Il panettiere del luogo fu indicato addirittura come un untore
Il caso risale al 1951 e il luogo è Point-Saint-Esprit, un villaggio francese di circa quattromila abitanti, situato nella Linguadoca-Rossiglione. In quella piccola località, mese di agosto, si verificarono una serie di stranissimi eventi assimilabili a una sorta di follia collettiva: cinque persone morirono (due si suicidarono), decine furono rinchiuse in manicomio e centinaia diedero segni di delirio e allucinazioni.
Nel giro di pochi giorni i fenomeni assumevano dimensioni inquietanti: in una sola notte furono una ventina le persone che fu necessario ricoverare. Il 23 agosto, nel giro di sette ore, trenta persone dimostrano sintomi di delirio, di cui un terzo colpito da effetti gravi.
Un uomo si svegliò a notte fonda affermando di avere le antenne nei piedi: si dimostrò felice poiché, disse alla moglie spaventata, che finalmente avrebbe avuto una radio. Dopodiché si alzò dal letto e si buttò dalla finestra lanciandosi nel vuoto.
Qualcuno sollevò l’ipotesi che all’origine di quell’inquietante fenomeno vi fosse il pane: non è chiaro come si giunse a tale ipotesi, sta di fatto però che a farne le spese fu il panettiere del luogo, indicato addirittura come un untore, il quale avrebbe volontariamente avvelenato le baguette dei concittadini.
Perché?
Non mancarono le tesi complottiste – forse non così campate in aria come vedremo – ma più prosaicamente si guardò alle farine destinate forse alterate dalla presenza di Claviceps purpurea, che come abbiamo visto sarebbe all’origine dell’ergotismo.
Il panificatore negava ogni addebito, affermando che se anche quando le farine fossero state avariate lui non ne era al corrente.
Sta di fatto che il “pane maledetto”, come venne immediatamente battezzato dalla popolazione e soprattutto dai mass media, colpì centinaia tra i locali con effetti erano pesanti: vertigini, allucinazioni, convulsioni, deliri, fenomeni isterici, ipotermia (benché si fosse in agosto), iperattività motoria, violenza incontrollabile.
Ci fu chi venne colto da delirio omicida; chi tentò di suicidarsi affermando di essere divorato da serpenti; un uomo convinto di essere un aeroplano si lanciò dalla finestra. Molte persone furono rese innocue con la camicia di forza.
I manicomi di Montpellier, Nimes, Avignone, Orange e Lione accoglievano gli abitanti di Point-Saint-Esprit che erano travolti da crisi rese ancora più inquietanti dalla mancanza di una motivazione precisa.
Certo quella che guardava alla farina contaminata da un parassita sembrava la più accreditabile, quindi destinata a normalizzare gli eventi, per quanto parossistici fossero. Però l’atmosfera era tale da far sì che riemergessero ricostruzioni di stampo apocalittico, riportando indietro di secoli la tranquilla cittadina francese. Significativamente un quotidiano locale scrisse: “Non è né Shakespeare né Edgar Alla Poe. Si tratta, purtroppo, della triste realtà di Point-Saint-Esprit, teatro di episodi terrificanti provocati dalle allucinazioni. Sono scene che sembrano affiorare dal medioevo, scene di orrore e di pathos, piene di ombre sinistre”.
Il villaggio aveva assunto l’aspetto di un girone infernale, con persone che correvano all’impazzata, sferrando pugni all’aria, affermando di partecipare a risse con i morti; alcuni si battevano fortemente il petto, sostenendo che nei loro corpi germogliavano dei fiori rossi, producendo un dolore allucinante.
Il negozio del panettiere fu oggetto di attacchi da parte della popolazione: vi fu chi attuò pratiche esorcistiche per cercare di mettere fine all’influenza diabolica che da quel luogo sarebbe scaturita, determinando gli effetti di cui abbiamo detto (“La Stampa”, 28 agosto 1951).
Alla follia determinata dal “pane maledetto” si sommava l’isteria collettiva, che si ridusse lievemente quando il mugnaio che aveva venduto la farina al panettiere, stretto in un interrogatorio serratissimo, confessò di aver consapevolmente usato un prodotto avariato (quasi certamente all’origine del deterioramento forse la Claviceps purpurea), quando avrebbe dovuto distruggerla, avendo così un danno economico rilevante, poiché si trattava di tredici quintali di prodotto[1]. Insomma all’origine vi fu una mera questione di denaro che trasformò il tranquillo villaggio francese in un luogo dominato dalla follia?
Per oltre mezzo secolo tutta la questione è rimasta in sospeso tra ipotesi, illazioni e scarse certezze: infatti vi fu chi sostenne che il pain maudit non avesse alcuna relazione con l’ergotismo e che le cause fossero altre: il mugnaio sarebbe pertanto innocente mentre sarebbe stato più realistico guardare in altra direzione. Ma quale? Una parte si orientava in direzione del soprannaturale ritenendo che il “Pane del diavolo” fosse stato contaminato, appunto da entità sataniche. Altri invece optarono per cause più terrene, suggerendo l’ipotesi che la comunità fosse stata cavia per qualche oscuro esperimento governativo. Un avvelenamento determinato da quali motivazioni: sperimentare nuove droghe uso militare. Furono bollati come i soliti complottisti che vedono cospirazioni dietro ogni angolo.
Qualcuno però ha voluto indagare in questa direzione…
In tempi recenti, la tragica follia collettiva di Point-Saint-Esprit, attribuita a una muffa con proprietà allucinogene, è stata ritenuta un errore. Infatti, nella primavera 2010, un reporter americano ha fornito alla pubblica opinione una versione decisamente controcorrente: all’origine degli eventi del villaggio francese, vi sarebbe un esperimento della Cia. La notizia – mai verificata – è stata immediatamente rilanciata dai mass media di mezzo mondo: gli “007 contaminarono le baguette vendute nei forni del paese con Lsd, nell’ambito di un esperimento top secret di controllo della mente che dal 1953 al 1956 coinvolse anche migliaia di americani ignari, tra militari, studenti universitari e pazienti di ospedali” (A. Farkas, La Cia drogò il pane dei francesi, in “Corriere della Sera”, 13 marzo 2010)[2].
Secondo questa versione, quella che molti considerano ancora l’unica, le baguette allucinogene sarebbero state prodotte con farina di segale con ergot. Vi fu anche chi ipotizzò una contaminazione da mercurio. Oggi il tutto sarebbe riconducibile a “esperimenti” effettuati per testare l’Lsd (come è noto basato sulla sintetizzazione dell’acido lisergico dell’ergot): il “pane maledetto” sarebbe così divenuto l’ospite più adatto per verificarne gli effetti sull’organismo umano.
Hank P. Albarelli Jr. in seguito all’argomento ha dedicato un libro e sostiene che l’esperimento avrebbe avuto il ruolo di fornire elementi per l’utilizzo dell’Lsd come arma da guerra da usare con spie e prigionieri. Insomma un caso da incidente diplomatico che ha diviso la comunità scientifica: la maggior parte della quale continua a sostenere che quando accadde nell’agosto 1951 a Point-Saint-Esprit fu effetto di microtossine di muffe presenti nel magazzini in cui erano conservate le farine. Il mistero permane…
(C. Laurenzi, Confessione del mugnaio, in “La Stampa”, 1º settembre 1951.
A. Farkas, La Cia drogò il pane dei francesi, in “Corriere della Sera”, 13 marzo).
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