Biblioteca a senso unico. Ancora una volta l’immigrazione ha la precedenza.
Lunedì 16 settembre ha riaperto la Biblioteca per Ragazzi di Cuneo sud, nel Quartiere Cuneo 2.
La struttura era stata chiusa all’inizio dell’estate per riorganizzare gli spazi, informatizzare il catalogo e migliorare l’offerta.
Alle ore 16:00 la Biblioteca è stata aperta al pubblico per una visita delle due stanze adibite a luogo della cultura.
Alle ore 17:00 vi è stata una lettura ad alta voce a cura di ABL Amici delle Biblioteche e della Lettura odv. Di questa Associazione non si può che parlar bene dal momento che opera “ispirandosi ai principi della solidarietà umana” e che ha “come finalità la promozione della lettura e dell’educazione permanente”.
A seguire è stata organizzata ed offerta una merenda per i bambini.
La riapertura della struttura ha permesso di passare al prestito informatizzato.
Molti bambini hanno preso parte all’inaugurazione e per l’Amministrazione comunale era presente l’Assessore alla Cultura, Cristina Clerico, che ha potuto restare poco tempo perché era attesa in Municipio per la seduta mensile del Consiglio Comunale.
Noi di “Civico 20 News“, unica testata presente, abbiamo parlato con l’Assessore Clerico che ci ha confermato che la biblioteca si sposterà all’interno del Centro Commerciale, al posto prima occupato dalla banca di quartiere.
Con lo spostamento al piano inferiore gli attuali locali verranno destinati ad un progetto di inclusione sociale, per ampliare l’azione formativa ed educativa di quartiere, che verrà affidato a Cooperative Sociali e Fondazioni bancarie.
Ciò che colpisce subito chi entra è un cartellone dal titolo “Mamma lingua – Storie per tutti nessuno escluso“, scritto da Graziella Favaro.
Al punto 2 di tale “manifesto” si dice: “I bambini figli di immigrati rischiano di crescere con meno storie e ciò avviene per vari motivi: l’assenza nel Paese di immigrazione della generazione dei nonni e della famiglia allargata; la scarsa disponibilità di tempo che i genitori possono dedicare al racconto; l’assenza o la scarsità di libri e beni linguistici per i bambini in lingua madre“.
Non stupisce che in un Comune, amministrato da anni dal Centrosinistra, la priorità siano i figli degli immigrati.
Sino ad oggi cosa si è fatto, per esempio, per la cultura dei figli delle famiglie monogenitoriali, per quanti hanno perso un genitore per malattia o incidente o per chi – a causa di una giustizia ingiusta – non ha il papà o gli è impedito di vederlo?
Il mantra è sempre lo stesso: l’immigrato innanzitutto.
Al punto 6 del citato manifesto, infatti, si dice che “i genitori che crescono il figlio in un contesto di migrazione si trovano a dover elaborare e gestire in solitudine scelte e strategie che i genitori autoctoni non sono chiamati a fare e che l’ambiente esterno non sostiene“.
Che cosa si intende con “l’ambiente esterno non sostiene“? Forse che l’Italia è il Paese “nero, brutto e cattivo” che non include chi viene da fuori?
E come mai “i genitori autoctoni” – definizione orrenda – non si troverebbero ad “elaborare e scegliere in solitudine scelte e strategie“?
Non tutte le mamme e i papà italiani hanno un marito o una moglie a fianco. Non tutti i nuclei familiari hanno nonni presenti e disponibili a fungere da babysitter a basso costo, o gratis.
Bello quando un Ente Pubblico investe sulla cultura – e sulla nuova Biblioteca di Cuneo Sud verranno investiti circa 100.000 euro – ma discutibile è quando – attraverso gli spazi culturali, foraggiati dai pubblici contribuenti – si diffonde ideologia, guarda caso “di Sinistra“.
I bambini sono bambini e non esistono bambini meno bambini di altri. I bambini, figli di immigrati, non devono avere un trattamento speciale, di favore o privilegiato.
Se così fosse ci sarebbe – qui sì – una palese discriminazione dei bambini che hanno “la colpa” di essere “autoctoni“.
Tanti nostri lettori sono esausti di questa retorica secondo cui gli immigrati sono le vittime di un mondo che non li capisce. Basta farsi un giro delle carceri italiane dove, manco a dirlo, più di un terzo della popolazione detenuta è immigrata.
Torneremo sicuramente sul tema.
Vorrei vedere la sensibilità degli immigrati quando noi ci trasferiamo nei loro paesi di origine…ci spalancano le porte e riorganizzano le biblioteche?
Cara Rosalba, purtroppo hai centrato a pieno il punto. Non esiste più una nostra cultura nazionale. Tutto è asservito agli Immigrati, alla Lobby LGBT…
Non mi resta che concordare con Rosalba e con te Elia. Siamo certi che i figli di immigrati andranno in biblioteca? E se fossero solo i maschi? E se in biblioteca ci fossero libri non graditi siamo certi che padri energumeni non butterebbero tutto in aria? Gli immigrati islamici soprattutto, e sono la stragrande maggioranza, sono qui per conquistarci e occuparci, non per assorbire la nostra cultura. Se invece di parlare solo di immigrati la sinistra si occupasse del benessere dei cittadini e dei territori, ad esempio in Emilia, non ci sarebbero certi disastri che portano disagio solo a noi
Analisi corretta. Purtroppo tanti sono preoccupati per la vene filo-immigrazionista presa da molte Amministrazioni comunali. Risultato? Persone che disertano biblioteche, centri incontro, ludoteche, parchi giochi. L’integrazione non può essere imposta.