
Un singolare episodio… di natura postale…
Ricevo, da un lettore e amico di vecchia data, Roberto d’Amico, una interessante testimonianza che narra di una vicenda piuttosto intrigante: una presunta corrispondenza con un gruppo di extraterrestri.
Riportiamo per esteso il testo ricevuto, riservandoci di commentarlo in calce all’articolo.
“A partire dal 1969 molte altre organizzazioni e personalità che si interessavano al tema dei “dischi volanti”, come venivano chiamati gli Ufo in quegli anni, in Francia, Spagna, Regno Unito e Sud America iniziarono a ricevere messaggi di presunti extraterrestri provenienti dal pianeta UMMO inviati dai più disparati paesi, Germania Occidentale, Australia, USA e persino URSS e Cina, due paesi che in quei tempi erano praticamente isolati e inaccessibili.
Il 1o settembre 1969, una delle primissime lettere “ummite” arrivò proprio a Torino, inviata da Berlino Ovest, come indicava il timbro postale, al direttore della Rivista Clypeus, organo del “Gruppo Clypeus” che per primo in Italia si era occupato di catalogare, studiare e divulgare notizie ufologiche, molto ben conosciuto anche all’estero.
Nella busta, scritta a mano in modo volutamente approssimativo e in lingue diverse, c’erano un foglietto scritto a mano in lingua “ummita”, 3 microfilm contenenti la lettera e 2 fotografie raffiguranti un disegno schematico di una astronave e una sua fotografia in volo (in realtà si trattava di una fotografia scattata nel 1967 in Spagna a San Josè de Valderas, già nota ai ricercatori e in seguito riconosciuta essere un falso).
Allora giovane studente del Politecnico, come membro del “Gruppo Clypeus”, ebbi la ventura, insieme al direttore Gianni Settimo e a qualche altro amico appassionato, di occuparmi del caso di cui riportammo in tre articoli: nei n. 33 (“Un caso perfetto che non è perfetto”,1971) e n. 41 (“Gli ‘extraterrestri’ di Berlino-Ovest”,1972) di “Clypeus” e sulla rivista “gli Arcani” (“Ummo: extraterrestri made in… Terra?”, 1975).
Avendo letto su Civico20 l’articolo di Giancarlo Guerreri riguardante gli alieni, ho pensato di inviare questa mia nota per far conoscere un pezzo poco noto della storia ufologica torinese, che ebbe anche una certa risonanza internazionale.
Il testo della lettera era in francese e conteneva informazioni varie sul pianeta UMMO e i suoi abitanti.
La domanda che ci ponemmo allora era ovviamente se si trattava di uno scherzo o se invece fosse una faccenda terribilmente seria… La nostra analisi dei cosiddetti dati “scientifici” forniti (nulla di particolarmente extraterrestre…) ci portò alla conclusione che fosse un caso molto “terrestre”, anche se restava sconosciuto il motivo per cui qualcuno avesse avuto interesse a fare infiltrare queste missive negli ambienti specializzati.
Come ebbe a dire in quello stesso 1969 il noto ricercatore spagnolo Ignacio Darnaude Rojas-Marcos di Siviglia, era molto fantastico e improbabile pensare che alieni potessero vivere tra di noi senza alcuna difficoltà di adattamento. Era assai più logico che le informazioni che venivano passate sottobanco (perché non farlo ufficialmente a livelli politici o scientifici alti?) fossero redatte da un’organizzazione la cui identità e i cui obiettivi potevano aprire un’infinità di ipotesi.
Il caso UMMO andò avanti sino al 1993, quando spagnolo lo José Luis Jordán Peña confessò di essere stato l’autore di questo stravagante progetto mistificatorio, affermando di averlo fatto come un esperimento per verificare una sua teoria personale sulla “Sindrome di Anubi”, una specie di paranoia che affliggerebbe l’80% dell’umanità e che indurrebbe le persone a credere in cose al di fuori dal normale.
In realtà, in modi assai diversi tra loro, il fenomeno UMMO aveva finito per acquistare una sua vita propria e diversificata e ci vollero molti altri anni prima della sua fine definitiva. Da noi il suo simbolo venne, ad esempio, anche fatto proprio da alcuni gruppi dell’estrema destra e a metà degli anni ’70 lo trovammo spesso tracciato sui muri di Torino e Rivoli.
Oggi, il caso UMMO non rimane che una delle tante sfaccettature del variegato mondo ufologico… così come la storia dell’alieno di 256 anni di nome Absu Imaily Swandy, capo del “Sidereal Intercontacts Centre”, che sempre in quel periodo si aggirava per le strade di Torino, ma questa è un’altra storia…”
Abbiamo ricevuto e pubblicato questa singolare notizia, scoprendo, in seguito, che esiste una cospicua raccolta di documenti ufologici, presente nell’archivio di gruppi di appassionati o di singoli studiosi.
Ora che persino le Autorità militari USA hanno accettato l’idea che si possano diffondere e desecretare documenti riservati, se non addirittura segreti, abbiamo pensato di dare “spazio” a questo tipo di materiale, interrogando direttamente coloro che hanno deciso di condividerlo con noi.
Parleremo anche di casi clamorosi di contattisti che di recente, o in un non lontano passato, hanno testimoniato fatti ed eventi, riguardanti contatti con extraterrestri.
Sebbene sia difficile assumere una posizione ufficiale, non essendo stati diretti testimoni, ci limiteremo a descrivere quello che gli occhi di coloro che hanno visto, ci racconteranno.
Pubblichiamo le copie dei tre microfilm ricevuti, scusandoci anticipatamente con i Lettori per la pessima qualità delle immagini.
Immagini Archivio Clypeus, per gentile concessione
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interessante, vi sono testimonianze anche antecedenti, relative agli anni 30