento giuridico.
La sostanza del suo ragionamento -che derivava dalla sentenza con cui la Corte di fatto giustificava le scelte governative in materia di politiche pandemiche e la violazione di alcuni fondamentali principi costituzionali in materia di rapporti di lavoro e di libertà personale- risiedeva nella convinzione che scelte giuridiche fondamentali, come quelle costituzionali, anziché su considerazioni strettamente giuridiche potessero fondarsi su ipotesi scientifiche tutte da verificare, ma che per la Sciarra erano assolutamente certe in quanto provenienti da organismi “competenti”.
E’ pur vero che il concetto di “ragionevolezza” è molto scivoloso, dipendendo dalla quantità e dalla qualità di ragione che ognuno possiede, ed è anche vero che la scienza non è “democratica” non potendo fondarsi sull’ampiezza del consenso fra i cosiddetti scienziati, altrimenti avrebbe avuto ragione il Sant’Uffizio e non Galileo.
Eppure la Corte ha deciso di espandere le sue competenze dalle valutazioni di legittimità costituzionale a quelle di metodologia delle scienze e, conseguentemente, a quelle squisitamente politiche delle scelte di governo. D’altra parte sono note le cosiddette sentenze “esortative” con cui la Corte indica a parlamento e governo che cosa debbano fare insinuandosi nella funzione legislativa con una subdola ma visibile abolizione del principio di separazione dei poteri.
Usciamo dai confini nazionali e portiamo un secondo esempio: la Banca centrale europea di cui abbiamo più volte rilevato l’assurdità delle politiche monetarie e l’imbarazzante attitudine ad esternare opinioni discutibili della sua presidente, la signora Lagarde, le cui competenze sfuggono a molti opinionisti ed economisti.
Su questa scia la Lagarde ha poi più volte, in questi ultimi tempi, sostenuto la bizzarra tesi per cui la politica monetaria della BCE debba informarsi a principi green.
Ora, che l’efficienza dei sistemi economici possa in qualche modo ricondursi anche a corrette scelte ambientali può avere una sua esilissima logica; che però queste scelte ambientali possano concorrere al raggiungimento di quello che è il Santo Graal della Banca di Francoforte -e cioè il mitico 2% di inflazione annuale- è veramente sconcertante.
D’altra parte è già stata evidenziata a suo tempo la nota incapacità della signora Lagarde di distinguere un’inflazione da costi, come è quella attuale, da altri tipi di inflazione con la conseguenza di usare una politica di alti tassi di interesse per combatterla, scelta che ha suscitato un poderoso coro di critiche da parte di chi le cose le sa e non le orecchia.
Ma tant’è, anche la BCE ha deciso di uscire dalle sue strette competenze, cioè la stabilità monetaria dell’area euro, per avventurarsi nel mare magnum dell’ambientalismo di maniera, tipico della sinistra internazionale, forse nella speranza di dare un modesto contributo a un determinato esito delle prossime elezioni europee.
Peccato che queste scelte alla moda, questo allargamento improvviso e inopinato di competenze, ricada su tutti noi: provate a sentire le piccole e medie imprese che vorrebbero investire e le famiglie alle prese con le nuove rate del mutuo…
Un terzo esempio recentissimo: la NATO e il guerriero in giacca e cravatta che ne è il segretario generale, il signor Jens Stoltenberg che, all’imminente vertice di Vilnius, potrebbe essere riconfermato per un altro anno alla guida dell’Alleanza. Anche qui abbiamo più volte rimarcato come la NATO, da strumento difensivo contro il pericolo comunista durante la Guerra fredda, sia ormai diventata un apparato militare aggressivo, invasivo e invadente alle dirette dipendenze degli Stati Uniti e dei loro progetti di potenza.
Se essa è una sorta di divinità guerriera, Stoltenberg ne è il profeta: intollerante, esaltato, impermeabile a ogni ipotesi diplomatica, un ferreo no pax che dorme col fucile accanto al letto.
Leonardo Tricarico, già Capo di stato maggiore dell’aeronautica e oggi apprezzato notista militare, ha evidenziato come Stoltenberg abbia travalicato impudentemente il suo mandato che, secondo il Trattato, dovrebbe essere limitato a “guidare le consultazioni e il processo decisionale all’interno dell’Alleanza e garantire l’attuazione delle decisioni” e null’altro, non certo a parlare a nome di tutti i membri dell’alleanza prefigurando atteggiamenti, decisioni, iniziative molto discutibili.
Qualcuno all’interno del Consiglio atlantico -si domanda Tricarico- ha avuto qualcosa da dire o da ridire su questo arrogante atteggiamento? (Curiosità divertente: se provate a tradurre “stoltenberg” dal norvegese col traduttore di Google viene fuori “montagna orgogliosa”).
Ma, nota ancora il generale Tricarico, se si prende in considerazione l’articolo 1 del Trattato istitutivo dell’Alleanza si legge: “ Le parti si impegnano, come stabilito nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte, in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite “. Chissà se qualcuno, all’interno della NATO, e in particolare il suo segretario generale, hanno mai letto queste poche e chiarissime parole che sono a fondamento dell’Alleanza. E’ ancora questa la NATO di oggi?
Potremmo inserire ancora un quarto esempio, l’Unione europea, che da virtuoso ed efficiente organismo di cooperazione economica e commerciale si è trasformato in una prepotente organizzazione lobbistica e burocratica che vuole imporci tutto: dall’efficienza green alla guerra alla Russia, dalle politiche gender a quelle famigliari, dal controllo sulle sedicenti fake news alle politiche vaccinali, dall’immigrazione alle politiche sociali, dalle relazioni internazionali alla tassazione degli immobili, dall’educazione dei bambini alle politiche energetiche… Insomma, dalla vecchia curvatura dei cetrioli alla geopolica odierna l’UE di strada ne ha fatta, dilagando ben oltre i suoi scopi in una bulimia interventista su tutti i terreni dell’esistenza umana. Ma di questo abbiamo già detto e non vogliamo andare troppo oltre.
L’importante è capire che su di noi, sulle nostre piccole vite, ogni giorno si stende una nuova coltre di potere, sempre meno conoscibile, sempre più cattiva, sempre più irrazionale, sempre più incontrollabile, o meglio, sempre più controllata da soggetti che ci sfuggono e che sfuggono sopratutto ai limiti che in origine si erano dati.
Il rischio è che, di coltre in coltre, il seppellimento della gente qualunque si completi in un futuro non troppo lontano.
Comunque, buona giornata
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