Interessante scambio di impressioni
Dal nostro dialogo con i lettori abbiamo tratto questo scambio di impressioni con la nostra affezionatissima Giuliana Tofani Rossi che ci ha incuriosito aprendo il dialogo per l’analisi del suo personale giudizio su coloro i quali vengono da lei definiti i “Bella ciao” come pure di attente analisi storiche di quel passato da lei stessa vissuto in prima persona.
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Signora Tofani, perché lei sostiene che i “Bella ciao” non racconterebbero la verità?
“Tanto per cominciare Bella ciao, non è una canzone partigiana. I partigiani comunisti cantavano altre canzoni come “Fischia il vento” e l’intramontabile “Bandiera rossa”. Bella ciao, invece, è una vecchia canzone popolare, a cui, dopo la seconda guerra mondiale, sono state inserite parole inerenti ai partigiani”.
Ma lei viene da una famiglia fascista?
“No, sono orfana di guerra, mia madre non si interessava di politica ed io ero filo partigiana. A Torino, a volte, ho partecipato alla fiaccolata del 24 aprile. Ho cambiato idea dopo aver letto il libro “L’ausiliaria e il partigiano” scritto da Massimo Novelli che racconta la storia dell’ausiliaria sedicenne Marilena Grill uccisa dai partigiani, con un colpo alla nuca, nella notte tra il 2 e il 3 maggio 1945 al Rondò della Forca di Torino. Assieme a Marilena Grill furono uccise l’ausiliaria ventenne Ernesta Raviola e due donne “colpevoli” di aver lavorato alla mensa dei tedeschi”.
Ora lei non è più filo partigiana?
“No, con il tempo sono giunta alla conclusione che i partigiani comunisti, contrariamente a quanto ci vogliono far credere, non sono stati i liberatori che stavano dalla parte giusta. In realtà essi hanno tentato di imporre la dittatura comunista che non erano riuscii a portare in Italia durante il biennio rosso 1919 – 1920. Anzi, dopo anni di censure e di omissioni, anche in ambito accademico, è passata l’idea che il biennio rosso non è mai esistito, come non è mai esistita la lotta armata comunista degli anni 70, anni che vengono ricordati, casomai, per le stragi fasciste. La storia gestita dalla sinistra italiana non rappresenta la verità”.
Ma che cosa la porta a pensare questo?
“Ricordo che nel 1924 ci furono tre omicidi eccellenti, ma viene ricordato solo quello di Giacomo MATTEOTTI che, dopo la fine della seconda guerra mondiale, fu santificato: in ogni città e paese italiano c’è una via a lui dedicata. Marilena Grill abitava a Torino al n.25 di Corso Oporto che ora si chiama Corso Giacomo Matteotti. Se è giusto, come è giusto ricordare il Segretario del Partito Socialista Unitario, vittima di “omicidio preterintenzionale” dello squadrismo fascista, è doveroso ricordare anche gli altri due politici assassinati nel 1924”.
Chi fu il secondo politico assassinato nel 1924?
“Nicola BONSERVIZI, il fondatore del Fascio di Parigi, ucciso il 20 febbraio da un anarchico italiano esaltato dal clima d’odio diffuso dagli antifascisti. Nicola Bonservizi, nato nel 1890, era un socialista come Mussolini che voleva la giustizia sociale. Nei suoi scritti e nei suoi discorsi traspare l’ideale del riscatto delle masse operaie, traspare il mito della grandezza dell’Impero romano, e i valori del Risorgimento. Fu redattore de “Il Popolo d’Italia”, fu interventista, partecipò alla Grande Guerra, fu sansepolcrista e fu inviato a Parigi dove venne assassinato”.
Ed il terzo politico italiano assassinato nel 1924?
“Il deputato fascista Armando CASALINI. Fu ucciso a Roma il 12 settembre, in tram, mentre si trovava con la giovane figlia Lidia. Il carpentiere comunista Giovanni Corvi lo colpì a morte per vendicare Giacomo Matteotti. Armando Casalini, nato nel 1883 da una famiglia povera, era un operaio metalmeccanico di sinistra, era di idee repubblicane e fu amico di Pietro Nenni. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario, malgrado fosse inabile al servizio militare. Fu segretario del Partito Repubblicano e successivamente divenne fascista”.
Per cui ci viene da pensare ad una diversa classificazione in merito a tragici eventi con Giacomo Matteotti, politico di sinistra vittima di omicidio preterintenzionale conosciutissimo, mentre i due politici fascisti Bonservizi e Casalini, vittime di omicidi volontari, senza l’ugual diritto di essere ricordati.
