“Chiediamo di posticipare i lavori per salvare i ricci”
Un “centro per l’educazione sportiva e ambientale” per il quale vengono sacrificate aree verdi fondamentali per i cittadini e per la fauna selvatica che si rifugia nelle città: è quello che sta capitando al Parco del Mesino, a Torino, dove le ruspe stanno lavorando per un progetto finanziato dal PNRR dal valore complessivo di 11,5 milioni di euro che interesserà il 10% dell’intera superficie del parco.
Il parco del Meisino è una zona ricchissima di biodiversità ed è una ZPS ovvero una zona a protezione speciale, nonché sito di svernamento e nidificazione di molti uccelli, tra cui l’Airone Cenerino (il secondo sito di nidificazione più grande d’Europa per questa specie).
Le zone di protezione speciale (ZPS) sono zone di protezione poste lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori. È paradossale che proprio queste aree vengano interessate da progetti di questo tipo, che possono turbare e mettere a rischio gli animali che dovrebbero “proteggere”.
Da tre giorni le ruspe stanno aprendo una strada lungo tutto il perimetro interno della ZPS per creare un accesso al cantiere per la ristrutturazione della Cascina Malpensata che si trova in piena zona alluvionale ed è circondata da una folta vegetazione di cespugli, rovi e rampicanti che sono rifugio di una numerosa colonia di ricci e di altri animali selvatici.
Il dott. Massimo Vacchetta del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello, dopo aver fatto diversi sopralluoghi per valutare la situazione, ha chiesto l’immediata sospensione dei lavori tramite una PEC e di aprire un tavolo di trattativa per salvare gli animali che in questo periodo hanno ancora le cucciolate che potrebbero essere messe in pericolo da un intervento con le ruspe.
Il Centro Recupero Ricci “La Ninna” chiede di posticipare i lavori a fine ottobre per permettere alle mamme di svezzare i cuccioli e renderli autonomi come era stato fatto l’anno scorso nel cantiere di Via Druento, in collaborazione con la Città Metropolitana e l’Amministrazione di Torino, la stessa che ha autorizzato i lavori al Parco del Meisino.
Il veterinario insiste sul fatto che un ecosistema così ricco di biodiversità dovrebbe essere conservato e tenuto lontano dall’eccessiva antropizzazione, proprio per la tutela della flora e della fauna che sopravvive in un equilibrio estremamente delicato. Si prefigurerebbero due violazioni del codice penale, qualora l’Amministrazione non procedesse a mettere in sicurezza gli animali presenti: maltrattamento animale e danno alla fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato. Il riccio è una specie protetta perché in pericolo di estinzione e va assolutamente salvaguardato.
Il dott Vacchetta mette la propria esperienza e il proprio Centro a disposizione delle istituzioni e sarà presente anche alla manifestazione cittadina di oggi sabato 14 settembre alle ore 15 che partirà da Piazza Modena.
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