Posizioni istituzionali diverse ribadite senza confronto
Su Chiesa e Massoneria, organizzato dal GRIS, Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa, associazione privata di cattolici, si è tenuto a Milano il 16 Febbraio scorso, presso la Fondazione Culturale Ambrosianeum, un seminario a invito, cui hanno partecipato prelati di alto rango con esponenti di primissimo piano della Massoneria italiana.
C’era Monsignor Antonio Staglianò presidente della Pontificia Accademia di Teologia, il cardinale Francesco Coccopalmiero presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, di cui tanti ricordano l’omelia da lui pronunciata alle esequie di Silvio Berlusconi, imprenditore, politico e, come risulta da documenti acquisiti agli atti giudiziari, massone vicino alla Loggia P2 di Licio Gelli.
C’erano inoltre Stefano Bisi, Luciano Romoli e Fabio Venzi, rispettivi Grandi Maestri delle tre più importanti associazioni massoniche operative in Italia: il Grande Oriente d’Italia (GOI), la Gran Loggia d’Italia degli ALAM (GLD) e la Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI).
Non c’erano giornalisti, né ammessi né tra gli invitati a questo seminario, che si è concluso senza alcun documento finale, ma i cui esiti, comunque pubblicati su Internet, danno atto di grandi cambiamenti prospettici nella Chiesa, per somma cautela sempre lenta.
La Massoneria è un’associazione iniziatica, esoterica e di fratellanza costituitasi a Londra il 24 giugno del 1717, oggi diffusa in molti Stati del mondo. Fin dal suo nascere viene osteggiata dalla Chiesa per ragioni politiche, più che dottrinali: lo attestano i circa 600 pronunciamenti, che partono dalla bolla del 28.4.1738, con la quale Clemente XII ne scomunicò tutti gli aderenti.
Il Papa, Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, ha sempre esercitato e continua a esercitare il suo potere religioso, che è potere sui fedeli. Verso la metà del 700 la Chiesa è diventata Stato e il Papa, come sovrano di uno Stato, aggiunse a quello religioso anche il potere temporale, che è potere sulle persone, di governo delle persone: è potere politico, che perde il 20 settembre 1870 con la Presa di Roma e la successiva annessione dello Stato della Chiesa al Regno d’Italia.
Tra il 1884 e il 1892 Leone XIII promulgò ben quattro encicliche, le cui considerazioni negative contro la Massoneria potevano trovare giustificazioni alla luce della “Dottrina sociale della Chiesa”, nata con lui, pur se il termine si deve a Pio XII. Ma i problemi di natura economica e sociale del mondo contemporaneo non sono più quelli d’una volta e la Chiesa ritiene sempre consigliabili ampi tempi di meditazione prima di decretare… e di ravvedersi.
Ci son voluti, ad esempio, quasi quattro secoli prima che Papa Giovanni Paolo II si decidesse ufficialmente a dichiarare nulla la condanna inflitta a Galileo, al termine del processo condotto dal Cardinale Bellarmino, poi Santo, lo stesso che mandò al rogo Giordano Bruno, un martire del libero pensiero per la Massoneria, la quale molto si spese per dedicargli in campo dei Fiori, a Roma, la statua realizzata dal massone Ettore Ferrari nel 1889. Son passati ormai quasi quattro secoli anche da quando inchiodarono la lingua a quel frate domenicano prima di bruciarlo vivo, era il 17 febbraio del 1600, temendo che dicesse ancora chissà cosa, avendo già avuto tra l’altro l’ardire di “stimare che de stelle innumerabili sono altre tante lune, altre tanti globi terrestri, altre tanti mondi simili a questo”. Quanto tempo ancora, si chiedono alcuni, passerà per il pentimento operoso della Chiesa nei riguardi di questa tremenda condanna? Per ravvedersi della scomunica massonica ci ha messo ben più di due secoli.
