
O almeno così pare, se non diversamente rivelato a pochi strani osservatori.
UNO
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
Sotto il glicine gli ultimi bagliori del sole calante disegnavano i contorni delle foglie sulle gambe accavallate.
Il piede destro era in evidenza, nudo ed abbronzato, inerte.
Ad esso si rivolgeva ogni tanto lo sguardo rapido per poi ritornare alla lettura.
Ahi! – PUNTURA DI ZANZARA SUL COLLO DEL PIEDE:
Sportasi repentinamente dallo schienale della sdraio, contemporaneamente trattiene con la mano destra il libro, sgualcendone alcune pagine contro il seno, e con la sinistra colpisce la molesta presenza (…ma con delicatezza, … non una pacca clamorosa, …quasi un buffetto).
Sposta la mano e vede che la zanzara, stordita e piegata su un lato, è rimasta sul posto.
Il pungiglione ancora infilato, agita debolmente le ali.
Presa da un impulso repentino (…per aver recato danno ad una creatura del signore), ella si alza e, tenendo il piede destro sollevato, saltella sul sinistro fino dentro casa.
Giunta nei pressi del telefono, chiama un amico veterinario esponendogli il caso e pregandolo di fare il possibile per rimettere in sesto la zanzara.
Passati alcuni minuti la situazione rimane stazionaria, ma non si presta ad una camminata fino dal veterinario.
Quindi provvede a coprire la zona colpita e la zanzara con un tappo trasparente ricavato dalla confezione di un rullino fotografico, bloccandolo con due tratti di cerotto a croce.
Saltellando (…perché camminando avrebbe contratto i muscoli provocando l’espulsione del pungiglione) arriva fino all’auto e, espletate le varie azioni necessarie, eccola davanti allo studio del veterinario.
Qualche istante dopo posa il piede sul tavolo da visita, mentre il veterinario accosta la testa al microscopio.
Ecco inquadrata la situazione:
la zanzara giace inclinata su un fianco; il pungiglione integro fa da perno, un’ala è spiegazzata, due gambe rotte, presenza di ematoma frontale, respiro affannoso.
URGE UNA TERAPIA INTENSIVA!
Senza estrarre il pungiglione per permettere che si alimenti, il medico costruisce una impalcatura di garza, resa portante con lacca per capelli, in modo da rimettere la zanzara in assetto.
Usando due strisce di carta microscopiche stira l’ala spiegazzata, fissandola con appretto spray, mentre per le gambe, dopo averle rimesse in asse, usa ancora lacca per capelli.
ECCO FATTO!
Anche la respirazione pare migliorare.
Tra qualche ora (…visti i tempi veloci del metabolismo delle zanzare) dovrebbe riprendere a volare.
Si congeda dall’amico, saltella fino all’auto, guida fino a casa, saltella fino alla sdraio che è rimasta in giardino, accende la luce con il telecomando (…essendo ormai notte) e si siede osservando il piede e la zanzara.
Passa un’ora circa e la zanzara comincia a dare segni di evidente miglioramento.
Dieci minuti dopo cerca di estrarre il pungiglione.
Tre, quattro sforzi,…ecco…estratto!
Nello stesso istante, e prima che possa prendere il volo, ella, che stava osservando, la spiaccica con una pacca della mano destra.
DUE
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
La zanzara, vedendo quel bel bocconcino così esposto, non si fece pregare, e si buttò in picchiata sulla vena immergendovi in un batter d’occhio il pungiglione per poter succhiare il nettare nascosto.
IMPROVVISAMENTE IL COLPO SENZA PREAVVISO!
Piegata sul fianco, prima pensa di sognare, di vivere un incubo, poi realizza che l’umana, accorgendosi di lei, l’ha attaccata e colpita.
Secondo quel che la sua istruzione al riguardo recita, seguirà il colpo finale.
Ma, passati alcuni istanti (…ore per il metabolismo della zanzara) il colpo non viene e, anzi, qualcosa di insolito sta avvenendo.
Realizza di essere in uno strano posto dove luci e odori non sono più gli stessi.; qualcuno sta armeggiando intorno al suo corpo cercando di ripararne i danni.
POSSIBILE CHE STIA DAVVERO SUCCEDENDO CHE GLI UMANI PRENDANO A CUORE LA VITA DI UNA ZANZARA?
Eppure !?!
Sente che dal pungiglione la linfa vitale scorre e le forze tornano rapidamente.
Cerca con tre, quattro strattoni di estrarre il pungiglione dal piede per riprendere a volare…
………………………….. sciak!
TRE
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
Io stavo innaffiando il giardino e la guardai proprio nell’istante in cui sembrò schiacciare una zanzara sul collo del piede.
Poi la vidi saltellare con il piede destro sollevato e pensai che forse non era una zanzara, ma qualcosa di più corposo.
Passò saltellando nel vialetto con una strana medicazione sul collo del piede, salì sull’auto, restò via il tempo che mi occorse per bagnare il giardino e ritornò, saltellando ancora.
Qualche istante dopo sentii rumori nel suo giardino; si accese la luce.
Nuovamente sedette sulla sdraio e restò a lungo a guardarsi il piede.
Ad un certo momento, si diede una pacca sul collo del piede, come per schiacciare una zanzara, e, dopo esserselo strofinato più volte, si alzò dalla sdraio e si diresse verso l’interno della casa, camminando normalmente.
QUATTRO
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
La percezione spaziale visiva quadridimensionale dell’essere vivente che comprendeva il tutto notò la possibilità del cambiamento nei pressi di una cellula, il ché, dopo un tentennamento, avvenne.
CINQUE
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro, quando avvenne uno di quei fatti insignificanti di cui è composta la nostra esistenza e con i quali riempiamo l’esistenza dell’universo.
SEI
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
Avvenne che l’amore si manifestò ponendo fine all’esistenza di una forma di vita che aveva terminato la sua esperienza, per consentirne una nuova, nonostante un’altra visione dell’amore avesse pensato, per un attimo, che fosse meglio curare la vecchia.
SETTE
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
Un fatto insignificante rimane un fatto insignificante, almeno fino a quando qualcosa o qualcuno ci fa notare che, a causa di quello, anche noi dobbiamo pagare pedaggio. – NULLA È A CASO!
OTTO
All’imbrunire del primo giorno d’agosto dell’ultimo anno del secondo millennio ella stava accomodata sulla sdraio, assorta nella lettura di un libro.
Nell’insondabile mistero, una luce cambiò di colore, armonizzandosi ad una nuova e più alta vibrazione, 4.653.001 nebulose cambiarono forma, 15 milioni (circa) di soli rimasero soli e un numero imprecisato di pianeti, satelliti e lune cambiarono orbita, mentre l’elettrone responsabile di tutto non si era ancora mosso e non aveva alcuna intenzione di farlo in seguito.
Basta!
Un fatto insignificante rimane tale solo per chi non se ne accorge o non ne comprende il significato.
Infatti mentre leggevate questo articolo è stato l’unico fatto significativo su cui si è concentrata la vostra intera vita.
E nonostante ciò, ovvero nonostante non vi siate preoccupati di fare tutto quello che credete sia necessario per vivere, invece di leggerlo, non siete morti!
O almeno spero!
Foto e testo
Pietro cartella