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Anche le automobili sono soggette a giudizi estetici…
Un contributo di Duilio Truffo
Brutti ma buoni tipici dolci regionali
Brutte ma belle tipiche auto del mondo.
Il bello e il brutto sono concetti soggettivi: per alcuni un determinato oggetto è brutto, per altri lo stesso oggetto può essere bello. Definire la bruttezza o la bellezza non è facile, forse in termini assoluti ci si può avvicinare: il bello potrebbe essere definito in base, alla proporzione e all’armonia delle linee di un oggetto e il brutto ciò che al contrario non rispetta questi parametri.
Esaminiamo ora alcune foto, di cui non cito i modelli, e giudichiamo noi stessi in base all’armonia e alle proporzioni (FOTO 1 E FOTO 2)


Mi sembra evidente che le linee di queste due vetture non si possano definire armoniose, così come queste altre (FOTO 3 E FOTO 4)


In tutto il mondo gli stilisti stranieri a volte, si sono espressi con interpretazioni diciamo azzardate o proprio errori di design. Anche noi Italiani non siamo indenni da taluni errori. Infatti alcuni modelli non hanno certo catturato il favore degli utenti come ad esempio alcune vetture tipo “Arna” e “Duna”, tanto per non fare nomi. (FOTO 5 E FOTO 6) Ma in Europa ci siamo difesi dignitosamente rispetto ad altre nazioni in cui gli stilisti francesi e inglesi hanno potuto dare il peggio di loro stessi.


Ne vediamo alcuni esempi: (FOTO 7 e FOTO 8). Se poi ci vogliamo veramente fare del male possiamo andare in America dove anche nomi prestigiosi che mediamente hanno catturato l’approvazione del pubblico sono riusciti a peggiorare.


Possiamo vedere di seguito una vettura che ha fatto epoca, l’auto che possedeva Fred Buscaglione negli anni 60 e il modello successivo più moderno con cui si possono trarre le conclusioni. (FOTO 9 e 10)


La carrellata delle americane continua ecco alcuni esempi: (FOTO 11 /12 / 13 / 14).




Potremmo asserire che non tutte le ciambelle vengono con il buco, dagli anni 50 in poi le mode sono cambiate rapidamente passando dalle linee tondeggianti a quelle armoniose poi filanti e ancora spigolose come alcune giapponesi di oggi che a mio parere sembrano i “Transformer” con cui giocano i bambini.
Ultimamente trovo che le linee delle vetture di oggi non brillino per personalità, ne ho guardato alcune di profilo e sembrano un po’ tutte uguali. Non hanno più quella caratteristica che le faceva riconoscere subito al loro semplice passaggio, (tranne alcune sportive) se non si va a vedere da vicino il simbolo o la marca non si riesce a riconoscerle. Ma dopo queste immagini che non ci hanno certo appagato la vista vorrei chiudere con il dolce: La recente vincitrice del Compasso d’oro, ambito premio del design industriale, è un’auto italiana che conserva ancora le linee del bello, il bello quello vero! la Ferrari “Purosangue”. (Foto 15 e 16)

