La transizione digitale, fine di un’umana presenza, e non solo dagli schermi tv
I più attenti avranno notato una singolare cantilena nelle voci fuori campo che descrivono fatti ed eventi in molti servizi dei Tg. È una voce dell’intelligenza artificiale, è professionale, quasi perfetta. Come smascherarla? Ha una cadenza ridondante, riporta la notizia senza pause per riprendere fiato e soprattutto, in presenza di polisemie spesso scambia le parole che hanno un doppio significato, peraltro frequenti nel lessico italiano.
Sono quei termini omonimi, che sono scritti allo stesso modo, perciò sono omografi, e si pronunciano allo stesso modo, per cui si dicono omofoni, ma variano il senso a seconda del contesto. Ad esempio: “calcio” può significare il gioco sportivo, un elemento chimico, un gesto del piede; altrettanto “partito” che può essere un verbo o un insieme politico.
Ancora di più se l’omonimo cambia di significato col cambiare dell’accento. Ad esempio: “ambito” significa “un luogo” con l’accento sulla prima vocale, ma diventa un verbo e significa “desiderato”, se l’accento cade sulla seconda vocale.
Tutto questo però, l’intelligenza artificiale che legge il testo, ancora non lo sa e l’orecchio di un ascoltatore attento può captare gli errori di commento laddove sostantivi, che sono esposti come verbi o errori di accento, storpiano le frasi.
Il commento artificiale si sta diffondendo anche nei filmati reperibili sul Web, soprattutto quelli che descrivono le news quotidiane che, tramite app, compaiono su pc e cellulari. Notizie tagliate su misura dall’IA sugli interessi specifici di ogni lettore-ascoltatore, dai gossip allo sport, alla politica e così via.
Inoltre, farsi compilare i testi da ChatGPT è diventata una prassi aziendale, altrettanto per farseli tradurre oppure abbinarli a una lettura artificiale. Tutto questo con tanti saluti a un copywriter di un’agenzia pubblicitaria, a un traduttore di umana conoscenza e pure a un doppiatore. Scelte economiche per promuovere eventi, prodotti e progetti generati da una creatività e da una perizia antropica costruite in secoli d’arte e civiltà.
Siamo all’inizio di una nuova era, quando l’intelligenza artificiale arriverà alla presa della “sua coscienza” sarà indipendente da quella umana, lo sappiamo e lei lo sa, eppure ne acceleriamo l’avvento, nel nome della scienza, o di chissà cosa non si sa. La corsa al suicidio quantistico-robotico è già in atto, dai settori produttivi a quelli militari e aerospaziali. È ovunque. Non si fermerà.
Ritornando all’ambito giornalistico, il 9 luglio 2024 il canale indiano Odisha Tv ha lanciato Lisa, un avatar creato dall’intelligenza artificiale. Ha un volto suadente e professionale di una convincente annunciatrice del telegiornale.
Esperimento preceduto nel 2023 da Channel 1, canale informativo fondato a Los Angeles dall’imprenditore Adam Mosam. In una emissione test infatti, sono andati in onda conduttori-avatar dalle sembianze umane e servizi esposti da video e figure originati dall’IA. Il sorprendente Tg sembra possa diventare normale emissione entro il 2024, con peculiare attenzione alla veridicità delle notizie.
Si apre dunque, un altro scenario di disoccupazione anche per commentatori e giornalisti, ma la cosa era nell’aria. Infatti, personaggi realizzati con l’IA generativa, sono già da tempo abitudinari umanoidi inseriti in coinvolgenti contesti artificiali. Scenari che interpretano ogni tipo di soggetto, e circolano nella rete, su blog e social, sia creati da utenti amatoriali che da professionisti del Web.
Poiché l’accelerazione del mondo virtuale è ipersonica, presto dovremo iniziare ad abbandonare il ricco frasario della nostra madrelingua per far posto ad algoritmi che badano al sodo, sempre più padroni della nostra vita, delle cose e del tempo. È un processo in atto dai primi SMS, dai “Tvb” sul telefonino. Messaggini, sveltine emozionali che hanno rimpiazzato il dialogo, la poesia e lo scrivere lettere d’amore.
Questo e altro “Prossimamente sui nostri schermi”, parafrasando un vecchio messaggio rivolto agli spettatori dopo la fine di un film, per promuovere il prossimo spettacolo. Una frase che, fino a poco tempo fa, era locuzione comune per darsi appuntamento, un modo di dire: “ci si vede presto”, che sta passando di moda. Come quasi tutto, sempre più velocemente.
Le immagini dell’articolo sono state realizzate con il programma amatoriale e gratuito di IA DreamStudio. Poche indicazioni, quattro versioni in meno di 10 secondi.
Ci avviciniamo alla fine dell’essenza umana
L’intelligenza artificiale per ora è ancora piuttosto imbecille incapace di distinguere correttamente i termini però siamo su una buona strada. Mi ricordo solo il vecchi Texas Instruments TI che aveva un dispositivo per trasformare la scrittura in parole, parliamo di 50 anni fa. l’evoluzione è cambiata. Ora si detta al computer e scrive direttamente ma serve attenzione, qualche parola a volte vien travisata. Nella realtà è l’essere umano che prepara programmi di interpretazione sia per scrittura che sintetizzatore vocale. Quando la macchina interpreterà il pensiero ed esprimerà un sentimento allora sarà “Intelligenza Artificiale” ma fino a quel momento sarà solo una interpretazione stupida e veloce della parola sia scritta che vocale.
Non che i giornalisti in carne, ossa e poco cervello riescano a dare le notizie in italiano corretto 😪
Sono contraria a questa “IntelligenzaArtificiale” che escluderà il pensiero e l opera umana…
L’intelligenza artificiale si Sviluppa seguendo degli algoritmi che vengono programmati dagli uomini. La bontà dell’algoritmo è essenziale, deve essere scevro da pregiudizi, stereotipi di genere e/o Intenzioni di tipo economico/politico. È un tema davvero spinoso.
L’intelligenza artificiale si Sviluppa seguendo degli algoritmi che vengono programmati dagli uomini. La bontà dell’algoritmo è essenziale, deve essere scevro da pregiudizi, stereotipi di genere e/o Intenzioni di tipo economico/politico. È un tema davvero spinoso.
Per me tutto questo è davvero una tragedia…presto non si distinguera’ piu’ chi è cosa è umano e chi artificiale … alcuni film lo avevano annunciato quando ancora sembrava Fantascienza.