Gli attivisti hanno cercato di forzare il cordone di polizia e raggiungere il castello del Valentino, dove era in corso una conferenza alla presenza di numerosi ministri
Momenti di tensione si sono verificati ieri mattina, durante il corteo pro-Gaza dei collettivi universitari di Torino. La manifestazione, scandita da slogan come “fuori i sionisti dall’università”, “basta guerra in Palestina” e “Palestina libera”, ha attraversato il centro della città. I manifestanti hanno lanciato uova, acceso fumogeni e tentato di forzare il cordone delle forze dell’ordine che li hanno respinti con gli scudi. Al termine della manifestazione una trentina di persone sono state identificate.
Sette rappresentanti delle Forze dell’ordine sono rimasti contusi quando i manifestanti dei collettivi universitari in corteo hanno tentato di sfondare il blocco per raggiungere il Castello del Valentino, dove era in corso la Conferenza degli addetti scientifici e spaziali e degli esperti agricoli a cui partecipano il vicepremier Tajani e i ministri Bernini, Lollobrigida e Pichetto. Anche tra i manifestanti ci sarebbero alcuni feriti.
“ Anche oggi nulla di nuovo, la manifestazione di stamannei momenti di tensione, dai soliti personaggi dell’area antagonista per i quali ogni pretesto è buono per comportarsi nell’unico modo che conoscono, cioè provocare fisicamente gli agenti in piazza per cercare la reazione che li farà passare per vittime”, dichiara il segretario del Siap Pietro Di Lorenzo.
“La regia è sempre a cura degli aderenti ad Askatasuna, quel centro sociale per il quale il Comune di Torino avrebbe avviato un percorso di legalizzazione dalle evidenti contraddizioni. Alla luce dell’ennesima giornata di tensioni, atti violenti, provocazioni e dei sette contusi tra i colleghi, siamo orgogliosi di non aver accettato alcun confronto postumo con una amministrazione comunale che intende continuare a non vedere quanto accade. Nessuno spazio fisico né morale può essere concesso a chi pratica solo e sempre violenza e la scelta è tanto facile quanto netta, o si sta con la legalità e le forze di Polizia o si sta dall’altra parte”, conclude Di Lorenzo.
“L’università non boicotta ma include, abbiamo una collaborazione efficacissima con Israele su progetti di grande innovazione che porteremo avanti”, ha detto il ministro dell’Istruzione, Anna Maria Bernini che, commentando la decisione dell’Università di Torino sul bando Maeci tra Italia e Israele e le conseguenti proteste, ha aggiunto: “L’università non si schiera, non entra in guerra, noi siamo figli di una diplomazia scientifica portatrice di pace, questo è il senso dell’università in Italia, Europa e nel mondo”
“Io sento molti slogan ma sui contenuti sarebbe interessante approfondire, sarebbe molto bello anziché lanciare solo slogan e protestare sedersi intorno a un tavolo, parlare tutti insieme e condividere dei ragionamenti”, ha proseguito il ministro che poi a chi contesta la ricerca in campo bellico ha replicato: “A chi dice questo allora dobbiamo staccare Internet perché Internet è nato per comunicazioni in materia di difesa poi www e’ stato regalato al mondo e quando andiamo a fare tac, pet , risonanze magnetiche che ci salvano la vita lo dobbiamo proprio al cosiddetto dual use”.
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