
A cura di Luciano Brussino
Prosegue la proposta delle fotografie di Luciano Brussino, con didascalie da lui elaborate, per offrire ai Lettori di Civico20News la possibilità di cogliere dettagli suggestivi della nostra città (m.j.).
Una bella scritta nella chiesa di via Barbaroux 41, del 1751, dedicata a San Giovanni Decollato, ma comunemente conosciuta come chiesa della Misericordia, dal nome della Arciconfraternita che un tempo aveva come scopo quello di assistere i condannati a morte e curare la loro sepoltura.
Per non lasciare dubbi sulla reale attribuzione del nome dell’edificio di culto, sotto la scritta, una emblematica rappresentazione del sacrificio di San Giovanni.
Tra i timpani più belli della città quello della Gran Madre occupa un’ottima posizione. Opera di Francesco Somaini di Maroggia, del 1827, rappresenta l’omaggio dei Decurioni torinesi alla Vergine Maria.
Nel particolare si apprezza la straordinaria fattura dell’altorilievo. Notare la rappresentazione di grande movimento da parte del putto in basso a sinistra, nel gesto di sollevarsi sopra la testa il velo della Vergine.
Guardando la Gran Madre di Dio. Quando la “prospettiva” in fotografia è divertente, permettetemi l’ironia. Volevo fotografare la statua di Vittorio Emanuele I (opera di Giuseppe Gaggini) che ammirava compiaciuto la sua città libera dalla dominazione napoleonica e mi sono accorto che, alle sue spalle, un attento San Marco Evangelista, con il suo fido leone, osservava il re e prendeva appunti (opera di Giuseppe Chialli del 1828).
Un’immagine che ho volutamente rendere anticata per rappresentare la fine del pallone aerostatico frenato, più grande al mondo, che si intravede sulla sinistra della Mole. Si chiamava Turin Eye e trasportava 15.000 torinesi all’anno per ammirare la città dall’alto. Dal 2019 non vola più.
Luciano Brussino
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