La scomunica massonica è stata abolita nel 1983, quando Karol Woytila, Giovanni Paolo II, promulgò il nuovo Codice di diritto canonico. In quello abrogato, il Canone 2335 prevedeva: “Coloro che danno il loro nome a una setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che cospirano contro la Chiesa o contro i poteri legittimi, contraggono, ipso facto, la scomunica, riservata solo alla Sede Apostolica”. Il Canone 1374 oggi in vigore recita invece così: “Chi dà il suo nome ad una associazione che cospira contro la Chiesa, deve essere punito con una giusta pena: il promotore o il dirigente di una tale associazione deve essere punito di interdetto”. Quindi, non c’è più la scomunica per i massoni. Per loro, come per tutti gli altri appartenenti a una “associazione che cospiri contro la Chiesa”, potrebbe esserci solo una giusta pena. Premesso che anche un partito politico o un sindacato sono associazioni e che “cospirare” significa avere intese segrete, congiurare, complottare contro una istituzione, non può esserci “giusta pena” se non c’è stata cospirazione contro la Chiesa.
Cattolica e apostolica, la Chiesa dei Papi, che vediamo osteggiare la Massoneria, è una comunità di soggetti che professano la stessa fede religiosa, il Cristianesimo. La Storia insegna che le guerre di religione ci furono e continuano ad esserci e nel vocabolario Treccani si legge che esse hanno “per causa divergenze in materia di fede religiosa”. Una guerra di religione, pertanto, tra Chiesa e Massoneria, non avrebbe senso, perché il Cristianesimo è una religione mentre la Massoneria non è una religione. Per di più, poiché questa lascia liberi i massoni di professare la religione in cui credono, non ha motivo di cospirare contro la Chiesa per sovvertirne la religione.
Quando il Papa gestiva il potere temporale, potere politico di governo delle persone in quanto tali, le ostilità politiche della Chiesa contro la Massoneria potevano forse avere un senso. Non lo avrebbero più ora, giacché il potere religioso del Papa è potere sulle persone in quanto fedeli. Densa di significati, a questo punto, è la frase di Papa Francesco, estrapolata dal contesto del suo intervento di settembre scorso in Kazakistan al Congresso delle religioni tradizionali: “Le religioni non sono problemi, ma parte della soluzione per una convivenza più armoniosa”.
Le strade di ogni convivenza cominciano sempre con differenze di passo che poi si compensano e si annullano mentre si riducono le distanze e forse questo è il significato occulto del pensiero d’un Papa, che tiene ufficiali posizioni di contrasto della Chiesa nei riguardi della Massoneria mentre dice pure che “viviamo in un mondo dove se non dialoghi rischi di essere assolutamente fuori dal mondo” e che pertanto «ci vuole una sana teologia sapienziale, capace di pensare criticamente tutto, di corrispondere anche alle istanze critiche della ragione universale”. Questo ha detto Papa Francesco alla Pontificia Accademia per la Teologia retta da monsignor Antonio Staglianò, che ha parlato della incompatibilità dottrinale tra Chiesa e Massoneria allo stesso seminario milanese nel quale il cardinale Coccopalmerio ha proposto, inaspettatamente ma bene accetto, un tavolo permanente di confronto tra le due istituzioni.
Chi vivrà, vedrà, ma sa bene che gli ci vorrà lunga vita prima di vedere l’opera realizzato con la trama dell’una e l’ordito dell’altra. Non sono fili incompatibili, questi, ma intrecciabili e, pur in proporzioni diverse, saranno gli elementi essenziali del telo di tenda per comune riparo dell’umanità perché “o siamo fratelli o ci distruggiamo a vicenda. È la sfida del nostro secolo, del nostro tempo – ha detto Papa Francesco nel suo intervento online del 4.2.2021 alla Giornata internazionale della fratellanza umana promossa dalle Nazioni Unite – Fraternità significa mano tesa, fraternità significa rispetto”.
I massoni forse hanno una concezione più pragmatica della fratellanza, ma certo parte sempre da lontano quella Chiesa, la quale oggi propone un tavolo permanente per confrontarsi anche sulla fratellanza che, con la libertà e l’uguaglianza permea e sostiene l’impalcato massonico da sempre.
Si vales, vàleo.
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