Don Enrico Bernasconi, a nome del “Sodalizio Sacerdotale Mariano”, risponde al giornalista Andrea Cionci e delinea la linea del “Piccolo Resto Cattolico”.
Don Enrico Bernasconi, apprezzatissimo membro del “Sodalizio Sacerdotale Mariano”, dopo numerosi podcast fatti dal giornalista Andrea Cionci, autore di “Codice Ratzinger”, ha scritto una nota di “Precisazione circa la posizione del Sodalizio Sacerdotale Mariano”.
In tale nota don Bernasconi chiarisce: “Noi sacerdoti del Sodalizio Sacerdotale Mariano, siamo stati chiamati, per volontà della Santa Vergine, a unirci alla missione profetica di don Alessandro Minutella, il quale per primo e da solo ha iniziato a radunare in unità di fede il gregge di Dio, il popolo di Dio rimasto cattolico ovvero il popolo che ha scoperto l’inganno del falso papa J.M. Bergoglio che governa una falsa chiesa, nuova istituzione costruita dalle mani dell’uomo, e ne ha preso le distanze in tutto, specialmente dalla ‘Communicatio in sacris’”.
Parole molto chiare, come sono nello stile dei sacerdoti del “Sodalizio Sacerdotale Mariano”, che esplicitano, una volta di più, la posizione dottrinale del clero che non riconosce in Bergoglio il legittimo Successore di Pietro.
L’obiettivo di don Alessandro Maria Minutella e dei suoi confratelli non è quello di creare una “realtà scismatica” come fanno intendere certuni. Quello che questi sei ministri di Dio stanno facendo è aderire ad “una chiamata dall’alto in vista di una missione finalizzata a denunciare pubblicamente l’impostura” per “riaffermare la verità integrale della fede cattolica, finalizzata a radunare in unità i fedeli”.
Questi concetti, per chi segue le catechesi su “Radio Domina Nostra” e partecipa ai Raduni del “Piccolo Resto Cattolico” in giro per l’Italia, erano chiari.
E’ stato necessario ribadirli – in modo piccato – dopo che il giornalista Andrea Cionci, da apprezzare per il suo “Codice Ratzinger”, ha iniziato una collaborazione con il Carmelitano Scalzo lombardo, padre Giorgio Maria Faré.
Molti appartenenti al “Piccolo Resto Cattolico”, vista la simpatia di Cionci per il padre Faré, hanno preso parte ad una Celebrazione Eucaristica del carmelitano scalzo che precedeva una conferenza dell’autore di “Codice Ratzinger”.
Nulla di male, ci mancherebbe. Quando si prega e si cerca di stare con il Signore è sempre qualcosa di bello e lodevole. Importante, però, per il “Sodalizio Sacerdotale Mariano” è ribadire che don Alessandro Minutella, per i suoi cinque confratelli, “nella volontà di Dio”, gode di “un primato pastorale nella missione e un primato nel martirio per i meriti della sua testimonianza della fede che ci precede”.
Su questo punto sono nate un po’ di diatribe e di dissidi.
Il padre Giorgio Maria Faré, infatti, vuole fare il suo cammino in autonomia, senza aderire al “Sodalizio Sacerdotale Mariano” ma, soprattutto, intende fare ricorso rispetto alla contestazioni fattegli dal Preposito Generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi.
Scelta lecita e legittima che, però, don Minutella e i suoi confratelli non ritengono percorribile in quanto in Vaticano tutti, anche i Cardinali di nomina pre-bergogliana, sono asserviti a Jorge Mario Bergoglio ed accettano, con tutta evidenza, documenti discutibili come “Amoris Laetitia”, “Fiducia Supplicans” e “Fratelli tutti”.
I fedeli del “Piccolo Resto Cattolico” – e lo hanno dimostrato con i raduni dei primi giorni di novembre – hanno riconosciuto che l’opera del “Sodalizio Sacerdotale Mariano” è voluta dal Cielo.
Per questo motivo don Bernasconi ha tenuto a precisare che essi “sono invitati a fidarsi e a seguire i pastori che la Santa Vergine ha costituito per la battaglia della fede e per la resistenza cattolica e che la stessa Santa Vergine ha radunato nel suo Piccolo Resto”.
E’ stata opportuna e molto apprezzata questa nota di don Enrico che, già il 28 novembre 2023, invitò Andrea Cionci a “non interferire nella [loro] azione pastorale, richiamandolo a non uscire dai confini delle sue competenze”.
Nulla di strano.
La salvezza delle anime e la direzione spirituale sono competenza dei ministri di culto e non dei giornalisti che, invece, dal canto loro, debbono narrare ciò che accade, con dovizia di particolari e con la massima attinenza alla realtà, senza togliere o aggiungere alcunché.
Tornando sulla questione con Andrea Cionci – che tanto ha fatto soffrire chi nel “Piccolo Resto Cattolico” lo aveva sostenuto nelle conferenze e nella vendita di “Codice Ratzinger” – don Bernasconi incalza: “La direzione pastorale del gregge di Dio è compito nostro ovvero dei sacerdoti! E molti fedeli ormai guardavano a lui come se fosse un direttore spirituale! In realtà non possiamo parlare di rottura, da parte nostra, con il giornalista in questione: dobbiamo parlare piuttosto di una sua interferenza pastorale nei nostri confronti, ripetuta più volte, che ha creato attriti e ha fatto emergere sempre più chiaramente una differenza di prospettive difficilmente conciliabili nella fede”.
Passando “dalla mistica alla mastica” possiamo affermare che “la frittata è fatta”. Il “Sodalizio Sacerdotale Mariano” ha chiarito che non ci sono più spazi di manovra con Andrea Cionci e il suo seguito.
