L’Essere Umano Originale ha bisogno del veicolo biologico naturale per “fare esperienza” nel laboratorio del mondo e riportarne i frutti in seno all’Origine.
Oceani di pensieri e di parole sono stati spesi per cercare di dare un’immagine del viaggio che una particella dell’Origine compie prima di ritornare al punto da cui è partita. Conosciamo da tempo quante interpretazioni del senso di questo viaggio sono state date da chiunque abbia sentito la necessità di farlo, quanti sono stati gli schieramenti a favore di questa o quella tesi e le battaglie che ne sono scaturite.
“Non fatevi di me nessuna immagine”, “il tao è senza nome”, è stato detto. In pratica ogni tentativo di definire qualcosa di indefinibile è uno sforzo inutile.
O forse no?
A volte lo sforzo per seguire una piccola luce può far uscire dalla buia foresta in cui ci eravamo smarriti. In sé non è ciò facciamo, pensiamo o diciamo che può produrre il risultato della comprensione, quanto la miscela che si attiva quando insieme a questo c’è un anelito, un desiderio di infinito talmente totalizzante da inglobare tutto e non escludere niente.
Neppure rendersi ridicoli o emarginati; neppure “rinunciare alla propria identificazione”; neppure avere il coraggio di esporsi fino alle estreme conseguenze, per seguire il senso di ciò che ci anima dall’essere profondo.
La perfezione non è l’Amore.
L’Amore comprende anche la perfezione.
Come si può andare oltre la perfezione?
Comprendendo tutto, ovvero anche ciò che….non è perfetto, poiché l’Amore comprende tutto.
La Creazione Originale era perfetta, popolata da esseri perfetti, che non potevano che essere così perché pensati così.
Per andare oltre la perfezione occorrevano altri esseri che, per così dire, avessero le caratteristiche per poter andare oltre….
Nell’Idea Originale fu concepita una nuova creatura dotata potenzialmente di poteri e forza infiniti, a sua immagine e somiglianza, ma operativamente incompleta e formalmente indeterminata.
Come poteva tale creatura essere diversa dalle creature perfette pur essendo emanata dall’Origine che concepisce solo ciò che è perfetto?
Per andare oltre, essa doveva poter comprendere liberamente la perfezione, e, quindi, andare oltre, perdendosi nell’Amore con un atto cosciente.
Ed ecco la possibilità associata all’essere umano secondo tale Idea.
L’Essere Umano, nella sua interezza originale, doveva essere dotato di libero arbitrio in quantità sufficiente a permettergli una certa libertà di scelta al momento in cui “consapevolezza e discernimento” glielo avesse permesso.
Fu posto quindi nella condizione di poter divenire cosciente di ciò che è vero Bene e di ciò che è bene relativo, cioè antitesi del male, per scegliere consapevolmente l’unico vero Bene e quindi dare, attraverso la sua esperienza, un “valore aggiunto” al Piano Originale contenuto nell’Idea.
Supponendo infatti che lo sviluppo del Piano Originale, per quanto perfetto, infinito ed eterno, fosse comunque “prevedibile”, l’apporto della nuova creatura quale “elemento vivente, libero e consapevole” nel laboratorio cosmico universale, avrebbe potuto costituire il “fattore di imprevedibilità” capace di contribuire a rendere sempre più grande e magnifico tale Piano (in oriente – lila = il gioco di Dio -).
Ogni essere umano doveva essere posto nelle condizioni di conoscere e scegliere, e così ad ognuno fu permesso di partire per il proprio viaggio.
Allontanandosi dalla propria Origine, pur mantenendosi in contatto mediante un principio, potenzialmente attivo dentro di sé, come essenza funzionale e propulsiva, egli poté iniziare ad utilizzare il potere di discernimento per “osservare come dall’esterno” il Piano Originale in sviluppo, divenendone via via sempre più consapevole.
Egli non possedeva ancora la personalità propria dell’essere umano biologico naturale.
Successivamente l’allontanamento divenne “distacco temporale” e il principio attivo entrò in una fase di latenza.
L’essere umano si identificò nelle sue possibilità di libero creatore e diede inizio ad un mondo “non previsto nell’Idea Originale”, in cui continuò ad operare in modo non più coerente con Essa.
Per evitare che egli deviasse dai principi fondamentali fino al punto di creare troppi danni, e fosse completamente irrecuperabile, questo nuovo mondo fu separato, mediante una bolla spazio-temporale, dal resto del creato e divenne un laboratorio entro il quale sperimentare un piano educativo che potesse ricondurlo in sintonia con essi.
Come ausilio per questo programma educativo e di autoapprendimento fu trapiantato in tale essere un nuovo organo, adatto allo scopo.
Così si strutturò la personalità umana di quel piccolo universo, a completamento temporaneo dell’intero sistema fino al momento della sua maturazione cosciente e della completa autonomia operativa in piena responsabilità.
L’intero sistema ridivenne potenzialmente adatto ad essere reintegrato, a pieno titolo, nello sviluppo del Piano Originale.
E l’Essere Umano ritornò a poter navigare nell’Infinito.
Schema e testo
Pietro Cartella
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