Una risposta all’abbandono dei gatti e al disinteresse delle Pubbliche Autorità preposte
Trattando il tema dei gatti, occorre partire dalla citazione di Beryl Reid: «Non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi alla sua vita, il che è senz’altro un privilegio».
Il gatto sembra egoista e indifferente, in realtà vive nel suo mondo “superiore” e interagisce con colui o colei che crede di essere il suo proprietario e regala molto affetto, nel silenzio o con le sue fusa, e con infiniti sguardi amorevoli che è impossibile descrivere.
Ho conosciuto e incontrato l’Associazione di Volontariato Maramiao, che nel 2024 festeggia i venti anni di attività: nata per aiutare i gatti poveri, con sede nel Comune di Incisa Scapaccino (AT), gestisce la locale ed altre colonie feline.
Ad oggi, purtroppo, i gatti assistiti sono tanti e pochissimi i volontari (sette), a dividersi i compiti e i lavori da svolgere per mantenere in salute i piccoli ospiti: dar loro da mangiare, occuparsi della loro pulizia, prestare le cure necessarie ai gatti bisognosi di aiuto.
L’idea di creare Maramiao è venuta, nel 2004, a Daria Marchisio e Bruna Cauli; da allora, l’Associazione ha percorso molta strada, sempre con scarsi mezzi e molte difficoltà.
Una piccola parte delle attività svolte è visibile sulle sue pagine Facebook e Instagram:
https://www.facebook.com/AssociazioneMaramiao/?locale=it_IT
https://www.instagram.com/associazionemaramiao/
Molti sono i gatti approdati a Maramiao, con tante storie diverse. Tre, fra tutti, mi hanno colpito in particolare: Yuki, che soffre di una malattia neurologica, ed è stato abbandonato dalla proprietaria all’insorgere della malattia, con una scusa banale; Valentino – Paco, che arriva dalla Sicilia, ed è subito diventato il “capobranco” di tutti; Bianchina, con i suoi cuccioli, che è stata abbandonata nel cortile di un condominio.
Cerchiamo di capire, in breve, questo fenomeno dell’abbandono e la normativa di riferimento.
Il problema dell’abbandono dei gatti e le colonie feline.
I gatti liberi, che non hanno una casa, sono tutelati da normative nazionali, regionali e dai regolamenti comunali.
La colonia felina più famosa d’Italia si trova a Roma, a Largo di Torre Argentina: https://www.gattidiroma.net/web/it/
Le colonie feline sono punti di aggregazione di gatti liberi, più o meno numerosi, che convivono e frequentano abitualmente una determinata area, pubblica o privata, a volte accuditi e nutriti grazie all’aiuto di volontari.
Questa forma di raccolta tiene sotto controllo la presenza degli animali liberi sul territorio, la loro salute ed anche le nascite, evitando di incrementare problema del randagismo.
Il Comune dovrebbe riconoscere e favorire l’attività di una colonia felina, del suo responsabile, fornendo, ove possibile, alimenti e cartellonistica atta a segnalare la presenza di una colonia felina e favorendo l’accesso dei volontari alla colonia.
Una colonia felina è per definizione stanziale e non può essere rimossa, a meno che non vi siano ragioni di sanità pubblica quali motivi di carattere igienico-sanitario o casi di epidemie che mettano a repentaglio la salute dell’uomo e degli animali stessi.
I gatti che vivono in libertà possono essere catturati solo per comprovati motivi sanitari (cura e sterilizzazione). Vi provvedono i servizi veterinari, anche con l’ausilio delle associazioni protezionistiche o dei volontari che accudiscono la colonia e i felini non possono in nessun caso essere spostati.
Quali sono le normative in materia?
A livello nazionale, la norma che riconosce e tutela le colonie feline è la Legge n. 281/1991 (“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”). L’art. 1 della disposizione è chiaro nello stabilire che «Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente».
A livello regionale, si può portare ad esempio la L. R. del 7 aprile 2000, n. 27. La legge, all’art. 29, adottata dalla Regione Emilia Romagna, “Protezione dei gatti”.
Essa prevede, al primo comma, che i gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti e che è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat. S’intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o porzione di territorio, urbano e non, edificato e non, sia esso pubblico o privato, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero di soggetti che la compongono e dal fatto che sia o meno accudita dai cittadini.
I compiti degli Enti Locali. Le colonie feline, come evidenzia questa sintetica disamina delle norme vigenti, sono quindi riconosciute e tutelate dalla Legge italiana che attribuisce ai Comuni la responsabilità degli animali randagi presenti sul proprio territorio, con il conseguente obbligo per l’Ente di costruire e gestire (direttamente o indirettamente) le strutture necessarie alla loro corretta custodia e mantenimento.
Il Sindaco, inoltre, sulla base del dettato degli artt. 823 e 826 del Codice Civile, esercita la tutela delle specie animali presenti allo stato libero nel territorio comunale e, sempre allo stesso, in base al D.P.R. 31 marzo 1979, spetta la vigilanza sulla osservanza delle leggi e delle norme relative alla protezione degli animali.
I regolamenti comunali.
Il regolamento adottato, ad esempio, nella città di Torino, disciplina la materia e prevede il censimento, la tutela e la cura delle colonie feline, con il divieto ad ostacolare o impedire l’attività di gestione di una colonia felina o di gatti liberi e di asportare o danneggiare gli oggetti utilizzati per l’alimentazione, il riparo e la cura come ciotole, ripari o cucce etc. Il regolamento individua alcune regole rivolte ai responsabili delle colonie, a volte denominati “gattari”, con riguardo alla somministrazione di cibo e con la possibilità che questi, previa autorizzazione della Civica Amministrazione, si rivolgano alle mense per il prelievo di avanzi alimentari da destinare all’alimentazione dei gatti. Si ribadisce che le colonie feline non possono essere spostate o catturati e allontanati gli animali, se non per le necessità sanitarie di cui si è fatto cenno ed elenco, previo accertamento dell’Autorità Sanitaria, previsto per la Regione Piemonte con la Legge Regionale 26 luglio 1993 n. 34 e relativo regolamento di attuazione.
L’Associazione Maramiao, che non riceve contributi pubblici, ha ripreso a presentarsi al pubblico alla manifestazione che si è svolta lo scorso 21 e 22 settembre 2024 a Nizza Monferrato (AT): una esposizione felina organizzata dalla Associazione Nazionale Felina Italiana, che ha sede in via Gropello 12, a Torino (https://www.anfitalia.it/).
Dopo aver visitato Maramiao, conquistato dalla simpatia di tanti gatti senza padrone, mi sento di formulare tre auspici: una festa per il ventennale, per recuperare fondi e visibilità a favore della Associazione; l’arrivo di qualche nuovo volontario, ad aiutare chi già opera qui; l’interesse degli amanti dei gatti, per adottare e portarsi a casa qualcuno di questi deliziosi gatti.
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Grazie di aver dedicato un po’ di tempo a noi e ai Nostri “Ragatti”😻
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