Di Alessandro Mella
Tra fine ‘800 ed inizi del ‘900 l’Italia si trovò in una fase molto particolare. Malgrado i molti problemi sociali, l’ascesa di Giovanni Giolitti permise l’avvio di una graduale fase di crescita, di riformismo e di vivacità nella ricerca scientifica e negli studi culturali.
Giovanni Piumati fu uno dei protagonisti di questo percorso in un’Italia, in quel tempo, molto attenta al mondo tedesco.
Il nostro, non a caso, insegnò all’Università di Bonn dove ebbe per allievo il futuro Kaiser Guglielmo II. La molteplicità degli interessi di Piumati, pittore e leonardista, gli procurarono l’attenzione anche di principi e sovrani della Real Casa d’Italia. I primi contatti avvennero con il re Umberto I che Piumati ebbe modo di conoscere presumibilmente alla seduta dell’Accademia dei Lincei del 7 luglio 1891 nel corso dalla quale egli ebbe modo d’intrattenersi con il sovrano. (1)
Ulteriore incontro avvenne certamente nel 1894 quando Umberto ricevette il Piumati, con il suo celeberrimo benefattore russo, a Roma e quando gli mostrò un vivace interesse per i suoi studi. (2)
I rapporti più amichevoli, tuttavia, il nostro li ebbe con il suo successore Vittorio Emanuele III il quale, oltre che noto numismatico, fu anche vivacissimo cultore delle arti e delle scienze.
Sono numerosi gli incontri con il Piumati documentati. Nel 1903 lo studioso, per tramite del sen. Luigi Roux, fece pervenire al sovrano, in dono, il foglio 17 del Codice sul Volo degli Uccelli. (3) Il re gli inviò un prezioso orologio con le cifre reali ed un assegno. (4)
Di lì a poco vi fu un incontro nel corso del quale il Piumati espresse al re il desiderio di incontrare Guglielmo II suo studente. Il sovrano non mancò di rassicurarlo. (5) L’incontro avvenne in maggio quando il generale Brusati telegrafò al Piumati di lasciare Torino per Roma per essere ricevuto, al Quirinale, dal Kaiser Guglielmo II che gli riservò affettuosa accoglienza sotto lo sguardo compiaciuto di un sorridente Vittorio Emanuele III.
E tale fu l’emozione del nostro artista che questi, sulle prime, non riconobbe il sovrano italiano che li aveva raggiunti. L’anno successivo, nel 1904 il 15 marzo, il Piumati fu nominato dal re cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia anche se la consegna dell’attestato avvenne solo nell’udienza del 5 agosto successivo.
Un incontro tra i due si era tenuto già il 17 luglio presso la Reggia di Racconigi ove il nostro aveva illustrato ai sovrani i suoi ambiziosi progetti sugli studi leonardiani. Del Piumati, tuttavia, il sovrano apprezzava anche l’attività pittorica tanto che quello stesso anno acquistò la grande tela dal titolo “Civrari” cui si aggiunse, nel 1912, l’opera “Cortile in alta montagna”.
Altro incontro avvenne a Torino nel maggio 1907 durante la visita del re alla Società Promotrice di Belle Arti ove, quello stesso anno, egli aveva ricevuto anche la duchessa di Genova. (6) Minori sono le notizie del rapporto negli anni successivi, forse minato dal declino dell’artista braidese, ma appare evidente come questi godesse di una particolare stima e benevolenza del re, il quale non mancò di finanziarne gli studi. Quando il Piumati si spense, a Col San Giovanni di Viù il 7 ottobre 1915, il sovrano si trovava già tra le trincee della Grande Guerra ove certamente la notizia lo colse.
Alessandro Mella
NOTE
1) «Il primo fascicolo del Codice Atlantico, che così è chiamato per la moltiplicità delle materie che vi sono trattate e per l’abbondanza dei disegni, pubblicato dall’Accademia dei Lincei, è stato presentato a S. M. i1 Re. Nella solenne seduta che l’Accademia tenne il 7 Luglio. Sappiamo che il Sovrano ebbe parole gentili e piene di lodi per l’egregio nostro concittadino, e ce ne compiacciamo» (Eco della Zizzola – Gazzetta di Bra e Dintorni, 11 lug. 1891, p. 3).
2) «Il Re ha ricevuto ieri in udienza particolare il signor Sahachnikoff e il signor Piumati. (…) E ieri appunto, come ho detto in principio, di queste linee, il Re, ricevendo in udienza il Sabachnikoff ed il Piumati, poteva ammirare, presentata da loro la superba edizione del codice, insieme all’originale che gli veniva donato. Il Re Umberto ebbe pei due artistici visitatori la più cordiale accoglienza. (…) Il Re parlò pure col Piumati dell’altra opera sua leonardiana e del Codice Atlantico, mostrandosi molto informato delle poderose fatiche che il Piumati incontra. L’udienza è durata quasi un’ora». (Eco della Zizzola – Gazzetta di Bra e Dintorni, 21 gen. 1894, pp. 2/3).
3) La Stampa, 22 gen. 1903, p. 1.
4) Giovanni Piumati (1850-1915) – La parabola artistica di un’artista europeo – Pittura di paesaggio e studi leonardeschi, A. Audoli e C. F. Guetermann a cura di, p. 171. (Il prezioso orologio, guarnito di cifra e corona reale, era stato prodotto dal gioielliere prediletto della Real Casa, Musy di Torino).
5) «Questi particolari veniva narrando or sono due mesi il Piumati a S. M. il Re Vittorio, allorché questi si compiacque riceverlo qui in Roma; ed esprimeva, insieme, la gioia che egli avrebbe provato, se gli fosse stato concesso di rivedere l’antico studente di Bonn, quando, imperatore o re, sarebbe tornato a Roma, a visitarvi i Sovrani nostri. Re Vittorio, che ama gli studi e gli studiosi, colse a volo l’espressione di questo desiderio, e, con la squisitezza di sentire che è in lui, disse tosto al Piumati: “Non dubiti lo vedrà!”». (Eco della Zizzola – Gazzetta di Bra e Dintorni, 21 mag. 1903, p. 1).
6) La Stampa, 28 mag. 1907, p. 6.
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