
Sotto il suo episcopato si inizia San Pietro in Consavia, la “rotonda” astigiana
Per raccontare questo personaggio storico dobbiamo introdurci nelle nebbie del Medioevo, quando i dati certi sono pochi e la tradizione si accavalla e, a volte, prevale, sulla storia ufficiale.
Landolfo nasce nella seconda metà del secolo XI a Vareglate, identificata dai milanesi con Vergiate, a nord di Milano, e dalla tradizione astigiana con Variglié, località in provincia di Asti. Sappiamo che studia a Pavia nel monastero benedettino di S. Pietro in Ciel d’Oro, ma non diventa monaco. Consacrato sacerdote, a Milano viene eletto canonico della metropolitana e poi, forse nel 1098, preposto di S. Nazaro, due ambedue di notevole responsabilità.
Landolfo parte il 13 settembre 1100 con l’Arcivescovo Anselmo IV (1097 – 1101) e un esercito milanese per quella che sarà ricordata come la Crociata dei Lombardi del 1101 – in realtà, un insieme di tre diverse spedizioni -; dopo la sconfitta e la successiva ritirata, Anselmo muore a Costantinopoli (settembre 1101) per le ferite ricevute in battaglia; Landolfo raggiungerà in seguito Roma, per riferire al Papa i risultati di quell’infelice spedizione. Dopo la morte di Urbano II, a succedergli è stato eletto Papa Pasquale II.
In quel periodo, la Diocesi di Milano vive un clima di divisioni, dopo la nomina di Grossolano, già vescovo di Savona (di cui non abbiamo notizie prima del 1098), nel 1102, quale successore di Anselmo, Inoltre, il presbitero milanese Liprando contesta la legittimità di quella nomina, sostenendo le sue ragioni anche con la prova del fuoco del 25 marzo 1103. Tornato a Milano e vista l’impossibilità di riportare la pace negli animi, dopo avere invano atteso i legati pontifici promessi da Papa Pasquale II, Landolfo consiglia di portare la questione al Sinodo romano che nel 1105 riconferma Grossolano alla cattedra vescovile di Milano.
Nello stesso anno Landolfo viene eletto Vescovo di Asti, assumendo anche il governo civile della città come feudatario dell’Impero, una posizione delicata in tempi in cui i Comuni rivendicano maggiore autonomia dall’autorità imperiale.
Come vescovo di Asti, lavora attivamente per sanare i costumi corrotti della città. Nelle successive lotte con il Comune, difende i diritti della Chiesa, che vede compensare con donazioni i danni subiti. Di fronte all’Impero, Landolfo mantiene libertà di giudizio, specialmente in campo religioso, e nel 1118, fedele al Papato, non riconosce l’antipapa Burdino, creato da Enrico V. La sua scelta gli attira la vendetta dell’Imperatore, che assedia Asti nello stesso anno.
Memore del suo viaggio in Terra Santa, egli si adopera per sviluppare il culto del Santo Sepolcro di Gerusalemme in terra astigiana; è di questo periodo la costruzione nella primitiva chiesa di San Pietro in Consavia, la cosiddetta “rotonda”, un edificio che riprende le linee architettoniche della chiesa del Santo Sepolcro, sorto per iniziativa del Beato Gerardo, figura ancora non del tutto chiarita dagli storici. Con la medesima ispirazione, Landolfo si prodiga per l’accoglienza ad Asti degli Ordini ospitalieri e favorisce la crescita e lo sviluppo del monastero di Sant’Anastasio.
La sua forte personalità riesce a far superare i contrasti religiosi dovuti alla opposizione del clero anti-gregoriano, che a quel tempo attraversavano la Chiesa. Non è un caso se San Bernardo inserisce Landolfo tra i vescovi più capaci ed illuminati del periodo.
La data della morte di Landolfo oscilla tra il 1132, quando festeggia ad Asti la Pasqua con Papa Innocenzo II, ed il 1134, anno in cui compare in un atto di donazione il nome del nuovo Vescovo, Ottone IV. Il suo corpo, racchiuso dapprima in un sarcofago marmoreo, dopo il 1450 viene collocato nell’altare della cappella di S. Agnese attigua alla cattedrale di Asti.
Il nome di Landolfo figura col titolo di beato e santo in calendari e breviari astensi e in cataloghi agiografici moderni (Galesino, Ferrari) alla data del 1° giugno. Negli Acta 55. Iunii è menzionato al 7 giugno, forse il suo “dies natalis”.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata
Scarica in PDF