Il prodigioso evento cosmico che inonda il Mondo di luce, custode di tanti misteri celesti e terrestri
Il termine Solstizio deriva dal latino “solstitium“, dove Sol sta per “Sole” e stitium, che significa “fermo”. Si tratta di quel momento in cui la Terra, che gira intorno al Sole inclinata di circa 23° sul suo asse, raggiunge la massima escursione rispetto all’“equatore celeste”.
In sintesi astronomica, nell’emisfero Nord, durante il giorno del solstizio d’estate il Sole raggiunge il massimo della sua verticalità allo Zenit, restituendo la durata più lunga e luminosa del soleggiamento al suolo.
In questo travagliato 2024, l’istante esatto del rendez-vous cosmico, in Italia sarà alle ore 22:51 del 20 giugno; momento dai tanti significati culturali e simbolici. Dal giorno seguente la durata di luce tenderà a diminuire, dando inizio alla stagione dell’estate.
I solstizi sono sempre stati ritenuti giorni prodigiosi fin dai popoli più remoti e dalle culture molto differenti, dagli antichi Egizi, alle popolazioni scandinave, alle civiltà dell’America latina e agli Indiani d’America Sioux Lakota, celebrati con ritualità in omaggio all’astro che scalda e inonda di luce: l’energia vitale.
Nelle tradizioni europee, il Solstizio d’estate assume molti valori simbolici, ermetici e spirituali, ma soprattutto è una festa popolare da sempre accolta con cerimonie pagane, banchetti, falò, matrimoni, unioni fisiche e spirituali, in un insieme che mette in congiunzione Madre Natura con la Vita.
È il più solenne evento, tra i tanti che la parte più goliardica, eppur ascetica della nostra razza, ha assunto come simbolico pretesto per scacciare ogni malocchio e festeggiare mangiando, bevendo e dandosi da fare in ogni miglior rituale giustificato dal fecondo appuntamento.
I falò che al calar del Sole, ancora oggi, nella notte più breve dell’anno si accendono nei poderi di molti paesi europei, sulle colline e nei boschi prossimi ai villaggi anche dell’Italia del Nord, formano complici giochi di luci e ombre per danze popolari che, mimando il movimento del Sole, scaldano maliziose lusinghe favorite dalla notte tiepida, ma non solo.
Nella tradizione celtica la festa del Solstizio d’Estate (Midsommar), prende il nome di Litha e si svolge tra riti, falò e celebrazioni della fertilità, ma in quella notte dove il Sole si sposa con la Luna, anche le streghe si nascondono nei boschi, dove, attorno a un fuoco, distillano pozioni e rimedi a base di erbe miracolose.
Sono figure tramandate alla memoria piemontese. Le “masche” (streghe) sono donne dai poteri magici che ancor oggi si ritrovano intorno ai fuochi e all’interno di cerchi, per celebrare i loro riti. Ne trovai tracce vagando nei boschi prossimi a Paroldo, un piccolo comune delle Langhe dove le masche sono assai più che una leggenda, andarci per credere! Una presenza propria anche del Roero, dove la Masca Micilina, impersona la storia di una donna accusata di stregoneria nel 1500 e bruciata sul rogo. Anche nel Monferrato e oltre le leggende sui riti magici e i fuochi di giugno si rinnovano con regolarità “celeste”.
Per il suo vigore il solstizio d’estate è stato sempre un culto per semina e per raccolta delle messi. Da un punto di vista spirituale ha assunto valori mistici anche per molte fedi religiose. Nella memoria cristiana è il periodo in cui si celebra la nascita di San Giovanni Battista. In altre usanze pagane si scacciano sortilegi assumendo “bevande” che propiziano fortuna e salute.
Un evento cosmico esplorato anche dall’arcano complesso megalitico di Stonehenge, eretto nel sud dell’Inghilterra 2500 anni fa. Imponente calendario granitico, custode di misteri e di antiche leggende che, ancora oggi, nel tempo dei solstizi attira molti turisti.
