Applicata invece una misura “Robin Hood al contrario”
1,2 milioni di nuove case popolari; è ciò che si sarebbe potuto costruire con quanto è costato fino ad oggi alle casse dello stato il superbonus 110 per cento che, secondo un rapporto dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, si sta rivelando una misura “Robin Hood al contrario”.
Fino ad ora il Super Ecobonus 110 per cento e’ costato alle casse pubbliche 122,6 miliardi di euro di detrazioni fiscali. Ebbene, se lo Stato, anziche’ finanziare quasi esclusivamente l’edilizia privata, avesse investito queste risorse (pari a oltre 6 punti di Pil) per realizzare alloggi pubblici ad un costo ipotetico di 100mila euro cadauno, potremmo contare su 1,2 milioni di nuove unita’ abitative.
Lo riferisce la Cgia di Mestre, secondo cui, in linea puramente teorica, avremmo potuto demolire tutte le 800 mila case popolari presenti in Italia, molte delle quali versano in condizioni fatiscenti, e ricostruirle con tecniche innovative e con classi di efficienza energetica elevate.
“Non solo. Grazie a questa operazione disporremmo di 400mila alloggi pubblici in piu’ di quanti ne contiamo adesso. Insomma, investendo tutte queste risorse nel social housing avremmo in massima parte risolto l’emergenza abitativa che colpisce, in particolare, le fasce sociali piu’ deboli del nostro Paese corrispondenti, secondo il Censis, a 3,5 milioni di persone”
prosegue il report.
Secondo la Cgia, il Superbonus, invece, sino ad ora si e’ comportato come un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi. “Con una spesa di oltre 122 miliardi, nei prossimi anni sara’ molto difficile far quadrare i nostri conti pubblici, pregiudicando la possibilita’ di reperire nuove risorse aggiuntive da destinare alla sanita’ pubblica, all’edilizia sovvenzionata e per contrastare la poverta’ e l’esclusione sociale.
Settori, quelli appena citati, di primaria importanza, perche’ costituiscono l’asse portante del nostro welfare che, in massima parte, e’ chiamato a sostenere le persone meno abbienti dal punto di vista economico e sociale”, conclude il rapporto.
Luigi Cabrino
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