Ma ci sono anche altri motivi che l’hanno indotta a non stare più dalla parte dei partigiani?
“Sì più di un motivo. Per quasi 60 anni gli italiani sono stati tenuti all’oscuro dei “Martiri delle foibe” e degli esuli istriani, friulani e dalmati che subirono la feroce dittatura comunista di Tito. Gli italiani che da millenni abitavano nell’Istria e nella Dalmazia subirono le persecuzioni e le infoibazioni per opera dei comunisti slavi e dei loro complici italiani. A Gorizia, a Trieste e in tante località del confine orientale migliaia di italiani vennero sequestrati, torturati e gettati nelle foibe legati a due a due con fil di ferro.. Altri furono rinchiusi in campi di sterminio dove morirono per denutrizione e malattie. Circa 350.000 mila italiani furono obbligati a lasciare le loro proprietà, tutti i loro averi e diventarono esuli in Patria”.
Oppure un altro motivo?
“Vogliono far credere che Mussolini è stato un feroce dittatore. Mussolini non poteva essere un dittatore perché l’Italia era un regno in cui regnava Vittorio Emanuele III di Savoia. Il 30 ottobre 1922 il Re incaricò Mussolini di formare il governo di coalizione costituzionale. Le Camere votarono la fiducia a grande maggioranza. Alle elezioni del 6 aprile 1924 la Lista del Partito nazionale fascista (PNF) ottenne il 66% dei voti. Nel pomeriggio del 25 luglio 1943, in un colloquio di venti minuti a Villa Savoia, il Re revocò l’incarico al Duce e lo sostituì con Pietro Badoglio”.
Ma c’è un terzo motivo?
“Si dice che Mussolini fece “sciogliere” il partito comunista e gli altri partiti. Non ci fu alcuna legge che sciolse i partiti. Banalmente il PNF rimase partito unico perché gli altri preferirono non si presentarono alle elezioni sapendo che avrebbero preso pochissimi voti in quanto non erano in grado di competere con le idee rivoluzionarie del fascismo come la Carta del Lavoro del 21/04/1927. Nel 1925-1927 Camera e Senato vararono le leggi definite “fascistissime”.
Con queste leggi ci fu lo scioglimento di associazioni segrete come la massoneria, la decadenza dei deputati “assenteisti”, l’introduzione della pena di morte per attentati contro i Reali, il capo del governo e lo Stato, la sostituzione dei consigli comunali e provinciali con Podestà e presidi di nomina governativa. Nel 1900 c’era stato un regicidio e Mussolini aveva subito sei attentati. Nel 1928 venne approvato dalle Camere, a stragrande maggioranza, il disegno di legge elettorale elaborato dal Ministro della Giustizia e del Culto Alfredo Rocco consistente nella riformulazione della legge elettorale approvata nel 1925. La compilazione della lista di 400 deputati, da votare o respingere in blocco, spettò al Gran Consiglio del fascismo, regolamentato dalla legge del 9 dicembre 1928”.
Per cui lei è anticomunista?
“Sì, ma vorrei precisare che Palmiro TOGLIATTI, emigrato nel 1926 con la famiglia nel “paradiso dei lavoratori”, sperimentò sulla pelle del figlioletto Aldo e del cognato Paolo Robotti come fosse facile perdere la vita o finire ai lavori forzati in Siberia. Penso che Palmiro Togliatti, si sia comportato come meglio poteva con gli italiani, evitando però si inimicarsi Stalin. Mi riferisco alla svolta di Salerno e al messaggio che inoltrò ai suoi per invitarli alla calma, dopo aver subito un attentato nel 1948. Togliatti evitò così una probabile seconda guerra civile”.
Veniamo al presente, a quello che lei ha definito il problema dei clandestini
“I clandestini che arrivano in Italia con i barconi degli scafisti non possono essere definiti “migranti”. La questione è che questi clandestini, essendo privi di documenti, non possono essere assunti regolarmente e sono costretti a lavorare sotto i caporali per datori di lavoro che li sfruttano come se fossero schiavi. L’indiano con il braccio amputato avrebbe potuto salvarsi se fosse stato portato subito al Pronto Soccorso. Il suo datore di lavoro era certo di farla franca contando sull’omertà tipica della mafia.
