Una metafora intrigante
“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”
Se lo chiese nel 1972 Edward Lorenz Norton, matematico e climatologo, che si è conquistato un posto nella storia per il suo butterfly effect, l’effetto farfalla, col quale molto ha contribuito agli studi sulla teoria del caos. Il battito d’ali d’una farfalla genera nell’aria un movimento di molecole che, se pur piccolo, innesca una catena di altri movimenti di molecole, i quali possono giungere a scatenare addirittura un tornado anche a molta distanza. Ma qual è il senso di questa metafora intrigante?
Un piccolo cambiamento nelle condizioni iniziali d’un qualsiasi sistema conduce a conseguenze su scale più grandi e quanto più complesso è il sistema più imprevedibili sono queste conseguenze. Infatti, se non si ha la padronanza e la conoscenza assoluta di tutti gli elementi produttivi della catena degli eventi, si rischia il caos, il quale si enfatizza anche con la somma degli errori che si influenzano progressivamente e delle approssimazioni che si fanno sempre più avventate. Un metaforico battito d’ali di farfalla è, dunque, l’elemento che, forse insignificante in sé, non adeguatamente valutato, rischia di far evolvere il sistema verso il caos.
Orbene, decontestualizzata la drammaticità dell’attentato, può dunque la sua lieve ferita all’orecchio destro mentre era in Pennsylvania, scatenare il tornado Trump in mondi da lì lontani? Con la fierezza combattiva che da sempre lo distingue, quel tycoon, iun quel momento non ancora Presidente USA sebbene già tale per la maggior parte dei media, ha detto poi che Dio gli ha salvato la vita per un motivo, e questo motivo è salvare il Paese e ripristinare la grandezza dell’America. Ma per il giornalista italoamericano Federico Rampini, che conosce bene gli Stati Uniti, Trump è pericoloso per il Paese e per il mondo intero perché incarna “prepotenza, egomania e disprezzo per la Costituzione”.
Si racconta che un soldato britannico, nel corso della Prima guerra mondiale, si trovò di fronte un soldato tedesco già ferito e si astenne dal finirlo. La Storia ha poi stigmatizzato tutto quel che fece Adolf Hitler e tanti continuano a chiedersi che cosa sarebbe successo nel mondo se Hitler, quel sopravvissuto, non fosse stato risparmiato allora. Poiché però la Storia conosce anche i corsi e i ricorsi degli eventi, come teorizzati da Giovan Battista Vico, certo verrà un momento in cui qualcuno si chiederà, tra qualche anno, quali sarebbero stati i cambiamenti del modo se non ci fosse stato quel piccolo errore di mira, se quella pallottola, che avrebbe dovuto fargli esplodere il cervello, non avesse invece solo leggermente ferito l’uomo, preservandone così tutta la vitalità.
L’effetto farfalla innescato dal fallito attentato alla vita di Trump, anche per effetto della globalizzazione che caratterizza l’attuale sistema estremamente complesso delle relazioni internazionali, rende inattendibile ogni previsione e ci porta quindi verso un futuro planetario difficilmente prevedibile. Possono trovare pertanto giustificazione, in questa articolata congiuntura sociale estesa, anche le considerazioni di chi propone il ricordo delle parole (*) di Eleonor Anna Rooswelt, first lady vissuta accanto al 32° Presidente USA Franklin Delano Roosevelt, ritenendole appropriate alle circostanze con riferimento a Trump, che ieri è stato storia, domani è mistero, oggi è “presente”, e questo termine, presente, dice il vocabolario Treccani, nel parlare in contesti di tono elevato significa: “regalo”.
Si vales, vàleo.
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(*) “Yesterday is history, tomorrow is a mystery, but today is a gift. That is why it is called the present”.