
effetti tragicomici dei nostri sforzi intelligenti
C’è una barzelletta che racconta di due tizi che recandosi in un paese straniero tentarono di comunicare nella lingua di quel paese continuando a parlare nella propria, solo rallentandone la velocità di espressione e sillabando le parole.
Non è raro, d’altronde, che un simile ironico meccanismo si metta in atto in noi stessi in quelle condizioni: a volte, infatti, quando ci rivolgiamo ad uno straniero, e questi mostra di non capire quello che gli stiamo dicendo nella nostra lingua, tendiamo ad alzare il tono della voce quasi fosse sordo anziché straniero.
C’è poco da ridere!
Ecco che cosa succede realmente quando due persone di diversa madrelingua tentano di comunicare in inglese.
Fatte le seguenti premesse:
1 – un italiano (per esempio) fatica a comprendere ciò che gli dice un altro
italiano avente diversa cultura, abitudini, lavoro, ambiente, etc. etc.
2 – lo stesso italiano studia e assimila l’inglese in maniera diversa da un
giapponese che a sua volta comprende a fatica un altro giapponese
(secondo il concetto applicato all’italiano del punto 1).
3 – tutti siamo d’accordo nell’ammettere teoricamente le condizioni di cui ai
punti 1 e 2.
4 – tutti siamo d’accordo nel ritenere che un italiano ed un giapponese non
potrebbero comunicare parlando direttamente ognuno nella propria
lingua madre (della quale, se non altro, dovrebbero avere maggiore padronanza)
5 – siamo altresì d’accordo nel riconoscere che ogni trasformazione porta
con sé un indice di rendimento che non è mai uguale a uno, ma sempre
inferiore, sicché la trasformazione è sicuramente meno efficace
dell’originale condizione.
6 – infine possiamo facilmente riconoscere che, salvo eccezione, per sostituire i tubi dell’acqua sia meglio chiamare un idraulico anziché un panettiere;
i fatti dimostrano che :
mentre risulta evidente la necessità di un traduttore simultaneo italiano – italiano o giapponese – giapponese per evitare fraintendimenti tra persone di stessa madre lingua, presuntuosamente riteniamo che non ci debbano essere problemi nel comunicare nel seguente modo:
ciò che dice un italiano che parla in inglese caratterizzato italiano deve essere inteso senza fraintendimenti attraverso l’inglese caratterizzato giapponese da un giapponese.
……… che volpi!
Queste condizioni si verificano giornalmente in molte delle aziende del mondo, dove, per esempio, i tecnici, che già hanno difficoltà a farsi capire da altri tecnici nella stessa lingua, devono farsi capire da tecnici di altre nazioni nel modo suindicato…….
………..vi lascio intendere con quali risultati!
Un modo corretto potrebbe essere:
ciò che dice un italiano deve essere inteso da un giapponese attraverso la traduzione italiano – giapponese eseguita da un traduttore così come per portare l’acqua dal serbatoio al rubinetto occorrono i tubi messi da un idraulico.
Troppo semplice!
Da più parti si obietta che un traduttore costa e che occorrerebbe più tempo per comunicare e che non sempre si ha un traduttore disponibile.
Nessuno ha mai provato a calcolare il costo in tempo e denaro dovuto alle azioni svolte in seguito alle incomprensioni?
Per evitare di affrontare direttamente l’argomento sono state inventate le procedure di qualità e sicurezza alle quali ci siamo interamente affidati con il risultato di essere efficacemente ridiventati incapaci analfabeti specializzandoci nel ruolo precisamente identificato dalla procedura.
Così ognuno può agire in modo preciso e riconoscibile da tutti senza fraintendimenti.
Perfetto!
Incredibilmente, non ci sono molte più guerre di quelle in essere.
Non c’è altro da aggiungere.
Schema e testo
Pietro Cartella