Il giornalista Cionci si è fatto promotore di diverse petizioni alla Segreteria di Stato e al Tribunale Vaticano per chiedere una presa di posizione legale e canonica sull’invalidità del papato di Jorge Mario Bergoglio e il riconoscimento formale della Sede Impedita di Papa Benedetto XVI.
Don Minutella e i suoi confratelli, invece hanno “la chiara consapevolezza profetica che i cardinali di nomina prebergogliana non faranno nulla se non calcoli e sotterfugi di natura umana con i circoli che possono orbitare intorno a loro”.
L’invito del “Sodalizio Sacerdotale Mariano” è sempre lo stesso: “Peccat quicumque audit Missam haereticorum”, enunciato latino del Dottore della Chiesa san Tommaso d’Aquino che significa che è in peccato chiunque ascolta la Messa degli eretici.
Ecco perché don Bernasconi conclude: “Per quanto riguarda la questione della Messa valida e/o lecita: ribadiamo che la specificità del Sodalizio Sacerdotale Mariano è quella di affermare che la chiesa di Bergoglio è la falsa chiesa delle tenebre, costruita dalle mani dell’uomo, opera della massoneria ecclesiastica: pertanto bisogna prendere le distanze in tutto da tale chiesa”.
Questa precisazione è stata fatta perché “come nel caso di padre Faré”, il sacerdote ha rivelato “a posteriori posizioni incompatibili” con quelle del “Sodalizio Sacerdotale Mariano”. I confratelli di don Minutella sentono forte la responsabilità delle anime a loro affidate e dunque, con la forza e la veemenza dei ministri di Dio, chiosano: “Noi non lasceremo entrare mai i lupi nel nostro recinto!”.
Nella giornata odierna, in un podcast dal titolo “Nessuna “interferenza” col Sodalizio Mariano: solo difesa e supporto su una linea chiarita solo ora” ha replicato il giornalista Andrea Cionci.
In tale video, della durata di 18.58 minuti, Cionci ha affermato: “Io vi avevo sottoposto la bozza di questo statuto in modo discreto, riservato, perché voi ne poteste parlare e discutere fra voi. Io vi ho fatto un favore nello specifico intento di proteggervi e supportarvi”.
Lo ha fatto in risposta a don Bernasconi che, nella sua nota, ha posto tre interrogativi relativi allo statuto che Andrea Cionci ha sottoposto loro: “Per quale motivo noi sacerdoti del Sodalizio Sacerdotale Mariano avremmo dovuto accettare uno Statuto scritto da un giornalista? Per quale motivo un giornalista avrebbe dovuto definire la nostra identità e la nostra missione e darci la direzione? Chi gli ha conferito questa facoltà?”.
La questione è spinosa e complessa. Anche perché Andrea Cionci afferma: “Io non ho mai interferito con il Sodalizio Mariano. Io, preoccupato da alcuni segnali, ho sempre chiesto conferme a don Minutella, che mi ha sempre rassicurato” e fa riferimento all’ultimo evento di Savigliano (Cuneo) e di una conversazione avuta proprio con don Alessandro.
Le posizioni sembrano – e di fatto lo sono – ormai inconciliabili. Una cosa è sicura: il “Piccolo Resto Cattolico” cerca disperatamente di rimanere fedele a Nostro Signore, alla bimillenaria Tradizione della Chiesa, alla Parola di Dio e a ciò che è contenuto nel “Depositum Fidei”.
I raduni partecipati e molto calorosi dei giorni scorsi dimostrano come essi sentano forte la guida dei sacerdoti del “Sodalizio Sacerdotale Mariano” e di don Minutella.
All’infuori del “Piccolo Resto Cattolico” ci sono tanti cammini e tanti sacerdoti che fanno la loro strada: don Enrico Roncaglia, padre Gebhard Josef Zenkert, don Natale, padre Vincenzo Avvinti, … e la new entry padre Giorgio Maria Faré.
Ciascuno può fare – secondo ciò che la sua coscienza gli detta – ciò che ritiene più opportuno e seguire il cammino che gli “piace di più”. Alla fine dei tempi, quando ci troveremo dinanzi a san Pietro, dovremo tutti rendere conto della porta nella quale siamo entrati perché, come dice Gesù: “larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Matteo 7:13).
Quando ho ascoltato il primo video di padre Farè il fatto che sembrasse dire, in quel primo video appunto, le stesse cose che dice don Minutella mi ha portato a commentare sotto il video: “Sembra la copia carbone di don Minutella”. E questo mi portava a pensare che fosse sostanzialmente in accordo con il Sodalizio. Però nel contempo in me non tornavano i conti: perché, infatti, se padre Farè dice ciò che dice don Minutella e lo cita, ne resta “lontano”, limitandosi a citare solo il suo lavoro, come se don Minutella fosse solo una fonte scritta, un libro? Vedendo nei giorni seguenti che in effetti restava lontano ho cominciato ad allontanarmi io da padre Faré: semplicemente il moto spontaneo di chi é in accordo con qualcuno é di avvicinarsi, mentalmente o fisicamente. Non di restare lontano.
Un’altra vicenda dolorosa.
Moltissimi nostri lettori hanno avuto la medesima esperienza ed eguali sensazioni.
Abbiamo atteso diversi giorni per scrivere qualcosa sulla figura di padre Giorgio Maria Faré per lasciare calmare le acque ma una cosa è certa, come scriveva il Trappista Thomas Merton, “nessun uomo è un’isola”.
Voler fare i battitori liberi, senza consociarsi con quanti hanno idee affini è segno di divisione e sappiamo tutti bene che “dividi et impera” è uno dei motti prediletti da Satana.