Il folklore storico dei rituali europei che si svolgono nel solstizio di giugno, ha origini vichinghe e nei paesi scandinavi è un momento solenne e mitologico.
In quel culmine d’estate, in Svezia, Danimarca, Norvegia & Finlandia, quando le giornate si allungano fino alle 24 ore di luce regalata dal “sole di mezzanotte”, il Solstizio si celebra con antiche danze tra i fuochi, dedicate a quello spettacolo unico di luce.
Anche in Lettonia, Estonia, Lituania e altri paesi dell’est, nel momento cruciale delle feste si usa danzare sui tizzoni ardenti e saltare dentro i fuochi accesi, per non far tornare gli spettri della notte.
È triste scrivere che durante lo stesso evento (Ivan Kupala), sia in Russia che in Ucraina, oggi coinvolte in una folle guerra fratricida imposta da Vladimir Putin, le tradizioni del solstizio fossero simili… E dopo aver danzato sul fuoco si usava gettare in acqua ghirlande di fiori in segno di un futuro ricco e… pacifico, ahimè.
In alcune città del mondo moderno, l’evento è accolto con dei fuochi artificiali, che mortificano quell’alone etico e misterico delle antiche usanze. Accendere un cero nelle nostre case è un piccolo gesto, ma rinnova la tradizione, la fiamma diffonde un caldo senso di perenne danza, osserviamo il suo ballo sensuale e naturale, non farà del male lasciarsi trasportare….
Ricordando l’amico Donato Bosca, ricercatore assiduo e profondo delle memorie e delle leggende delle Langhe, le masche in primo piano.
Foto di copertina: hotel Motta-Asti
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Che mistero dietro questo periodo!
Anch’io, avendo frequentato la campagna vicino a Biella nelle magiche estati dell’infanzia, conosco le masche, anzi ne ho conosciute alcune, che tutti indicavano come tali; a me sembravano delle vecchiette pazzerelle, mi erano simpatiche. Una, piccolissima, tutta coperta di scialli dalla testa ai piedi, era una famosa cercatrice di funghi 🍄.
Molti uomini del paese cercarono in tempi diversi di seguirla per carpire il segreto dei suoi raccolti incredibili, ma nessuno mai ci riuscì. Partiva alle 2/3 del mattino dalla sua casetta ai margini del bosco, ma dove andasse è rimasto un mistero.
Poi c’erano i racconti dei giovani che, andando a trovare le fidanzate nelle sere di festa, si trovavano davanti delle masche spaventose: i più se la facevano sotto e scappavano urlando…Ne vidi uno correre a precipizio giù per la discesa che portava nella nostra frazione, cantando a squarciagola. Era parecchio stonato.
Proprio in quella zona è ambientato il bellissimo romanzo “La Chimera ” di Sebastiano Vassalli; invito chi non l’avesse ancora letto a rimediare subito, ne vale davvero la pena! Di streghe appunto si tratta, e di una sventurata ragazza in particolare. È un’opera ricchissima dal punto di vista storico e antropologico, oltre che di piacevolissima lettura.
Mi sono dilungata anche troppo, ma lo spunto offerto dal nostro Carlo era molto attraente!
Oggi è un giorno particolare, speciale. Per me è anche infinitamente triste, dato che corrisponde a 100 anni dal 20 giugno 1924. Questo mi fa stare male, perché mi ricorda quanto il tempo scorre velocemente. Magnifico l’articolo di Carlo!
Io non ho conosciuto masche….Ma ne ho tanto sentito parlare. Una era proprio la cercatrice di funghi (la Seconda) che tu hai ricordato.
Grazie Carlo per ricordarci questi eventi così importanti per il genere umano.
Comprendere queste cose ci rende tutti più consapevoli di essere cocreatori della realtà che viviamo e unirsi ai riti che si praticano da sempre in questi giorni, vuol dire essere parte reale di in un mondo fraterno che vive in presenza la bellezza del pianeta che ci sta ospitando.
Grazie Angelo