
Il 6 luglio 2024 la sua figura è stata ricordata in un convegno a Scalea
Nel periodo estivo si possono scoprire storie lontane da raccontare, così mi è accaduto durante una recente vacanza in Calabria, dove ho conosciuto la storia di Concetta Pontorieri.
Questa donna nasce nel 1897 a Rombiolo ed è la prima donna calabrese a laurearsi, nel 1921, ottenendo la laurea a pieni voti in Scienze Naturali a Torino, dove diventerà docente. Questo legame curioso unisce un piccolo paese dell’attuale provincia di Vibo Valentia con la nostra città.
Penultima di dieci figli, Concetta lascia la sua terra d’origine nel 1916, contro il parere della famiglia, in particolare della madre vedova, la nobildonna Matilde, per affrontare gli studi universitari.
La giovane Concetta rifiuta il ruolo di secondo piano riservato alle donne secondo i preconcetti e i modelli culturali dell’epoca e diventa una convinta sostenitrice dei primi ideali femministi.
Inizia il corso di laurea alla Sapienza di Roma, dove è tra le prime cinque donne iscritte; Concetta non si accontenta, non si ferma, il suo carattere risoluto la porterà in giro per il mondo.
La laurea conseguita a Torino le apre le porte dell’insegnamento universitario e della ricerca scientifica; numerosi sono i suoi contributi su rare specie botaniche valdostane.
Dopo il periodo a Torino, la ritroviamo a insegnare nelle scuole di Milano e poi in quelle italiane all’estero, a Zurigo e Bucarest. A Sofia condivide stima e amicizia con la Regina Giovanna di Bulgaria; qui si innamora di Boris Arghirov, un violinista che diventerà presto suo marito.
Quando questi sarà nominato primo violino al Cairo, la coppia si sposterà in Egitto e proprio ad Alessandria nascerà la loro unica figlia. Una volta rientrati a Roma, Boris entra a far parte dell’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e Concetta riprende l’insegnamento nelle scuole superiori romane. In tutti i suoi spostamenti, lei non dimenticherà mai la sua Calabria, dove ritornerà spesso, anche nel ruolo di commissario agli esami di maturità.
Insignita di medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione, avrà la soddisfazione di spegnere 107 candeline di compleanno. Una vita lunga, la sua, piena di impegni ed emozioni, esempio di una grande tempra che non ha esitato ad affrontare le critiche pubbliche e i momenti di solitudine interiore, al fine di poter realizzare i suoi sogni.
La sua figura è stata oggetto di un convegno a Scalea cui hanno partecipato professioniste di vari settori, lo scorso 6 luglio, nell’ambito del XIV Mediterraneo Festival Corto. Tale Festival è un concorso internazionale per cortometraggi, tenutosi dal 3 al 7 luglio nei suggestivi ambienti di Palazzo Spinelli.
Nella presentazione del programma, quest’anno dedicato alla “donna come valore”, il direttore artistico Francesco Presta ha tenuto a sottolineare come questa rassegna di corti si stia aprendo sempre di più ad altre esperienze e contaminazioni culturali, quali dibattiti, presentazioni di libri, “apericinema” abbinati a monologhi d’artista, momenti musicali di band locali come integrazione tra ospiti e pubblico.
Il Festival raccoglie contributi filmati da tutto il mondo (ben 400 in questa edizione di 36 diverse nazioni!), suddivisi in sezioni tra le quali ambiente, animazione, docufilm, videoclip e colonne sonore.
Nel corso della edizione 2024 la rassegna ha premiato, tra gli altri, scorci di vita femminile non sempre felici, dai ghiacci della Groenlandia alle campagne dell’Armenia. Ivalu, ad esempio, complice una fredda atmosfera dolcemente surreale, narra abusi e violenze che colpiscono le bambine tra le mura domestiche. It Takes a village presenta un villaggio in Armenia gestito da donne, in quanto gli uomini sono lontani per il lavoro e spesso dimenticano le loro famiglie.
Il Festival è nato a Diamante, pochi chilometri a sud di Scalea, da una felice idea del Cinecircolo Maurizio Grande, per valorizzare il “corto”, spesso sottostimato nel mondo del grande cinema, mentre l’attenzione, i mezzi, l’abilità richiesta per il vincolo del limitato spazio temporale, permettono di realizzare autentici camei o piccole opere d’arte.
L’evento si sta trasformando in una operazione di cineturismo per la Riviera dei Cedri, oggetto di clip in collaborazione con i ragazzi della Scirocco Film Academy, situata nella vicina Belvedere Marittimo, e della Scuola di Cinema di Napoli.
La manifestazione, riconosciuta dall’Unesco, si fregia del patrocinio di Amnesty International, che ha conferito allo stesso Presta il titolo di Ambasciatore dell’organizzazione per il suo impegno profuso nella difesa dei diritti umani. Sia pure emozionato nel trovarsi al timone di tale attività no profit, a fianco del direttore tecnico Ferdinando Romito e con uno staff di appassionati, Presta trasmette l’entusiasmo di chi cerca di seminare cultura e sensibilizzare ai valori portanti della vita, per offrire un futuro migliore delle nuove generazioni.
Durante il convegno, a far luce sulla figura di Concetta Pontorieri, è intervenuta Angelica Artemisia Pedatella, con il suo corto Le ragioni del cuore, accompagnato dalla musica di un’antica canzone popolare calabrese, Riturnella, in omaggio alla rilevanza che Concetta ha sempre dato alla musica e alle tradizioni locali. Il video della giovane regista, che è anche una raccontatrice di storie, è disponibile on line: https://youtu.be/BMqXj2XJNyw?si=3bmKJIGHnfWaV-cS
La citata Angelica Artemisia Pedatella, nelle sue molteplici interpretazioni artistiche, è una delle tante donne calabresi “di ritorno”, come la giornalista e moderatrice del successivo dibattito Maria Francesca Amodeo, entrambe orgogliose delle proprie origini.
Erano presenti ai lavori due giovani case editrici locali al femminile, Pecore Nere e QED, che con determinazione propongono i loro caratterizzati cataloghi in un mercato sovraffollato, facendo proprio uno dei messaggi che ci ha lasciato Concetta Pontorieri: spirito di libertà, emancipazione, anticonformismo. Il suo insegnamento rivela, oggi come ieri, quanto sia importante l’accesso allo studio e alla cultura: per motivi che non potremmo esaminare in questa sede, in Calabria troppo spesso il problema dell’istruzione porta ancora alla necessità di allontanamento dalla terra di origine, per trovare uno sbocco culturale o professionale.
Ada Corneri
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