Di Alessandro Mella
La storia della guerra di liberazione italiana è purtroppo intrisa di storie dolorose, di vicende che videro scorrere il sangue di entrambe le parti in un ciclo di dolore ed orrore senza fine. Anche la vicenda di Guerrino Vedovelli ebbe un drammatico esito.
Il nostro nacque a Colleredo di Prato, in provincia d’Udine, il 4 febbraio 1920 figlio di Giuseppe e di Oneglia Zampieri. (1)
Tuttavia, si traferì presto a vivere a Trivero Ponzone, allora nel vercellese ed oggi in provincia di Biella, ove fu colto dalla chiamata alle armi. (2) Nel suo ritratto, sebbene in toni di grigio, le mostrine sembrerebbero suggerire il suo inquadramento nei reparti di fanteria od artiglieria della Guardia alla Frontiera.
Colto dall’armistizio dell’8 settembre 1943 il giovane Guerrino, dopo un breve periodo di smarrimento a tutti comune, decise di schierarsi dalla parte di chi cercava nella lotta una nuova libertà. Fu certo con questo spirito che egli si unì, dal 28 maggio 1944, alla XII divisione Garibaldi “Nedo”, 109° brigata GAP. Scelse il nome di battaglia Aramis.
Combatté con coraggio e determinazione, ma la storia decise di non lasciargli apprezzare quella libertà per la quale tanto si era speso.
Il 12 marzo 1945, infatti, un autocarro su cui viaggiavano quindici soldati tedeschi fu colpito, dopo Buronzo in zona Garella, da lanci di bombe a mano che ne causarono l’incendio. Solo quattro militari germanici riuscirono a fuggire, altri sei vennero catturati e cinque morirono a causa delle esplosioni e del rogo.
Ovviamente la questione non poté restare impunita e nella logica, tipicamente tedesca, della “rappresaglia” vennero due giorni dopo prelevati undici prigionieri detenuti al carcere delle “Nuove” a Torino. La scelta fu fatta con cura, le vittime dovevano provenire dai territori coinvolti nell’attacco subito dall’autorità nazista.
Trasferiti a Vercelli, accantonati per una notte alle scuole Borgogna, il mattino successivo gli sfortunati prescelti furono condotti a Buronzo e presso la frazione Garella scaricati dall’autocarro. Presenti il viceparroco don Pietro Dondi ed il cappellano partigiano, ben occultato, don Mario Casalvolone.
I due tentarono di mediare, di convincere l’ufficiale tedesco a non procedere, ma egli non sentì ragioni e volle obbedire fino in fondo ai suoi ordini.
La sentenza decretata dal tribunale di guerra venne quindi eseguita mezz’ora dopo l’arrivo.
Alle 7.30 il plotone d’esecuzione scaricò le sue armi su quei poveri giovani, inermi ed inerti, costretti a morire per la sete di vendetta del nemico.
In terra rimasero in molti, troppi, e tra loro anche il nostro Guerrino che, evidentemente, era stato catturato tempo prima e tradotto al carcere torinese ove fu tra i prescelti per l’infausta rappresaglia. Morirono, con lui, in quel giorno drammatico:
Cavallari Egidio, di Felice, nato a Novara il 17.10.1920, ivi residente, Divisione Garibaldi “Pajetta”, 81^ brigata Volante Loss, partigiano;
Cereja Fuso Pietro, “Peter”, di Teodoro e Teresa Selvaggio, nato a Vercelli il 06.03.1920, residente a Pray, XII divisione “Nedo”, partigiano;
Cerutti Lorenzo, “Valencia”, nato a Biella l’11.10.1925, XII divisione Garibaldi “Nedo”, 50^ brigata “Edis Valle”, partigiano;
Fornaro Francesco, “Indù”, di Celestino e Maria Barnabino, nato a Vercelli il 13.03.1923, ivi residente, XII divisione Garibaldi “Nedo”, 50^ brigata “Edis Valle”, partigiano;
Grozzoletto Aldo, di Adamo, nato a Boara Polesine (Pd) il 10.12.1923, residente a Quarona (VC), 81^ brigata Volante Loss, partigiano;
Lessio Ladis, “Gavetta”, di Luigi e Ines Mangolini, nato a Vercelli il 17.06.1925, ivi residente, XII divisione Garibaldi “Nedo”, 50^ brigata “Edis Valle”, partigiano;
Moggio Guido, “Boa”, di Giuseppe e Quinta Conti, nato a Cossato lo 01.08.1927, ivi residente, XII divisione Garibaldi “Nedo”, 109^ brigata “Tellaroli”, partigiano;
Negri Raimondo, “Belturpin”, di Enrico, nato a Romagnano Sesia (NO) il 20.09.1924, Divisione “Fratelli Varalli”, 84^ brigata “Strisciante Musati”, partigiano;
Sizzano Renzo, “Pippo”, di Luigi e Savina Brambilla, nato a Crevacuore (BI) il 16.01.1925, ivi residente, XII divisione Garibaldi “Nedo”, 109^ brigata “Tellaroli”, partigiano;
Varetti Attilio, “Trecate”, di Natale, nato a Trecate (NO) il 07.03.1925, ivi residente, Divisione Garibaldi “Pajetta”, 81^ brigata Volante Loss, partigiano;
Vedovelli Guerrino, “Aramis”, di Giuseppe e Oneglia Zampieri, nato a Oloredo di Prato (Ud) il 04.02.1920, residente a Trivero (BI), frazione Ponzone, XII divisione Garibaldi “Nedo”, partigiano;
Ignoto (3)
Don Casalvolone, disperato, ne ricompose i cadaveri abbandonati dal nemico dopo l’assassinio.
Se ne andò così il povero Guerrino, lasciando i genitori, il fratello e la fidanzata nel totale dolore per quella perdita così grave e terribile. Cadde con altri undici compagni, giovani e coraggiosi come lui, tutti martiri eroici in tempi terribili. Esempi da ricordare, sempre.
Alessandro Mella
NOTE
(1) Commissione regionale piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane, scheda Guerrino Vedovelli tramite il portale Partigiani d’Italia.
(2) All’età di nove anni il Guerrino risultava già presente nel biellese tanto da trovarsi tra i bambini selezionati per le cure presso una colonia marina come da Il Popolo Biellese, 54, Anno VIII, 8 luglio 1929, p. 4.
(3) Eco di Biella, 42, Anno LXXVI, 2 giugno 2022, p. 28.
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