
Gli Stati Uniti e la Russia, due differenti forme di imperialismo basate sulla forza militare
Dopo la ricerca sulle guerre di invasione russe, un excursus in campo americano.
Stabilito che Donald Trump non solo ha stravolto 80 anni di un’Alleanza Atlantica data troppo per scontata, ma è in aria di annettere agli USA Panama, il Canada e la Groenlandia, è interessante ripercorrere la nascita degli Stati Uniti, entità geografica che, nella sua estensione attuale, prima del XX secolo, non esisteva.
Dopo la scoperta dell’America nel 1472, il “Nuovo Mondo” divenne meta di conquista degli europei. Gli Stati Uniti furono fondati nel 1776, dopo la Rivoluzione Americana, originata dalla opprimente politica fiscale della Gran Bretagna e i suoi dazi. I primi Stati (Uniti) furono le 13 colonie britanniche che ratificarono la Costituzione nel seguente ordine:
- Delaware – 7 dicembre 1787 (primo stato a ratificare)
- Pennsylvania – 12 dicembre 1787
- New Jersey – 18 dicembre 1787
- Georgia – 2 gennaio 1788
- Connecticut – 9 gennaio 1788
- Massachusetts – 6 febbraio 1788
- Maryland – 28 aprile 1788
- South Carolina – 23 maggio 1788.
- New Hampshire – 21 giugno 1788 (la Costituzione entra vigore)
- Virginia – 25 giugno 1788
- New York – 26 luglio 1788
- North Carolina – 21 novembre 1789
- Rhode Island – 29 maggio 1790
Gli altri stati si unirono successivamente, partendo dal Vermont che divenne il 14° stato nel 1791, fino alle Hawaii, 50º Stato, annesso definitivamente nel 1959.
Dal 1771, gli Stati Uniti hanno combattuto numerosi conflitti sul suolo nordamericano, al fine di unificare il territorio che oggi conta 50 Stati. Le principali guerre combattute sul territorio americano sono:
- Guerra d’Indipendenza Americana (1775-1783) – Anche se formalmente dichiarata nel 1776, la guerra contro la Gran Bretagna iniziò nel 1775 e si concluse nel 1783 con la vittoria degli Stati Uniti.
- Guerra del 1812 (1812-1815) – Conflitto tra gli Stati Uniti e il Regno Unito che vide battaglie sul territorio americano, inclusa l’invasione britannica e l’incendio di Washington nel 1814.
Guerre contro le tribù indigene (XVI-XIX secolo) – Una serie di conflitti tra il governo degli Stati Uniti e le popolazioni native americane, noti come le Guerre Indiane, che durarono fino alla fine del XIX secolo. Guerre concluse con la disfatta dei nativi americani, un olocausto impossibile da conteggiare, di certo superiore a 1 milione dichiarato.
- Le ultime tribù furono deportate all’inizio del XX secolo. I coloni europei si insediarono gradualmente nelle terre indiane, già dal XVI secolo, dando origine a una nuova etnia mista, gli attuali statunitensi.
- Guerra Messico-Stati Uniti (1846-1848) – Sebbene la maggior parte della guerra si sia svolta in Messico, ci furono alcuni scontri sul territorio del Texas e in altre zone di confine.
- Guerra Civile Americana (1861-1865) – Il più grande e sanguinoso conflitto combattuto interamente sul suolo americano tra l’Unione (Nord) e la Confederazione (Sud), con la sconfitta di questi ultimi.
- Seconda Guerra Mondiale (1941-1945) – gli Stati Uniti non combatterono sul loro territorio principale, ci furono alcuni attacchi giapponesi su Hawaii (Pearl Harbor, 1941) e incursioni minori in Alaska e sulla costa occidentale.
Dopo la II Guerra Mondiale una nuova forma di predominio ha suddiviso il mondo. Gli Stati Uniti, prima potenza nucleare, si sono messi alla testa di una egemonia occidentale sul mondo, opposta alle medesime pretese dominanti dell’Urss. Una contesa sfociata nella Guerra Fredda, ma non solo.
Forti delle loro pretese, anche gli USA si sono impegnati in diverse guerre e interventi militari senza l’approvazione esplicita dell’ONU, le principali:
- Guerra del Vietnam (1955-1975) – L’ONU non ha autorizzato l’intervento degli Stati Uniti in Vietnam, che si basava invece su alleanze bilaterali e la Dottrina del Contenimento del comunismo.
- Invasione di Grenada (1983) – Gli Stati Uniti invasero Grenada per rovesciare un governo filo-comunista senza l’approvazione dell’ONU.
- Invasione di Panama (1989-1990) – Gli USA rovesciarono il dittatore Manuel Noriega senza un mandato dell’Onu.
- Invasione dell’Afghanistan (2001-2021) – in seguito all’attentato delle torri gemelle dell’11 settembre 2001, con l’obiettivo di colpire le forze talebane e di al-Qāʿid, il 7 ottobre 2001, il presidente George W. Bush invase l’Afghanistan con truppe USA, appoggiate dagli alleati della NATO. Solo due anni dopo, diventava la missione Isaf (Forza di sicurezza di assistenza internazionale) riconosciuta dall’Onu.
