È online l’indice del suo carteggio ottocentesco, curato dalla Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”
Il 26 agosto dell’anno scorso abbiamo ricordato la ricorrenza della morte di Lorenzo Valerio, avvenuta a Messina il 26 agosto 1865. Nato il 23 novembre 1810 a Torino, questo insigne esponente della cultura sociale del Regno di Sardegna precedente al 1848, è stato uomo politico e deputato e nella nostra città è ricordato da una breve via non rettilinea che collega via della Consolata con via Bligny. Abbiamo più volte proposto ai Lettori di Civico 20 News articoli riguardanti Lorenzo Valerio e i suoi familiari, ricordando che di questo importante personaggio si è occupato il professor Adriano Viarengo che ha curato la pubblicazione del Carteggio 1825-1865 a partire dal 1991 ed è autore del libro Lorenzo Valerio. La terza via del Risorgimento 1810-186 (Carocci, 2019).
Personalmente abbiamo sempre ritenuto che Lorenzo Valerio non fosse adeguatamente divulgato nella nostra città e apprendiamo quindi con soddisfazione che con la pubblicazione dell’inventario del suo archivio, la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”, istituzione culturale della Città metropolitana con sede a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, completa la messa online dei cataloghi di tutti i 51 archivi storici che fanno parte del suo ricco patrimonio. Un lavoro iniziato nel 2020, durante i mesi del lockdown dovuto alla pandemia, e giunto ora felicemente al termine, nell’ambito di un vasto programma di digitalizzazione dei beni della biblioteca.
Il carteggio di Lorenzo Valerio rappresenta uno tra i più importanti archivi risorgimentali. Valerio ha infatti intrattenuto relazioni con molti protagonisti della storia dell’epoca, in qualità di intellettuale impegnato e di uomo politico liberale, di deputato del Regno d’Italia, nominato da Vittorio Emanuele II governatore della provincia di Como, poi governatore straordinario delle Marche e infine senatore del Regno e prefetto di Messina,
Nella sua casa torinese, luogo di incontro di intellettuali e patrioti liberali, è stato presentato, e poi musicato da Michele Novaro, l’Inno i cui versi sarebbero stati scritti nel 1847 dal giovane patriota Goffredo Mameli.
Il suo archivio, compreso fra gli anni Trenta dell’800 e l’anno della morte, contiene una miniera di informazioni sui rapporti politici e culturali dell’epoca, di fondamentale importanza per il processo unitario italiano. Si contano oltre 2800 lettere di eminenti personalità politiche e letterarie del tempo. Troviamo tra gli altri Cavour, d’Azeglio, Gioberti, Cristina di Belgioioso, Balbo, Cattaneo, Bixio, Garibaldi, Depretis, Crispi, Pisacane e Rattazzi tra gli italiani.
Fra gli stranieri il generale Chrzanowski, Victor Hugo, Kossuth e il principe Gerolamo Napoleone. Ma non mancano le missive di una folla di personaggi minori, fondamentali per restituirci il clima di quegli anni, come i profughi ungheresi e polacchi.
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi, è in corso la pubblicazione di questi materiali, a cura inizialmente di Luigi Firpo, Guido Quazza e Franco Venturi, e ora di Adriano Viarengo. Sono stati editati cinque volumi, e i lavori sono tutt’ora in corso d’opera.
Per consultare il materiale dell’archivio Valerio, così come qualsiasi altro elemento del patrimonio librario e archivistico della biblioteca “Giuseppe Grosso”, è necessario prendere un appuntamento scrivendo (a partire da lunedì 2 settembre, alla riapertura dopo la chiusura estiva) a biblioteca_storica@cittametropolitana.torino.it.
Tutte le info e l’inventario dell’archivio Valerio su http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/patrimonio-artistico-culturale-storico/biblioteca-storica/fondi-archivistici/fondo-valerio
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