Ormai il caporalato del mezzogiorno, è arrivato nell’Italia centrale e anche al nord. Parliamoci chiaro, questa è mafia. Durante il ventennio fascista la mafia era stata debellata dal Prefetto MORI. Nella repubblica democratica italiana è la mafia che ha debellato quasi tutti coloro che l’hanno combattuta. I clandestini vengono spesso usati per lo spaccio della droga, sostanza devastante che porta tanto dolore nelle famiglie con una persona drogata. in Italia esiste il problema del sovraffollamento delle carceri, come ha dichiarato il presidente di Antigone nel XX rapporto sulle condizioni di detenzione delle carceri italiane. Sappiamo anche che la popolazione carceraria è costituita per una alta percentuale di stranieri, costretti a delinque per sbarcare il lunario e sappiamo che una conseguenza del sopraffollamento delle carceri è un alto numero di suicidi”.
Quindi inosservanze costituzionali
“Io credo che la prima cosa da fare è rispettare rigorosamente la Costituzione e le altre leggi dello stato. Il primo comma dell’articolo 52 stabilisce che la difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Il 4 novembre è il giorno dell’Unità nazionale e delle Forze armate in ricordo della Vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale. All’altare della Patria e al Sacrario di Redipuglia vengono fatte cerimonie solenni per onorare chi ha sacrificato la sua vita per difendere la patria. Ci vuole un minimo di coerenza: non si possono fare cerimonie ufficiali in pompa magna per i caduti della prima guerra mondiale e contemporaneamente permettere che clandestini entrino nel sacro suolo italiano con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Carola Rackete, comandante della nave tedesca Sea Watch 3, il 29 giugno 2019, a Lampedusa, ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza per far approdare i migranti a bordo della sua nave. La comandante è stata arrestata, ma poco dopo un GIP di Agrigento, sostenendo che la ragazza tedesca ha agito in stato di necessità, ha revocato tutto. Carola Rackete è stata eletta europarlamentare per un partito tedesco di estrema sinistra.
Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace idolo dei “Bella Ciao”, conosciuto in tutto il mondo per il suo modello di accoglienza, il 30 settembre 2021 è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione per truffa, peculato, falso ideologico e abuso di ufficio. La sentenza di appello gli ha dato ragione condannandolo a 18 mesi con pena sospesa. Nel giugno 2024 Mimmo Lucano è stato eletto parlamentare europeo per la lista avs (Alleanza Verdi e Sinistra) ed è stato rieletto sindaco di Riace, tra il tripudio dei Bella Ciao. In uno stato di diritto si rispettano le leggi, in particolar modo la Costituzione che è la legge fondante della repubblica italiana. Dove non si rispettano le leggi vige l’anarchia”.
E dal punto di vista religioso?
“La maggior parte degli italiani è cattolica. Credo che sia stato un grave errore togliere il crocefisso dai luoghi pubblici per non offendere i mussulmani. Gesù Cristo ha predicato l’amore e la fratellanza tra gli uomini. Quando nelle nostre vie si facevano le processioni recitando le litanie, l’Italia era migliore”.
Cosa ne pensa del dilagare delle mafie
“Gli italiani onesti che lavorano e pagano le tasse non sono affatto contenti che nella nostra bella Italia, oltre alle mafie italiane, ci sono anche le mafie africane dedite allo spaccio della droga e allo sfruttamento della prostituzione. Forse a qualcuno fa comodo che alcuni nostri giovani siano resi incapaci di ragionare dall’uso di droga, come a qualcuno fa comodo gestire i lauti proventi della prostituzione. A mali estremi, estremi rimedi come dicevano i nostri padri latini.
Penso che se da anni non vengono rispettati gli articoli 52 e 54 della Costituzione, gli italiani onesti potrebbero prendere seriamente in considerazione di non rispettare l’art. 53, quello che stabilisce che tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Gli italiani manifestano il loro dissenso disertando le urne, ma se anche andassero a votare soltanto il 10 per cento degli aventi diritto, verrebbe eletto chi ha raggiunto la maggioranza dei votanti. Voglio vedere come andrebbe a finire se la maggior parte degli italiani decidesse di pagare solo il 50 percento delle tasse. I lavoratori dipendenti e i pensionati non possono fare lo “sciopero fiscale” perché, da anni, ricevono la busta con le tasse pagate anticipatamente”.
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Ringrazio il Direttore Massimo Calleri e l’Editore Natalino Gori per aver pubblicato il mio scritto.
Grazie per aver pubblicato il mio scritto