“Quando voglio prendere una decisione di gruppo mi guardo allo specchio.” WARREN BUFFETT
Dal verbo latino Flectere, ovvero Piegare;
Ri – Flettere: piegare di nuovo
Come un raggio di luce quando incontra uno specchio: non si ferma, non scompare nel nulla, rimbalza sulla liscia superficie vitrea, si piega e questa flessione luminosa restituisce all’osservatore l’immagine inalterata di ciò che vi è posto davanti.
La stessa parola indica anche la capacità di ragionare sulle cose e a piegarsi questa volta sono i pensieri, infinite volte.
Brillare perché irradiati dal riflesso di chi fatica per risplendere nell’oscurità non schiarirà il nostro percorso, non per sempre almeno…
Le strade si divideranno, e quella fioca luce che prima ci scaldava e ci permetteva di vedere sotto i piedi non è più sufficiente ad illuminare il cammino.
A quel punto non ci resta che accenderci, anche se come fiammiferi ci consumeremo, come lucciole brilleremo a singhiozzi negli ultimi istanti fino a terminare l’ossigeno che alimenta la nostra fiamma.
Nel tempo che viviamo, in cui bruciamo, forti e indomabili come incendi nei boschi durante il secco autunno, tutto ciò che ci è concesso fare è avvicinarci alle altre fiaccole ancora spente, provare ad irrorarle col calore che emaniamo e sperare di innescare una scintilla, così che possano illuminare da sé il loro sentiero.
Un genitore non dovrebbe pretendere che il figlio segua i suoi passi o che riesca dove lui ha fallito, al contrario invece, dovrebbe insegnargli a soffiare sulla propria fiamma, alimentarne il fuoco, insegnare l’indipendenza.
“Il proverbio avverte che “Non bisogna mordere la mano che ti nutre”. Ma forse bisognerebbe farlo, dovrebbe, se questo ti impedisce di nutrirti da solo.”
(Thomas Szasz)
Piegare qualcosa che non ci appartiene, o peggio, fingere che sia frutto della nostra luce equivale a illuderci di poter splendere in quel buio
Non possiamo contare sempre sugli altri, perché non conteremmo niente da soli.
“Solo una mente educata può capire un pensiero diverso dal suo senza la necessità di accettarlo.”
Con questa frase Aristotele ci ricorda che i pensieri devono appartenerci, dobbiamo rispecchiarci in quel che pensiamo, e non in quello che pensano gli altri, o il riflesso della persona che vedremo allo specchio non sarà il nostro.
Matteo Cartolaro