
La tormentata storia del nostro carburante
Cari lettori, oggi andremo a intervistare un carburante che ultimamente è criticato in quanto puzzolente ed inquinante, responsabile di molti guai del mondo. È un argomento di grande attualità. Eccoci dunque a una pompa del distributore, inquadriamo mentre si distilla 1 litro, in primo piano per favore!
“Buongiorno litro di benzina verde, cortesemente chiedo un’intervista breve ma spero, molto interessante, posso andare avanti?”
“Ma le pare, ne ho da raccontare, liquido viscoso dapprima tumulato, quindi digerito per un’eternità da bacilli che mi hanno putrefatto. Liquame scoperto e infine trivellato, battezzato “oro nero”, poi imbarcato su di una petroliera per esser distillato fino a diventare carburante da bruciare. Chieda pure giornalista, ho una tormentata storia ed è lunga la mia lista”.
“Sacripante! È un tema coinvolgente, un patimento fisico, un dramma interiore. Esala un pathos da svelare lentamente, il lettore apprezzerà. Prendo nota, dica in piena libertà”
“Eravamo organismi in via di evoluzione e in continuo accoppiamento, posati su uno splendido Pianeta dove Dio, o chi per lui, ci creò un contesto dove sviluppare la vita. Con l’andare degli eventi fummo intrappolati e mutati in un impasto di molecole d’idrogeno e carbonio miscelate ad acqua, infine definite “materie fossili” da un’umanità evoluta e intelligente che ha scoperto le nostre qualità soltanto ultimamente, quotandoci in borsa e per accaparrarci, scatenando molte guerre”.
“Perbacco! Se questi sono gli antefatti i lettori ne andranno… letteralmente matti! Signor litro, si metta di profilo e ci racconti il resto, descriviamone il contesto!”
“Milioni di anni fa ero parte d’un sistema vivente primordiale poi sotterrato da imponenti movimenti che han formato i continenti…. Io facevo parte di boscaglie sconfinate nutrite dall’energia del Sole, sepolte a imputridire tra gli strati di arenaria senza mai disperderci nell’aria. Delle melme battezzate “petra oleum” infine trivellate poco tempo fa … Ed ora sono qua, idrocarburo dalla nuova identità: benzina da 2 € al litro; contanti o bancomat? Per chi vuole fare il pieno, sconto e scheda a punti fedeltà”.
“Uso Postepay… ma tornando al soggetto, io caldeggio per sapere il percorso chimico del greggio, dall’estrazione fino al rifornimento, ma cosa c’entra il Sole nel procedimento?”
“Le vite vegetali si nutrono di acqua e di sali minerali, ma si servono del Sole come fonte di energia che viene trasferita agli animali quando brucano il fogliame. Animali erbivori che cederanno la stessa energia a onnivori e carnivori sotto forma di bestiali banchetti o grigliate di bistecche. È il principio elementare della catena alimentare”.
“Perdindirindina, questa è bella signor litro di benzina! D’ora in poi ci penserò ad ogni morso di fettina! Quindi, l’energia del Sole sarà quel colpo di calore che servirà a far muovere anche il motore?”
“È così caro cronista, gli scienziati umani definiscono “fotoautotrofe” le piante, lo sappiamo bene, noi che conviviamo miscelate da milioni di anni, noi miliardi di miliardi di molecole facenti parte di un unico mare petrolifero sepolto nell’oscurità, anche al di fuori comunichiamo a distanza, condividiamo le tante sofferenze che ci toccano per essere smembrate in polimeri e bitumi, quindi in carburanti per motori a scoppio”.
“Che scoop! Ho una macchina veloce che consuma parecchio, dunque nella camera di scoppio si consuma un olocausto di molecole filtrate che sono state forme di vita in epoche passate?”
“Esatto! Quello scoppio che restituisce il calore è l’energia del Sole, trasformata in velocità. È un altro patimento della nostra tormentata vita, infine esplosa nella camera di scoppio di un motore a ciclo Otto e mutata in CO2, pulviscolo inquinante filtrato dalla sonda lambda; accesso proibito ai motori Euro quattro nelle ore di punta!”.
“Strabiliante storia di un carburante che fu un essere vivente, ma ci dica, litro, c’è dell’altro ancor di più stupefacente?”
“Naturalmente! Una volta CO2 io sarò molecola unicamente ambita dalle piante, di cui sono golose per quella fotosintesi attivata dalla luce del Sole. Un chimico miracolo della natura che mi riporterà a diventare ossigeno, elemento essenziale per ogni altra forma di vita!”
“Eccezionale colpo di scena, è degno d’un romanzo d’appendice: c’è una storia di dolore, di violenza, di mistero, d’amore e di sesso alla luce del Sole, spalmata in un arco temporale infinito e in continuo divenire. Il lettore non può chiedere di più”.
L’intervista, quindi può finire qui, ringraziamo il signor Rossi, titolare della nuova stazione di servizio Esso che ci ha concesso tempo e spazio. In questo HI POINT, l’automobilista troverà: cambio gomme e olio, lavaggio, officina, bar tabacchi con ristorante annesso & un motel per ogni evenienza extraconiugale; competenza, gentilezza e giusto il prezzo. Per chi volesse, in basso è pubblicizzato il luogo con tanto di indirizzo”.
Terminata l’inchiesta, il cronista saluta e schizza via. Il litro di benzina appena intervistato, giace ormai inutile nella lattina. Nel mio serbatoio fanno 12 km omaggio mentre viaggio verso un altro reportage: l’intervista ad una batteria al litio come quelle del mio SUV, ibrido e intelligente (rende molto chic). Nell’era della transizione energetica un cinico cronista cult, per fare share deve procurare shock e poi speranza. La parola trendy è: “sostenibilità”… un pezzo che vi piacerà.
io preferisco andare a cavallo! dal letame nasco i fiori…
Un articolo davvero speciale! Spiritoso e poetico pur affrontando un tema così importante del nostro tempo! Non è sfuggita alcuna informazione…tipo che ” le piante in superficie comunicano tra di loro”…complimenti Carlo!