- Guerra in Iraq (2003-2011) – L’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati fu condotta senza l’approvazione dell’ONU, basandosi su accuse (poi rivelatesi infondate) che l’Iraq possedesse armi di distruzione di massa.
- Interventi in Siria (dal 2014) – Gli Stati Uniti hanno condotto operazioni militari in Siria contro lo Stato Islamico (ISIS) e il regime di Assad senza l’approvazione esplicita dell’ONU.
- Guerra in Libia (2011, successiva fase) – Sebbene ci fosse un’autorizzazione ONU per la no-fly zone, alcuni interventi successivi degli Stati Uniti non avevano il pieno consenso dell’Onu.
Conflitti parzialmente approvati dall’Onu
- Guerra di Corea (1950-1953) – Sebbene l’ONU approvasse l’intervento, l’Urss boicottò il Consiglio di Sicurezza, rendendo la risoluzione contestata.
Guerra del Golfo (1991) – Questa guerra aveva l’approvazione ONU per liberare il Kuwait, ma alcune azioni successive degli Stati Uniti in Iraq furono discusse senza un chiaro mandato.
Gli Stati Uniti hanno sostenuto o orchestrato anche numerosi colpi di Stato, spesso per contrastare governi considerati ostili ai loro interessi geopolitici, specialmente durante la Guerra Fredda. Dall’America latina, all’Asia & Medio Oriente, all’Africa e alla Grecia, i più noti:
- Guatemala (1954) – Colpo di Stato contro il presidente Jacobo Árbenz, accusato di simpatie comuniste. La CIA organizzò l’operazione PBSUCCESS per rovesciarlo.
- Brasile (1964) – Sostegno al colpo di Stato militare contro il presidente João Gulart, portando a una dittatura durata fino al 1985.
- Cile (1973) – Sostegno al golpe militare che rovesciò Salvador Allende, portando al potere il generale Augusto Pinochet.
- Argentina (1976) – Appoggio indiretto alla giunta militare che destituì Isabel Perón, instaurando una dittatura brutale.
- Nicaragua (contra negli anni ‘80) – Finanziamento dei Contras per contrastare il governo sandinista di Daniel Ortega.
- Venezuela (2002, fallito) – Sostegno al tentato colpo di Stato contro Hugo Chávez, che però tornò al potere dopo pochi giorni.
- Iran (1953) – Operazione Ajax: la CIA orchestrò il colpo di Stato che destituì il premier Mohammad Mossadeq, reintegrando lo Scià.
- Iraq (1963) – Sostegno al Ba’ath Party per rovesciare il governo di Abd al-Karim Qasim, facilitando l’ascesa di Saddam Hussein.
- Indonesia (1965-1967) – Appoggio al colpo di Stato militare di Suharto contro Sukarno, con un massacro anti-comunista che causò centinaia di migliaia di morti.
- Repubblica Democratica del Congo (1960-1965) – Appoggio all’arresto e all’uccisione del leader indipendentista Patrice Lumumba, favorendo il regime di Mobutu Sese Seko.
- Libia (2011) – Intervento militare che contribuì alla caduta e all’uccisione di Mu’ammar Gheddafi.
- Grecia (1967) – Sostegno al colpo di Stato militare che instaurò la “Dittatura dei Colonnelli”.
Il numero esatto è difficile da stabilire, ma si stima che gli Stati Uniti abbiano appoggiato decine di colpi di Stato nel XX e XXI secolo, parimenti hanno intrapreso molte guerre senza un consenso ONU, spesso assieme a contingenti della NATO, giustificando le azioni con la sicurezza nazionale, il contrasto al terrorismo o la tutela della stabilità globale.
I dittatori che vogliono conquistare il mondo si riciclano con diabolica continuità…
Quello che si nota da queste righe è che gli USA non hanno mai combattuto (tranne per la guerra d’indipendenza e queela di seccessione) sul loro territorio, ma sono allegramente andati a combattere fuori casa loro. Anche senza inviti. Anche senza l’ONU. Anche solo per far cadere governi a loro non graditi, tanto i morti civili sono variabili accidentali. In tutto questo, vorrei sapere quante guerre sono state dichiarate dai dem e quante dai liberali. So che Obama è un premio Nobel per la pace e, con 6 guerre alle spalle.
il confronto con le guerre russe, elencate nel precedente articolo è quanto mai simile, Russia e USA non esistevano, si sono dapprima ricavate in loro spazio vitale con l’uso della forza e poi entrambe hanno consolidato la propria sfera di influenza con guerre per procura tuttora in atto. Il concetto di territorio proprio inciampa sul fatto che in entrambi gli schieramenti, il territorio prroprioè stato compattato invadendo quelli di etnie precedenti. Ho coinvolto l’intelligenza artificiale che ha compilato alcune segnalazioni, dimenticandone altre, dove ho provveduto nella ricerca. non ci sono bravi ragazzi in giro…