Bastano pochi istanti particolari per contribuire attivamente ad un pianeta sano.
Solo una coscienza di un certo tipo può esprimersi con intelligenza. L’essere umano è il tentativo strumentale per collocarne i presupposti.
Chi ha dimestichezza con gli aspetti filosofico-religioso-social-scientifici indagatori della realtà vitale chiamata coscienza avrà di che obiettare, a ragione, su quanto troverà nelle prossime righe.
Prendo atto di quanto grande sia la mia ignoranza, in generale e in particolare, su tali aspetti. Forse allora vi chiederete perché voglia correre il rischio di rivelare quanto essa profonda sia e quanto ridicolo possa essere il tentativo di racchiudere nelle poche parole di un articolo un aspetto essenziale della coscienza.
Perché non è che voglia, ma devo! (peggio ancora … sembro invasato o lo sono davvero!).
Dopo aver letto di tutto e di più, per oltre cinquanta anni, e non averci capito gran che, sono comunque rimasto colpito dalla grande varietà di definizioni e concetti che sono stati espressi in materia fin dall’alba dei tempi da chiunque ne abbia avuto titolo e modo.
Cosicché, come sempre, vista la mia innata testardaggine, non potevo rinunciare ad un ennesimo tentativo, poiché finché c’è vita c’è speranza, di dire la mia. Un tentativo che è un atto dovuto a tutti quelli che, come me, non sapranno mai esprimere in modo accettabile quello che la loro coscienza non è ancora in grado di manifestare intelligentemente in modo intellegibile da altri.
Da dove nasce la coscienza?
Probabilmente dall’esperienza!
Allora basta fare esperienza perché nasca coscienza?
Probabilmente no!
Significa forse che ci può essere esperienza senza che esista una coscienza a priori, ovvero che esista a priori una coscienza che possa avere la capacità di rendersi conto di vivere un’esperienza e trarne qualcosa per sé?
Forse sì, forse no!è nato prima l’uovo o la gallina,
Allora vi può essere coscienza ancor prima dell’esperienza?
Probabilmente sì!
Ma se così è allora perché si devono ripetere così tante volte le medesime esperienze prima di comprenderne il senso e andare oltre?
Probabilmente perché occorre che maturi un certo livello di coscienza che possa essere in grado di comprenderlo, così come avviene che alcune cose ancora piuttosto oscure per un bambino diventino chiare ad un adulto.
Quindi questione risolta?
Non credo!
Tuttavia …
Proviamo a ripartire daccapo, semplificando ulteriormente (mi vien da ridere vedendo la mia faccia sgomenta riflessa nel computer … immagino la vostra!?!).
È nato prima l’uovo o la gallina, … la coscienza o l’esperienza?
Probabilmente nessuna delle due!
Allora sono nate insieme?
Probabilmente sì!
Impossibile, troppo semplice!
Sarebbe come affermare che l’uovo e la gallina sono nati insieme, e questo evidentemente non è possibile!
O forse sì?
Scherziamo?!?
Proviamo a ripartire daccapo un’altra volta.
Questa volta però ripartiamo prima di ripartire, ovvero torniamo all’idea che sottende ciò che si manifesta.
La differenza sostanziale che esiste tra un’idea e la sua manifestazione materiale sta nella necessità della sua divisione polare.
Ovvero ripartiamo da quel qualcosa che quando è ancora racchiuso in un’idea è essenzialmente simile ad una immagine unitaria onnicomprensiva e che per potersi manifestare materialmente in modo tangibile, ancorché ipotetico, deve dividersi in modo polare, cosicché la tensione tra i suoi aspetti positivi e quelli negativi generi una tensione energetica sufficiente a indurre il processo realizzativo.
Più o meno come avviene tra il giorno e la notte, il caldo e il freddo, il negativo e il positivo, la vita e la morte, poli opposti tra cui scocca la scintilla dell’esperienza che li racchiude!
E quindi?
Spudoratamente proverei a trarne la seguente deduzione sintetica:
mi pare possibile che coscienza ed esperienza siano i due poli opposti della stessa idea che sta in principio, un’idea di manifestazione continua di sistemi complessi, sempre aperti ed interagenti, che hanno bisogno di una adeguata tecnologia per esprimersi materialmente, una tecnologia per esprimere un pensiero intelligente attraverso la tensione tra coscienza ed esperienza.
Tecnologia del pensiero intelligente!
Un modo concreto per compartecipare ad un pianeta sano!
O anche solo per poter respirare quel po’ di aria pura residua, non ancora totalmente saturata dalle nostre paure, in questi giorni di canicola agostana (che mi ha certamente dato alla testa!).
Ed è ovvio che ora sia giunto il momento di ritirarmi nel bunker per riparare i danni derivati al cervello, come evidenziati da questa cosciente esperienza, e taccia almeno per oggi in segno di rispetto verso di voi che avete mostrato la benevola comprensione nel leggere queste righe fino in fondo.
Ve ne sia reso merito!
Buon proseguimento di vacanza, comunque sia!
schema e testo
pietro cartella
nota: anche trovandovi sulla spiaggia sotto l’ombrellone potete comodamente sperimentare personalmente che spazio e tempo esistono transitoriamente come condizioni pulsanti di uno stato di percezione sensoriale cosciente tra quando un’idea si separa in due poli di tensione, necessari alla sua manifestazione e realizzazione, e quando essi tornano a riunirsi nuovamente nell’idea implementandola con il risultato dell’esperienza vissuta.
Detto in altri termini: se nasce in voi l’idea di bere essa non è caratterizzata da spazio e tempo, ovvero è istantanea; ma per andare a prendere un bicchiere d’acqua e berlo, occorrerà spazio e tempo, coscienza di doverlo fare ed esperienza nel farlo; infine conclusa la faccenda e soddisfatta la sete, scompariranno istantaneamente, reintegrandosi in un’unica entità, coscienza, esperienza e idea del bere.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata
Scarica in PDF