Red Week vuole essere una manifestazione per la libertà religiosa
Dal 17 al 24 novembre si svolgerà in 30 città italiane la Red Week, la Settimana Rossa organizzata da ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre) Un evento che si svolge in tutto il mondo. La redweek è giunta alla 10a edizione. A oggi sono stati illuminati complessivamente circa 600 edifici di culto e civili nei 24 Paesi dove Acs è presente con una sede. Particolarmente evocativa in Italia è stata l’illuminazione di rosso del Colosseo (2018) con la testimonianza dal vivo di Rebecca Bitrus, una giovane cristiana rapita e ridotta in schiavitù nel 2014 dal gruppo terroristico «Boko Haram» in Nigeria.
L’appuntamento con la Red Week vuole essere una manifestazione per la libertà religiosa e, in particolare, per sensibilizzare sulla situazione dei cristiani perseguitati. Un’iniziativa internazionale di Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS), fondazione di diritto pontificio con sedi in 24 nazioni e con una rete di progetti di aiuto estesa pressoché in tutto il mondo (circa 140 nazioni). Il 20 novembre prossimo si svolgerà il Mercoledì Rosso (Red Wednesday), giorno in cui è concentrato il maggior numero di iniziative, che vanno dalla preghiera in comunità alle mostre, dalle testimonianze di chi vive o ha vissuto in contesti gravemente persecutori all’illuminazione di rosso di luoghi di culto e monumenti.
Il colore rosso intende simboleggiare il sangue versato dai cristiani perseguitati a motivo della loro fede, quindi i martiri di ieri e di oggi, il cui dramma è in buona parte ignorato. Acs pubblica ogni anno un “Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo”. Sarà presentato durante la settimana, l’edizione 2024 “Perseguitati & dimenticati?”, che si sofferma sulla situazione di 18 Paesi dove le condizioni di vita per i cristiani sono particolarmente difficili.
Le origini di questa iniziativa risalgono al 2015, quando ACS illuminò di rosso la statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro per sensibilizzare sulla situazione dei cristiani in Iraq, perseguitati dai jihadisti dell’Isis fino ad essere costretti a lasciare la propria terra. Ogni anno sono centinaia le città coinvolte in tutto il mondo, dall’America all’Oceania. E anche quest’anno si illumineranno di rosso luoghi ed edifici di grande richiamo, dal santuario di Lourdes alla Sagrada Familia di Barcellona, fino all’Oratorio di San Giuseppe di Mount Royal, a Montreal (Canada), il più grande santuario al mondo dedicato allo sposo di Maria Santissima.
Tante anche le iniziative in Italia, con un programma che interessa fin qui trenta città, dalla Sicilia alla Lombardia. Variegato il calendario nell’arcidiocesi di Milano con alcuni eventi che si terranno già domani, 17 novembre. Nella città ambrosiana, in Piazza della Scala, è prevista per il 20 novembre – in collaborazione con il Comitato Nazarat – la recita del Santo Rosario, presieduta da monsignor Carlo Azzimonti, con l’accensione di ceri rossi.
Oltre al capoluogo lombardo, ecco tutte le altre città italiane che hanno aderito in vario modo alla Red Week, promuovendo iniziative quali preghiere, testimonianze e mostre. Soltanto pochi blog hanno dato notizia dell’evento organizzato da Acs, la grande stampa ha totalmente ignorato la manifestazione. Adesso si auspica che almeno le parrocchie organizzano qualcosa. Ecco l’elenco delle città dove si manifesterà per i cristiani perseguitati:
Ancona, Brindisi, Busca (CN), Celano (AQ), Ceglie Messapica (BR), Comacchio (FE), Conegliano (TV), Crema (CR), Forlì, Genova, Giussano (MB), Legnano (MI), Lomagna (LC), Muggiò (MB), Novara, Ottaviano (NA), Palermo, Perito (SA), Pianoro (BO), Pizzighettone (CR), Prato, Prignano Cilento (SA), Rimini, Roma, Sesto Fiorentino (FI), Siena, Soncino (CR), Torino, Torno (CO).
Il 20 novembre, saranno illuminate di rosso la cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara e la facciata del Duomo di Rimini. Partecipare è importante perché, come ha detto alla Nuova Bussola monsignor Francesco Cavina, membro del consiglio di amministrazione di ACS Italia, «la Settimana Rossa tiene desta l’attenzione su un problema che è quello della persecuzione dei cristiani. I nostri fratelli nella fede, con la loro testimonianza, ci richiamano a una fedeltà al Signore che dovrebbe riguardarci tutti». Un fatto che riguarda direttamente anche noi cristiani in Europa.
Come aggiunge il vescovo emerito di Carpi: «Questi fratelli sono un richiamo ad avere il coraggio della testimonianza, anche se non ci viene chiesto, almeno per il momento, l’effusione del sangue, ma di testimoniare la novità di vita che il Signore Gesù ha portato nel mondo. Questo è veramente il compito del cristiano e della Chiesa. E attraverso questa testimonianza noi rendiamo beneficio al mondo, perché richiamiamo l’umanità a riscoprire il senso vero e profondo della vita, senza cui tutto perde di senso e viene a cadere, come vediamo».
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