
Di Alessandro Mella
Questa è una storia apparentemente piccola, di quelle con poche notizie da cucire in qualche modo, senza certezze, con molti indizi e prove poche se non pochissime.
Dietro tutto questo lo sguardo melanconico di un giovane ufficiale in una fotografia comparsa, quasi per caso, sotto i miei occhi.
Livio Barge nacque il 24 ottobre 1918 figlio di Giovanni e di Maria Lisa, viventi a Mombello nel torinese.

Perse probabilmente il padre in giovane età e, a costo di mille sacrifici, riuscì comunque a crearsi un futuro come maestro delle scuole elementari:
Giovani diplomati. In questi giorni colsero il frutto dei loro studi i signori Giuseppe Franco e Tommaso Pertusio conseguendo il diploma in ragioneria, Virginio Geuna, Livio Barge, Paolo Volpis meritando l’abilitazione magistrale. Il successo corona la costanza e la buona volontà di giovani che per il desiderio di sapere sacrificavano, dopo il lavoro quotidiano, le ore del riposo. A tutti congratulazioni e auguri cordiali. (1)
Questo gli permise di andare ad insegnare ad Arignano a poca distanza dal suo paese. (2) Aveva grandi sogni Livio, ambizioni, ed alla Regia Università si era iscritto per laurearsi in Filosofia e Pedagogia. Un percorso finalizzato al miglioramento della sua formazione professionale.
Ma purtroppo, alla vigilia della laurea, con la guerra in corso e con il destino già segnato, a distanza di pochi mesi fu chiamato alle armi e mobilitato venendo nominato sottotenente di complemento di fanteria e da qui spedito, volente o nolente, al fronte balcanico con il 44 reggimento della brigata Forlì. (3)
Come una costante nella sua vita, anche in questo caso la sua presenza fu temporanea e di breve durata perché intorno a lui la grande storia aveva già preso a correre. Prima con la caduta del regime il 25 luglio 1943 e poi con il più drammatico armistizio dell’8 settembre 1943 in seguito al quale il suo reparto si sbandò sciogliendosi.
Non è dato, almeno per ora, di sapere come fu ma è certo che il giovane Livio riuscì a riavvicinarsi in qualche modo all’Italia arrivando fino in Piemonte ove riprese servizio nel neonato Esercito Nazionale Repubblicano della Repubblica Sociale Italiana. Per scelta? Per necessità? Per caso? Difficile a dirsi, ma certo, nel 1944, egli si trovava in servizio presso gli uffici di quell’esercito in Alessandria.

Erano tempi duri, assai preoccupanti, poiché la guerra fratricida ed il tracollo del paese, unitamente alla fame, alle privazioni, ai bombardamenti ed alla paura, rendevano tutto più oscuro e tetro:
La situazione politica della provincia di Alessandria, va aggravandosi di giorno in giorno. La popolazione, stanca dei continui allarmi, sfiduciata sull’andamento delle operazioni belliche sullo scacchiere europeo, presta facile orecchio alla propaganda nemica ed attende il fatto nuovo che segni la fine della guerra in qualsiasi modo: pur di finirla (…). (4)
La situazione era, effettivamente grave, e come ben riportava il rapportino c’era anche da fare i conti con i mitragliamenti ed i bombardamenti aerei con cui gli alleati tentavano di fiaccare la produzione bellica e lo spirito dei civili.
Nei primi giorni del settembre 1944 le incursioni seguitarono a colpire l’alessandrino e nell’attacco del giorno 3 (o del giorno 6 secondo il necrologio) il nostro giovane Livio fu colpito, ferito ed ucciso dalle bombe alleate.

La famiglia ne diede notizia qualche giorno dopo:
Al proprio posto, che l’onore e il dovere gli imponevano, il 6 corrente durante incursione nemica cadeva in Alessandria Livio Barge. S. Ten. di Fanteria, Combattente sul Fronte Balcanico Laureando in Filosofia.
Lo piangono, a funerali avvenuti: la mamma Lisa Maria; gli zii ed i cugini. La famiglia ringrazia coloro che condivisero il suo dolore. (5)
Se ne andò così, a soli 25 anni, travolto dalla furia della guerra un giovane e sfortunato soldato ed ufficiale italiano. Rapito dai moti violenti della storia nel pieno della sua giovinezza. La sua storia, apparentemente semplice, è invece moto evocativa perché simile a migliaia di altre storie sfortunate.
Una delle tante pagine drammatiche di quella guerra assurda di tanti anni fa.
Alessandro Mella
NOTE
1) L’Arco, 44, Anno XLVI, 30 ottobre 1937, p. 2.
2) La Stampa, 183, Anno LXXV, 1° agosto 1941, p. 2.
3) Bollettino Ufficiale, Ministero della Guerra, Dispensa 43, 15 maggio 1943, p. 3074.
4) Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 5 settembre 1944.
5) La Stampa, 258, Anno LXXVIII, 14 settembre 1944, p. 2.