Il progetto diffuso From-To di Piero Ottaviano, presentato al Centro PHOS, illustra, reimmagina e riguarda la città subalpina nell’arco di un trentennio
Saluti: tramite il medium della cartolina illustrata (nel classico formato 12×17 cm.), familiare e usuale, turistica e “banale”, se si vuole, ma ancora attuale e spedibile/spendibile, nonché conservabile, con la sua concreta matericità maneggiabile, nel digitale virtuale world-wide-web social (asociale), Piero Ottaviano, traducendola in linguaggio artisticamente significativo (ovvero vettore significante), concettualmente rilevante e comunicativo, ha narrato, ritratto ed osservato in 48 “vedute” fotografiche – ammirabili in mostra nella nuova spaziosa sede di Phos, nel FlashBack Habitat, dal 18 aprile al 10 maggio – la città subalpina, con l’ipotetico genius loci che vi dimora, lungo un arco temporale di un trentennio che la riguarda, dal 1990 ai giorni nostri, con l’ineluttabile evoluzione della metropoli “operaia” (la motown italiana) in obbligata direzione dell’incerto futuro nel “terziario avanzato”, magari incontro alla decadenza irreversibile (nell’opinione dell’ottimistico redattore di questo articolo); non manca un accenno discreto al doloroso e metafisico iato del periodo di lockdown virale. In bilico tra Gabinio e Mollino, ne risulta un approccio poietico-creativo rigoroso e personale, focalizzato sulla dialettica tra contenuto e cornice, tra strumento empirico-operativo specialistico e inquadramento speculativo complessivo, sugli aspetti sintattico-semantici salienti e sull’importanza essenziale della massima condivisione divulgativa, unita al pregio dell’elevata resa realizzativa (con alta qualità di stampa).
Poiché la tecnica stessa deve avere il proprio obiettivo, cioè lenti (corpo-macchina) e scopo, intenzione e tensione (anima-umanità) – così ha spiegato la curatrice Elisabetta Buffa nella presentazione dell’iniziativa diffusa From/To –, tale discorso espositivo, intellettuale e culturale si declina in differenti ottiche o modalità pratiche e teoriche di ripresa e di pensiero (Weltanschauung), enunciate o descritte in cinque collezioni o tappe di un simile libro figurato o iconico viaggio “postale”: Immagina Torino immortala lo spirito ossimorico di immutabilità in cambiamento dello splendido centro storico, caratterizzato dal rigoroso reticolato ortogonale romano, originario cuore urbano da cui si ramificano capillarmente le arterie stradali che degenerano in irriconoscibili periferie ormai deindustrializzate, caoticamente, vivacemente multietniche e apparentemente prive d’identità, quantunque lontanamente improntate all’antico archetipo fissato nei secoli (l’epoca si distingue solo da alcuni manifesti pubblicitari o dai modelli di automobili, fermate dallo scatto, benché la vecchia “500” targata “TO G0” – to go, in inglese?!… – stesse parcheggiata sul Monte dei Cappuccini nel recente 2013); Bacio a Torino, naturalmente ispirato a quello celeberrimo dell’Hotel de Ville (1950) di Doisneau, mette-in-scena le “sdolcinate smancerie” di coppie amorose in varie zone famose e frequentate del Theatrum Sabaudiae; le panoramiche Visioni rivelate catturano in curvilinei orizzonti l’intero circondario, grazie ad una camera rotante ideata e costruita da Giorgio Jano, mentre la grandiosa Bellezza invisibile stupendamente si palesa da un angolo-di-campo di 120°, impressa sulla pellicola 70mm sensibile alla radiazione infrarossa, non percepibile dal sapiens; il lavoro intitolato Fisheye Mood (2022-2023) riflette invece, con straordinaria prospettiva “ittica” russa ad effetto sferico-globulare, gli spettacolari ambienti di edifici monumentali emblematici, dal sontuoso atrio guariniano allo scrigno dorato dell’emiciclo barocco-rococò dell’Aula del Parlamento del Regno di Sardegna, in Palazzo Carignano, Museo Nazionale del Risorgimento, alla claustrofobica strabiliante chiocciola attorcigliata che sale alla stella sulla guglia della Mole Antonelliana, inquietante serpentina doppia nel ventre di un sommergibile fantastico o di una pittoresca astronave lunare nel film di Meliès.
Nell’affascinante aura sottrattiva del bianco-e-nero puramente analogico, si esplora la babelica biblioteca borgesiana, nell’eco letteraria del Nome della Rosa, insieme si accede/fuoriesce continuamente dalla misteriosa galleria-labirinto di scalinate escheriane paradossalmente interminabili, infinite…
(c.s./e.s.l.)
(Articolo redatto in collaborazione con il CORRIEREdell’ARTE)
“From/To”
#dodiciperdiciassette
di Piero Ottaviano
Progetto diffuso
Mostra personale
a cura di Elisabetta Buffa
e Enzo Obiso
con il contributo di VGS Costruzioni
Esposizione
dal 18 aprile al 10 maggio 2024
Inaugurazione
giovedì 18 aprile, ore 18,00
PHOS
Centro Fotografia Torino
Centro Polifunzionale per la Fotografia
e le Arti Visive
diretto da Enzo Obiso
p/so FlashBack Habitat
c.so Lanza, 75 – Torino
Orario: dal martedì al venerdì
dalle 17,00 alle 19,00
(gli altri giorni, su appuntamento)
Info: 011-7604867 / 348-4293793 (Ilaria Ferretti)
phosmail@gmail.com
www.phosfotografia.com/from-to
www.phosfotografia.com/inaugurazione-nuova-sede
www.phosfotografia.com
link al precedente articolo Fotosensibilità ferragostana
di Enrico S. Laterza
pubblicato su CIVICO20NEWS il 15/08/2023 :
www.civico20news.eu/sito/articolo.sensibilitàferragostana